- Data di pubblicazione
- 19/06/2023
- Ultima modifica
- 19/06/2023
Il folklore nordico del Peer Gynt all’Arena Shakespeare di Parma
Il 20 e 21 giugno al Teatro Due di Parma
È una delle più belle opere di formazione di sempre, Peer Gynt, un dramma in versi all’incrocio tra scandaglio psicologico, antinaturalismo fiabesco e folklore nordico mitologico. A scriverlo, com’è noto, è stato il padre del dramma moderno, il norvegese Henrik Ibsen. Ma a differenza delle sue opere della maturità, capisaldi di una scrittura psicanalitica e naturalistica, puntualmente ambientate in soffocanti salotti in cui i personaggi guerreggiano a forza di ricordi ed evocazioni di fantasmi del passato, nel Peer Gynt si viaggia moltissimo, dal mare al Sahara, dal Gudsbransdal al Marocco. Un dramma difficile da mettere in scena, che non a caso approdò sul palcoscenico di Christiania (oggi Oslo) solo nel 1876, ben nove anni dopo essere stato scritto, in una versione musicale. Per allestirlo Ibsen chiese infatti a Edvard Grieg di comporre le musiche di scena. Ed è proprio questa versione musicale che il Peer Gynt va ora in scena in prima nazionale il 20 e 21 giugno al Teatro Due di Parma, nello spazio esterno dell’Arena Shakespeare, nell’ambito del Reggio Parma Festival.
A portare in scena questa complessa e affascinante opera sono ben quindici attori, Roberto Abbati, Valentina Banci, Cristina Cattellani, Laura Cleri, Davide Gagliardini, Michele Lisi, Carlotta Mangione, Andrea Mattei, Elisabetta Mazzullo, Ilaria Mustardino, Luca Nucera, Chiara Sarcona, Massimiliano Sbarsi, Francesca Tripaldi, Pavel Zelinskiy diretti da Daniele Abbado, mentre ad eseguire le musiche è La Fil – Filarmonica di Milano diretta da Marco Seco. Lo spettacolo, prodotto per questa edizione di Reggio Parma Festival da Fondazione Teatro Due, in collaborazione appunto con LaFil – Filarmonica di Milano, prosegue la ricerca sul teatro musicale cara alla Fondazione, tesa a indagare il rapporto tra parola e musica, tra azione scenica e tessitura musicale e già sperimentata con la messa in scena di opere quali, fra le altre, Il Sogno di una notte di mezza estate con le musiche di Felix Mendelssohn Bartholdy e Molto rumore per nulla con le musiche di scena di Erich Wolfgang Korngold.
Personaggio centrale dell’opera è lo scanzonato sognatore Peer che attraversa i mille rivoli di un’esistenza continuamente messa alla prova dal destino. Lo si vede infatti avventurarsi in molteplici avventure che lo portano fra le sabbie del deserto egizio e le coste del Marocco, fra i boschi norvegesi e il Mare del Nord, grazie a una scrittura che ne scandaglia la vita fino all’ultimo respiro. “Mettere in scena Peer Gynt – ha spiegato Abbado – è una sfida estremamente affascinante che mi ha entusiasmato e intimorito allo stesso tempo. È un testo debordante in 5 atti, difficilissimo da comprendere, che è stato affrontato da pochi registi. La vicenda stessa del testo di Ibsen è particolare. Ibsen scrive Peer Gynt mentre è in Italia, viene influenzato dalla luce dei luoghi e dalla cultura. Il testo viene pubblicato in Norvegia ed ha subito successo, ma non viene messo in scena fino a quando, sempre in Italia, Ibsen incontra Grieg. Lo stesso Grieg, poco convinto all’inizio del progetto, scrive poi straordinarie musiche di scena. Tutto questo materiale contiene delle autentiche bombe esplosive nei confronti della razionalità umana e sociale. Così come avvenuto per Ibsen con Grieg, fondamentale per me è stato l’incontro con Marco Seco. Abbiamo dato concretezza al nostro progetto, portando quest’opera ad una sua essenzialità e purezza che siamo orgogliosi di poter presentare in prima nazionale al Reggio Parma Festival”. “Quello che io e Daniele Abbado vogliamo fare – dice anche Seco – è proprio lavorare come fecero a fine ‘800 Ibsen e Grieg, rileggendo la partitura alla luce del momento storico che stiamo vivendo. Vogliamo che non venga vista come un’opera conclusa ma che sia intesa come qualcosa di vivo, in continuo divenire.” Scene e luci dell’allestimento sono di Angelo Linzalata, i costumi di Giada Masi e i movimenti scenici di Riccardo Micheletti.