- Data di pubblicazione
- 27/11/2024
- Ultima modifica
- 27/11/2024
Due donne di teatro dell’Emilia-Romagna tra le vincitrici del Premio Ivo Chiesa
Paola Donati e Laura Mariani premiate a Genova il 25 novembre
Ci sono due professioniste della nostra regione tra i vincitori e le vincitrici della quinta edizione del Premio Internazionale Ivo Chiesa, premio istituito dal Teatro Nazionale di Genova nel 2020 che abbraccia prosa, opera e danza, destinato a chi ha dedicato la propria vita al teatro e articolato in dieci diverse categorie per dare riconoscimento a ogni forma di vissuto teatrale, dai registi agli organizzatori, dalle maestranze agli attori, dai critici ai pedagoghi. Nel corso di una emozionante cerimonia, andata in scena allo Stabile di Genova il 25 novembre, sono state infatti premiate Paola Donati, direttrice di Fondazione Teatro Due di Parma, e Laura Mariani, studiosa e docente all’Università di Bologna.
A Donati è stato consegnato, dall’attrice Elisabetta Pozzi (che figura tra i giurati), il Premio “Una vita per il teatro”, con la seguente motivazione: “Figura di spicco della scena teatrale italiana e internazionale, Paola Donati coniuga sapientemente l’attività organizzativa con quella artistica, teorica e pedagogica. Tra le poche donne in Italia a dirigere un teatro pubblico, è difficile riassumere tutte le iniziative firmate da Donati: il Teatro Festival di Parma, la Direzione organizzativa del Festival di Musica “Due Dimensioni, l’Orchestra da camera “Renzo Martini”, ma è nel novero della storica Compagnia del Collettivo, e poi Teatro Due, che Donati trova la sua strada: nel 1998 diventa infatti Presidente del Teatro Stabile di Parma, avviando un percorso sempre attento all’arte dell’Attore. Promuove la riapertura agli spettacoli del monumentale Teatro Farnese, con il progetto “FarneseShakespeare”. Cura la prima edizione di Teatro Festival Poesia e successivamente inizia la sua attività di docenza all’Università di Venezia IUAV dove dal 2008 è direttrice del corso triennale. Dal 2005 cura l’ideazione e la direzione scientifica del Master di Alta Formazione “L’attore europeo tra teatro, danza e musica”. Insegna poi all’Università La Sapienza di Roma, all’Ecole d’Arts Plastiques di Montecarlo, all’Università di Parma. Segno concreto della sua direzione la creazione della “Arena Shakespeare”. Come ha insegnato Ivo Chiesa, passione, militanza, lungimiranza, coraggio, consapevolezza, intraprendenza: sono cardini attorno ai quali si fonda la vita di un teatro e che ardono nelle fondamenta di Teatro Due di Parma.
A Laura Mariani, invece, è andato il Premio “Museo-Biblioteca dell’attore”, attribuitole con questa motivazione: “Studiosa rigorosa quanto appassionata, riconosciuta in Italia e all’estero, Laura Mariani ha attraversato mondi diversi, sempre impegnata dalla parte giusta della barricata, quella del riconoscimento della funzione delle donne nella storia della società e del teatro. Nel 1982 pubblica il suo primo libro: Quelle dell’idea. Storie di detenute politiche. 1927-1948 basato su fonti orali e ricerche d’archivio. L’anno successivo, proprio per questo libro, le viene conferito il premio letterario Sant’Anna di Stazzema. Nel 1987 all’Università di Bologna discute una tesi di dottorato di ricerca Donne di teatro nel primo Novecento che sintetizza le sue competenze di storica orale. Da allora si dedica alla storia delle attrici, pubblicando libri diventati testi di riferimento. Impossibile condensare in poche righe i suoi contributi scientifici, ma è d’obbligo ricordare L’attrice del cuore. Storia di Giacinta Pezzana attraverso le lettere (2005), ritratto esemplare di un’artista d’eccezione, mazziniana ed emancipazionista. I suoi interessi si estendono alla scena attuale: dopo aver scritto su Dacia Maraini, si occupa di drammaturgia contemporanea, in particolare di Jon Fosse; ma spazia da De Berardinis a De Capitani, da Vitti a Cuticchio. La curiosità instancabile che la contraddistingue la spingono nuovamente a dedicarsi alle attrici dell’Ottocento e del Novecento. In lei convivono appassionata militanza, attivismo, rigore scientifico. Ma quel che si avverte, in ogni pagina dei suoi libri, in ogni conferenza o occasione pubblica, è un sincero, profondo, amore per il teatro”.
I nostri complimenti a entrambe!