Il ritorno di Mefistofele. Una nuova produzione a Modena

Il 7 e 9 ottobre al Teatro Comunale Pavarotti-Freni

05 ottobre 2022

Manca a Modena dalla stagione 1956/57, il Mefistofele di Arrigo Boito. A interpretare il ruolo di Margherita c’era allora una giovanissima Mirella Freni. A distanza di oltre sessantacinque anni sarà proprio questo titolo, in una nuova produzione diretta da Francesco Pasqualetti, con la regia di Enrico Stinchelli, ad aprire il 7 ottobre alle 20 (replica il 9 alle 15.30) la stagione lirica del Teatro Comunale Pavarotti-Freni. Ispirato al dramma di Goethe, ovvero alla vicenda di Faust che stinge un patto col diavolo, il Mefistofele è il massimo capolavoro di Boito, anche se il suo nome è associato al libretto dei due capolavori di Verdi, Otello e Falstaff. Ma Boito, raffinato intellettuale della Scapigliatura italiana, fu in effetti uno tra i primi compositori a scrivere sia il libretto che la musica del suo masterpièce.

L’opera, al debutto alla Scala nel 1868, fu un fiasco clamoroso, e costrinse l’autore a rifare tutto per una ripresa bolognese del 1875 a Bologna, dove comincio invece un’ascesa straordinaria del titolo, passato attraverso successive revisioni e adattamenti, fino a raggiungere alla fine dell’Ottocento un posto stabile in repertorio.

La nuova produzione del teatro modenese in coproduzione con Fondazione Teatri di Piacenza è un allestimento che riprende elementi scenici della Fondazione Teatro di Pisa conservando l’ambientazione originale del libretto. Nel cast  Simon Lim (Mefistofele), Antonio Poli (Faust), Marta Mari (Margherita/Elena), Eleonora Filipponi (Marta), Paolo Lardizzone (Wagner), Shay Bloch (Pantalis) e Vincenzo Tremante (Nerèo). Numerosi interpreti sono usciti dall’alta formazione di Modena Città del Belcanto, sia dal master di Raina Kabaivanska che dall’alto perfezionamento del Teatro Comunale, quali Lim, Filipponi, Bloch e Tremante. Le masse corali saranno quelle del Coro Lirico di Modena insieme al Coro del Teatro Municipale di Piacenza preparati da Corrado Casati e delle Voci bianche del Teatro Comunale di Modena dirette da Paolo Gattolin. Lo spettacolo si avvale anche di video e luci di Angelo Sgalambro e delle coreografie firmate da Michele Merola per i danzatori di Agora Coaching Project/ MM Contemporary Dance Company.

“Nel Mefistofele bisogna crederci – dice Stinchelli – e se ci si abbandona al viaggio alla fine non ci si pente: musica coinvolgente e di felicissima fattura, scene immaginifiche e varie, tra le più efficaci che possa annoverare il melodramma. Non è Berlioz, non è Verdi, non è Wagner, ma possiede il fuoco creativo di questi inarrivabili modelli. Boito condensò nel Mefistofele il suo credo artistico, direi proprio la sua filosofia di vita”. Giovedì 6 alle 18 l’opera verrà presentata al pubblico dal regista, per la serie Invito all’Opera presentata in collaborazione con Amici dei Teatri Modenesi.