Presenti nel mondo. La nona edizione della Stagione Agorà

Da ottobre a maggio nei Comuni dell’Unione Reno Galliera

04 ottobre 2024

Il titolo, Presenti nel mondo, è un omaggio alle parole di Alessandra Belledi, protagonista della vita teatrale e culturale della nostra regione e non solo, scomparsa nel maggio scorso. “Essere a teatro è essere oggi presenti nel mondo”, diceva infatti Belledi, ed è appunto questa la vocazione seguita da Agorà, la speciale stagione che da quasi un decennio (siamo ormai alla nona edizione) porta il teatro in diversi spazi culturali degli otto comuni dell’Unione Reno Galliera. Sono una trentina i titoli in programma, con una predilezione per il teatro di parola e la nuova drammaturgia, ma senza dimenticare incursioni nella danza contemporanea.

Si parte il 12 e 13 ottobre al Teatro Biagi D’Antona di Castel Maggiore con Vorrei una voce di Tindaro Granata, spettacolo nato da un percorso dell’attore, autore e regista siciliano nella Casa Circondariale di Messina con le detenute di alta sicurezza, insieme alle quali ha intrepretato l’ultimo concerto live di Mina. All’emancipazione delle donne è dedicato anche il lavoro della Compagnia Piccolo Canto, Chiaroscuro (23 novembre Teatro La Casa del Popolo, Castello d’Argile), che racconta la storia della pittrice Artemisia Gentileschi. Il 30 dicembre, ancora a Castel Maggiore, Angela Malfitano e Francesca Mazza (Tra un atto e l’altro) insieme a Teatrino Giullare raccontano invece la vicenda della principessa Turandot, in Turandot. Una fiaba, facendo emergere il coraggio e la capacità di ribellione alle antiche regole del personaggio.

Parla poi di relazioni familiari Elogio della vita a rovescio (18 ottobre, Teatro Comunale di Argelato), un progetto di Daria Deflorian e Giulia Scotti che a partire dall’universo letterario della scrittrice sudcoreana Han Kang, ripercorre la storia di una sorella, quella che “fin da bambina aveva posseduto quell’innata forza di carattere necessaria a farsi strada nella vita”, svelando gradualmente il peso dell’altra, quella strana, quella che ci ha lasciato. L’eco della presenza di una sorella risuona anche nel lavoro del giovane autore e interprete Pietro Giannini, classe 2000: La costanza della mia vita (9 novembre, Sala Giulietta Masina, San Giorgio di Piano), Menzione speciale al Premio Scenario 2023, il racconto di un processo di separazione famigliare filtrato da occhi e orecchie ancora abituati alle favole. Parla invece del rapporto genitori-figli, quando i figli non sono più giovani, La morte ovvero il pranzo della domenica (15 marzo, Teatro Casa del Popolo, Castello d’Argile) della Compagnia Diaghilev – Dammacco/Balivo: in scena Serena Balivo dà corpo e voce a una donna che ogni domenica va a pranzo dai suoi genitori ultranovantenni, in salute ma consapevoli che presto dovranno affrontare la morte. Oscar De Summa, invece, in uno suo spettacolo cult, L’ultima eredità (24 maggio, Parco Casa della Musica, San Pietro in Casale), narra di un uomo che intraprende un viaggio – geografico ed emotivo – per andare a salutare il padre malato e congedarsi da lui, abbandonando per sempre la condizione di figlio.

Ai temi della comunicazione e della incomunicabilità sono poi dedicati, ciascuno secondo una sua precisa declinazione poetica, Atlante linguistico della Pangea di Sotterraneo (14 dicembre, Teatro Alice Zeppilli, Pieve di Cento), Potevo essere io di Renata Ciaravino, con Arianna Scommegna (1 febbraio, Teatro La casa del popolo, Castello d’Argile), Mad in Europe di Angela Demattè (21 febbraio, Teatro Biagi D’Antona, Castel Maggiore), La macchia di Fabio Pisano (12 aprile, Teatro La Casa del Popolo, Castello d’Argile). Si basa invece sulla relazione – anche quella con il pubblico – Album di Kepler-452 (10 maggio, Centro Sociale Pertini, Castel Maggiore), che si misura con la memoria e con il suo sbiadire.

In programma ci sono poi molti altri lavori di drammaturgia contemporanea che ci raccontano di come stiamo oggi, come L’estinzione della razza umana di Emanuele Aldrovandi (3 maggio, Teatro Comunale di Argelato), WE DID IT! di Ateliersi (31 maggio, Borgo Digani, Argelato), mentre di lasciti del passato parlano l’iconico spettacolo Him di Fanny & Alexander (11 gennaio, Teatro Alice Zeppilli, Pieve di Cento) con Marco Cavalcoli che assume le fattezze dell’Hitler inginocchiato di Maurizio Cattelan, In quelle tenebre di Rosario Tedesco con Nicola Bortolotti (25 gennaio, Teatro Biagi D’Antona, Castel Maggiore) che affronta la vicenda e l’oscurità di Franz Stangl, comandante dei campi di sterminio di Sobibór e Treblinka, e lo storico Kohlhaas di Marco Baliani (8 marzo, Centro Culturale Teze, Bentivoglio), caposaldo del teatro di narrazione.

Agli 80 anni della Liberazione sono dedicati ben cinque spettacoli in un progetto intitolato Scrivere Libertà, che comprende anche lo storico monologo Radio Clandestina di Ascanio Celestini, che ricorda l’eccidio delle Fosse Ardeatine (23 marzo, Teatro Alice Zeppilli di Pieve di Cento). Per la danza contemporanea si vedranno Sfera # uno stato eternamente nascente di Michele di Stefano / mk (16 novembre sempre al Teatro Alice Zeppilli) e Voice Over di Paola Bianchi (7 dicembre, Teatro La Casa del Popolo di Castello d’Argile). Da non perdere due momenti dedicati al piacere della visione, dell’ascolto e dei sensi: il Gala di Santo Stefano (26 dicembre al Teatro Biagi D’Antona, Castel Maggiore), e l’irresistibile Pasticceri, io e mio fratello Roberto, di Roberto Abbiati e Leonardo Capuano (21 dicembre Biblioteca Zangrandi, San Venanzio di Galliera).