- Data di pubblicazione
- 14/03/2024
- Ultima modifica
- 14/03/2024
Diario di un dolore. Alberici interroga in scena la “rappresentabilità” dei sentimenti
Il 15 marzo a Rubiera , il 16 marzo a Castello d’Argile e il 17 marzo a Modena
“Mentre il mondo ci invita a catturare e narrare momenti di felicità, scopriamo che abbiamo più che mai voglia di parlare di dolore”. Parte da qui Francesco Alberici per tessere i fili di uno spettacolo che interroga il dolore domandandosi se e come sia possibile raccontarlo senza tradire la natura di questo sentimento. Se e come sia possibile portarlo in scena, rappresentarlo a teatro, senza cadere nella spettacolarizzazione di qualcosa di intimo. Diario di un dolore, così s’intitola il lavoro che si vedrà al Teatro Herberia di Rubiera il 15 marzo alle 20, e alla Teatro La Casa del Popolo di Castello d’Argile (nella Stagione di Agorà) il 16 marzo alle 21, e a Drama Teatro di Modena il 17 marzo (nell’ambito di La corsa dei Fuochi) è il primo spettacolo che Alberici ha realizzato da solo, come autore e regista. Già Premio Ubu 2021 come miglior performer under 35 dell’anno e finalista alla 56esima edizione del Premio Riccione con un testo (Bidibibodibiboo) che proprio in queste settimane sta girando con successo su grandi palcoscenici italiani, tra i quali il Piccolo Teatro di Milano, questo eclettico artista classe 1988 è reduce da interessanti percorsi nel teatro italiano, che comprendono una lunga collaborazione con Deflorian/Tagliarini come performer e coautore e una compagnia, Frigoproduzioni, che ha fondato nel 2014 e con la quale ha realizzato diversi spettacoli sul rapporto tra individuo e società della comunicazione. Ma gli appassionati di webserie lo avranno certamente notato anche come irresistibile attore nella divertente serie Educazione Cinica in cui recita accanto a Michela Giraud.
In Diario di un dolore, nel quale è in scena assieme ad Astrid Casali, veste i panni di un regista che chiede alla sua attrice di lavorare a una messa in scena che affronti il tema del dolore, a partire appunto da Diario di un dolore di C.S. Lewis. “Come si rappresenta il dolore e quali sono i limiti nella possibilità di raccontarlo? La propria biografia può diventare l’oggetto della messa in scena senza il rischio che venga usata a fini spettacolari? E come si fa a ripetere, sera dopo sera, la messa in scena di un dramma, non di finzione, ma reale?”. Staccandosi sempre più dal libro di Lewis, e dall’idea di metterlo in scena, emergono le domande che divengono il centro di un altro, inaspettato, spettacolo. Attraverso questo lavoro Alberici continua quindi l’esplorazione sui confini tra realtà e finzione e sulla rappresentabilità del reale più intimo, che hanno segnato il suo percorso fino a oggi e che ne hanno fatto uno dei performer e drammaturghi più lucidi e interessanti della sua generazione.
Per approfondire temi e questioni del suo fare teatro, segnaliamo la possibilità d’incontrare l’artista il 14 marzo alle 19, al Sofà di Agorà, format a cura di Altre Velocità che ospita alcuni protagonisti della stagione di Agorà nella sua sede di Via Polese, a Bologna.