Paolo Nori, uno spettacolo sulla libertà attraverso Charms e Brodskij

Dal 14 al 19 marzo al Teatro Due di Parma

08 marzo 2023

Scrittore e traduttore, Paolo Nori ha regalato al pubblico italiano molte straordinarie opportunità di entrare in relazione con la cultura russa, lavorando su autori come Puškin e Gogol’, e scrivendo romanzi che raccontano vite e opere di figure capitali della letteratura mondiale, come nei due ultimi lavori editi da Mondadori e dedicati rispettivamente a Fëdor Dostoevskij (Sanguina ancora, 2021) e Anna Achmatova (Vi avverto che vivo per l’ultima volta. Noi e Anna Achmatova, 2023). Altre due figure eccellenti della letteratura russa, Daniil Charms e Iosif Brodskij, sono ora al centro di un nuovo spettacolo di Nori prodotto da Fondazione Teatro Due, che andrà in scena a Parma dal 14 al 19 marzo. Il titolo, La libertà. Primo capitolo, rende conto della complessità di fare un discorso sulla libertà che possa arrivare davvero a una conclusione, che sia quindi in qualche modo finito, o definitivo. Quello che si vedrà in scena a Parma, per la cura di Paola Donati, è allora un primo tentativo di accerchiare la questione, la prima tappa di un percorso possibile.

Attraverso Charms e Brodskij, autori che con le loro opere e la loro vita hanno cantato e incarnato, forse, quell’idea di libertà che l’avvocato anarchico Pietro Gori aveva espresso così: “Nostra patria è il mondo intero, nostra legge la libertà”, Nori racconta e si racconta. L’assunto da cui parte lo scrittore parmigiano è che la teoria anarchica sia sostanzialmente basata sull’idea che l’essere umano sia buono, ed essendo un’idea difficilmente dimostrabile, l’unico modo per rivelare la sua forza è parlarne per esempi. Il discorso di Nori scorre infatti sul filo della relazione tra noi e chi ci governa. “Io – spiega – invece che dai vari governi Pentapartito o monocolore che si dice si siano alternati alla guida del paese negli anni della mia adolescenza e della mia giovinezza, io, piuttosto che da loro, sono stato governato da Bulgakov, da Chlebnikov, da Charms, da Mandel’štam, da Blok, da Puškin, da Anna Achmatova, da Lev Tolstòj, da Gogol’, da Dostoevskij, da Victor Erofeev, da Iosif Brodskij, da Ivan Gončarov, e sono stato, a volte, per degli attimi, per dei giorni, per dei mesi, un suddito felice e riconoscente. È possibile, oggi, una cosa del genere? Vediamo”. Le parole di Nori sono accompagnate dalle musiche originali composte da Alessandro Nidi che le esegue in scena insieme a Alessandro Zezza, Andrea Coruzzi, Filippo Nidi, con le luci di Luca Bronzo.