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TEATRO SOCIALE
Nel 1775, a Gualtieri, l’architetto Giovan Battista Fattori realizza un piccolo teatro barocco in legno all’interno della grande fortezza-palazzo che, sorta sul finire del Cinquecento per volere dei Bentivoglio, è divenuta simbolo del potere estense e poi è stata acquistata dal Comune. Alla fine dell’Ottocento il Teatro Principe va in fumo per un incendio: è così che, nel 1905, l’amministrazione chiede al perito Vittorio Mazzoli di rifarne uno più grande.
Per contribuire alle spese viene fondata una società costituita dai futuri proprietari dei palchi ed è per questo che, nell’ottobre del 1907, quando si inaugura con “I pagliacci” di Ruggero Leoncavallo e “Cavalleria rusticana” di Pietro Mascagni, il teatro è ribattezzato Sociale. Sulla platea a ferro di cavallo si elevano due ordini di palchi e una galleria sostenuti da colonnine in ghisa.
L’attività lirica, particolarmente intensa nei primi anni Venti, cessa nel 1936, quando con la “Norma” di Vincenzo Bellini hanno fine le rappresentazioni e alla stessa epoca risale l’utilizzo come cinematografo. A parte la pausa provocata dall’inondazione del Po nel ’51, che sommerge la sala, il teatro rimane attivo con concerti, varietà e prosa fino al 1979, quando viene chiuso. Il recupero, iniziato ma interrotto, smantella del tutto il palcoscenico, senza reintegrarlo.
Dopo un trentennio di decadenza e tre anni di lavori autogestiti da un gruppo di giovani volontari e numerosi cittadini, il 6 giugno 2009 la sala è stata riaperta al pubblico. Gestita dall’associazione “Teatro Sociale di Gualtieri”, propone concerti e spettacoli d’avanguardia, sfruttando l’assenza del palcoscenico per rovesciare i ruoli: gli artisti si esibiscono nei palchi, gli spettatori partecipano dov’erano scena e platea.