Tutto ciò che sembra un difetto nel primo anarchico film di Ėjzenštejn è in realtà un elemento cardine. Discontinuità; incongruenze; angolazioni volutamente spiazzanti; l’inquadratura ribaltata di una pozzanghera – ogni bizzarria che osserviamo in Stačka non si trova lì per errore ma per scelta calcolata. Quello di Ėjzenštejn è un film senza regole, e il regista dovette battersi strenuamente per preservare questa anarchia.

(URSS/1925) di Sergej Ejzenštejn (94′)

 

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