Tra la carne e il cielo. La XXXIII edizione di Ravenna Festival omaggia Pasolini

Da giugno a novembre

14 marzo 2022

Poeta, scrittore, regista, drammaturgo, traduttore, appassionato d’arte e di musica…inquadrare Pier Paolo Pasolini in una definizione è impossibile e fuorviante, perché il furore espressivo del poeta friulano è un fiume in piena che travolge gli argini di forme, ruoli e prescrizioni. Pasolini ha raccontato e si è raccontato andando oltre ogni regola, canone e stilema, sempre a caccia di senso e di verità, diventando così lo scomodo, straordinario profeta dell’omologazione culturale prodotta dalla società dei consumi che oggi tutti celebriamo.

Nell’anno del centenario della sua nascita, anche Ravenna Festival omaggia il suo genio insistendo proprio sulla lezione del multilinguismo e della multidisciplinarità che già di suo il Festival coltiva storicamente intersecando musica, teatro, danza e cinema. La kermesse, con la direzione artistica di Franco Masotti e Angelo Nicastro, s’intitola Tra la Carne e il Cielo. A dare il titolo a questa XXXIII edizione, in scena dal 1° giugno al 21 luglio e poi dal 31 ottobre al 6 novembre per la Trilogia d’Autunno, è un frammento testuale tratto dai Quaderni rossi in cui nel raccontare del proprio incontro con le Sonate per violino di Johann Sebastian Bach, in particolare il movimento “la Siciliana” contenuto nella prima, Pasolini parla di “una lotta, cantata infinitamente, tra la Carne e il Cielo, tra alcune note basse, velate, calde e alcune note stridule, terse, astratte… come parteggiavo per la Carne! (…) E come invece sentivo di rifiutarmi alle note celesti!”.

Dopo l’anteprima del 25 maggio affidata a Ludovico Einaudi e il suo nuovo album Underwater, il festival si apre con il concerto inaugurale e il brano Tra la carne e il cielo che Azio Corghi ha creato con la drammaturgia poetica di Maddalena Mazzocut-Mis (completano il programma l’ouverture da Egmont di Beethoven e la Sinfonia n. 7 di Dvořák). Proseguendo nell’omaggio al poeta di Casarsa, di Bach saranno proposte le Sonate e Partite predilette da Pasolini eseguite da Giuseppe Gibboni, l’Offerta musicale con Accademia Bizantina e Ottavio Dantone, l’integrale dei Concerti brandeburghesi con l’Ensemble Zefiro, le Variazioni Goldberg affidate al pianoforte di David Fray.

Ma il tributo a Pasolini si compie anche nei linguaggi del cinema con una rassegna alla Rocca Brancaleone, della danza (con l’omaggio incluso nel programma del Béjart Ballet) e del teatro. Mentre con TeatroNove Eugenio Sideri è alla regia di Calēre, i sentieri di campagna metafora dello smarrimento delle nuove generazioni in un mondo dove “sviluppo non significa sempre progresso”, in Bimba ‘22 Elena Bucci è l’attrice Laura Betti, figura centrale nella vicenda umana e artistica di Pasolini. All’interno della rassegna Il Trebbo in musica, Cervia ospita invece due appuntamenti dedicati a Pasolini, l’uno affidato a Elio Germano e Teho Teardo, l’altro al cantautore Vasco Brondi.

La polarità fra carne e cielo espressa dal titolo apre la porta a una esplorazione del rapporto col divino. Sono pervase di spiritualità The Canticles di Benjamin Britten: a eseguirle a S. Apollinare in Classe è Ian Bostridge, tenore inglese vincitore di tre Grammy. Sul confine fra sacro e profano ha danzato anche Franco Battiato, che il Festival ricorda con l’esecuzione della sua Messa Arcaica e delle canzoni mistiche; Simone Cristicchi, Juri Camisasca, Alice, Cristina Baggio affiancano l’Orchestra Maderna e il Coro della Cattedrale di Siena “Guido Chigi Saracini”. Alle tastiere e programmazione Angelo Privitera, anche a Cervia con il Nuovo Quartetto Italiano e Fabio Cinti, vincitore del Premio Tenco 2018 come interprete delle canzoni di Battiato. Nella Basilica di S. Vitale debuttano due nuove sacre rappresentazioni: a Cristian Carrara è stata commissionata un’opera dedicata al poverello di Assisi dal titolo Transitus, mentre il giovanissimo ravennate Filippo Bittasi ha composto Storia di un figlio cattivo. Quest’anno il Festival raggiunge inoltre il Paradiso, ultima anta del trittico Chiamata pubblica per la Divina Commedia con cui Marco Martinelli ed Ermanna Montanari del Teatro delle Albe hanno affrontato la sfida di trasformare il capolavoro dantesco in teatro, azione collettiva della comunità. È sempre Martinelli, poi, proseguendo nella sua straordinaria azione con la non-scuola, a firmare un’altra nuova produzione che guarda al cielo, Gli uccelli di Aristofane, riscritta per settanta adolescenti del territorio campano nell’ambito di un progetto con il Parco Archeologico di Pompei, dove debutterà.

La sezione sinfonica include la prima visita a Ravenna di Christoph Eschenbach, sul podio dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini e affiancato dal violino di Gidon Kremer per il concerto di Mieczyslaw Weinberg (la serata si completa con la Sinfonia n. 5 di Čajkovskij). Gli archi della Budapest Festival Orchestra e della Cherubini si cimentano invece in un programma cameristico di Bach, Čajkovskij e J. M. Haydn diretto da Janos Pilz, mentre la BFO è in scena anche il giorno seguente diretta da Ivan Fischer nella Sinfonia n. 3 di Brahms e la “Sheherazade” di Rimskij-Korsakov. Il concerto che conclude quest’edizione vede Riccardo Muti e i Cherubini di nuovo insieme, dopo i concerti dell’Amicizia, per la Sinfonia “Roma” di Bizet, Il lago incantato di Anatolij Ljadov e Les préludes di Liszt.  La musica antica è rappresentata dal ritorno di Jordi Savall con il suo ensemble Hespèrion XXI per Folías & Canarios del Antiguo y del Nuevo Mundo e quello dell’Orlando Consort con The Birth of the Renaissance. I 100 Cellos guidati da Giovanni Sollima ed Enrico Melozzi sono protagonisti invece di quattro intense giornate di eventi, coronate da una festa del progressive rock con la partecipazione di PFM Premiata Forneria Marconi. Dalla Sicilia arrivano anche la cantantessa Carmen Consoli con il tour di Volevo fare la rockstar e La Rappresentante di Lista per la prima volta con un’orchestra sinfonica – la Corelli diretta da Carmelo Emanuele Patti, anche arrangiatore dei brani. Quest’ultimo è il terzo dei tre appuntamenti previsti al Paviglione di Lugo, dove sbarcano anche la virtuosa del jazz “confidenziale”, Diana Krall, e un omaggio a Buena Vista Social Club con il Roberto Fonseca Trio e Eliades Ochoa. A Palazzo S. Giacomo è protagonista per una notte la musica irlandese, con Martin Hayes e i Birkin Tree; la prima delle due serate a Russi è invece dedicata al rap con Claver Gold e l’Orchestra Corelli.  Il Trebbo in musica 2.2 a Cervia-Milano Marittima si apre il 18 giugno con Corrado Augias e include, oltre ai già citati omaggi a Pasolini e la serata dedicata a Battiato, la prima dello spettacolo di Zerocalcare, spalleggiato dal musicista GiancaneAldo Cazzullo e Moni Ovadia per Il duce delinquente, il cantautore Eduardo De Crescenzo alla riscoperta della canzone classica napoletana.

Imponente, come sempre, lo spazio dedicato alla danza, con Les Italiens de l’Opéra de Paris, in un gala ideato dal primo ballerino Alessio Carbone. Attesissimo ritorno quello del Béjart Ballet Lausanne con Gil Roman che firma t ‘M et variations, mentre Béjart fête Maurice include, oltre all’omaggio a Pasolini, una dedica a Micha van Hoecke, coreografo di riferimento del Festival scomparso nel 2021, che verrà ricordato anche con Canto per un poeta innamorato curato da Miki Matsuse, inseparabile collaboratrice e compagna di vita. La Hofesh Shechter II, compagnia di otto giovani talenti, presenta Contemporary Dance 2.0, il più recente dei lavori del coreografo israeliano, mentre con Virtual Dance for Real People, un progetto della FND/Aterballetto, il pubblico può apprezzare la coreografia in presenza ma anche farne esperienza con visori VR. Completano il percorso danza due proposte dantesche: il Paradiso di gruppo nanou, creato con l’artista Alfredo Pirri e il musicista Bruno Dorella, e Inferno – Terra del fuoco di Compagnia Artemis Danza / Monica Casadei. Il programma del Festival include poi le ultime produzioni teatrali delle compagnie del territorio. Oltre ai lavori firmati da Eugenio Sideri, Elena Bucci, Marco Martinelli ed Ermanna Montanari, nei trent’anni di Fanny & Alexander, il Festival ne ospita il polittico video-concerto The Garden e Addio fantasmi, basato sul romanzo di Nadia Terranova.

Archiviata l’estate, il Festival riparte poi dal 31 ottobre al 6 novembre con la decima edizione della Trilogia d’Autunno che vedrà avvicendarsi, sera dopo sera, tre titoli d’opera sul palcoscenico del Teatro Alighieri. Quest’anno sono protagonisti i capolavori di Mozart e Da Ponte: Le nozze di FigaroDon Giovanni e Così fan tutte diretti rispettivamente da Giovanni ContiErina Yashima e Vladimir Ovodok. Il progetto vede il Festival intrecciare le compagini “di casa” intitolate a Luigi Cherubini e i giovani direttori che sono stati allievi dell’Accademia di Riccardo Muti a due dei teatri più antichi d’Europa, lo svedese Drottningholms Slottsteater e l’Opéra Royal de Versailles, nelle produzioni dirette alla regia da Ivan Alexandre.