Il coraggio di investire sulla bellezza. La XXXVI edizione di Ravenna Festival
Dal 31 maggio al 13 luglio
Saranno oltre mille gli artisti coinvolti nella XXXVI edizione del Ravenna Festival. Una potenza di fuoco, un’esplosione di musica, danza e teatro che risponda ai tempi oscuri che corrono con la bellezza, la raffinatezza, l’emozione, il dialogo. Donde hay música no puede haber cosa mala, ovvero “dove c’è musica non ci può essere alcun male”. A fare da claim alla kermesse ravennate sono le parole del Don Chisciotte di Cervantes, opera a cui Albe/Ravenna Teatro (assieme ai cittadini e alla cittadine di Ravenna) hanno dedicato un progetto triennale (Don Chisciotte ad ardere) che arriva a compimento proprio in questa edizione, con una terza parte inedita presentata assieme alle due precedenti fra Palazzo Malagola, Palazzo di Teodorico e Teatro Rasi. Ma l’invito al coraggio da Cervantes arriva fino all’oggi grazie al lavoro di artisti straordinari che con il loro “creare” si oppongono al “distruggere”, tessendo speranza e nuovi inizi.
A inaugurare il Festival il 31 maggio è Riccardo Muti con l’Orchestra Cherubini e il violinista Giuseppe Gibboni. Poi si va avanti fino al 13 luglio con oltre cento alzate di sipario tra musica, danza e teatro unite in un programma attraversato da una intensa riflessione sugli “eroi per il nuovo millennio”.Oltre al concerto inaugurale di Muti la sezione sinfonica include Zubin Mehta con l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino e la violinista Amira Abouzahra e Daniel Harding alla guida dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Vivaldi d’amore è la serata che Accademia Bizantina dedica ai concerti per archi, violino e viola d’amore del Prete Rosso con direttore e solista Alessandro Tampieri. Sull’orizzonte contemporaneo si stagliano Max Richter con il suo più recente album In A Landscape e le Surrogate Cities di Heiner Goebbels – il compositore curerà anche la mise en espace di quest’imponente ciclo orchestrale nella nuova produzione di Ravenna Festival. Il Duo Aria rende omaggio a Luciano Berio nel centenario della nascita, mentre sono due gli appuntamenti con la nuova generazione del pianismo, con Pietro Fresa e Alexander Gadjiev.
Tra le formazioni cameristiche l’eclettico vision string quartet da Berlino, il Trio Orelon per Haydn, Beethoven e Arensky, il Signum Saxophone Quartet che spazia da Grieg a Piazzolla, Marco Albonetti con il FontanaMix Ensemble per musiche dal mondo arrangiate da Fred Sturm e il folk avant-garde del trio sloveno Širom. Alla Fattoria Guiccioli, dove Anita Garibaldi morì nel 1849, è in scena l’opera di Gilberto Cappelli a lei dedicata. La Zawinul Legacy Band 3.0 ripercorre l’odissea musicale del pioniere del jazz fusion e The Wall & Pink Floyd Greatest Hits unisce la MM Dance Company, i Pink Sonic, l’Orchestra Città di Ferrara e il Coro del Teatro Comunale di Ferrara, mentre con Rapsodia fantastica la musica di Giacomo Cuticchio incontra il Teatro dei Pupi del padre Mimmo e Vincenzo Capezzuto e il Motus Mandolin Trio celebrano la canzone napoletana nell’Ottocento. A Cervia-Milano Marittima, Il Trebbo in musica include l’omaggio di Fabrizio Bosso e Julian Oliver Mazzariello a Pino Daniele, Aldo Cazzullo e Moni Ovadia con Il romanzo della Bibbia, Mario Tozzi e il jazzista Enzo Favata per una disamina geologico-musicale del Mediterraneo, Dardust con il suo Urban Impressionism, una nuova produzione con Carlo Lucarelli, La Traviata sono io con Alessio Boni su testo di Filippo Arriva e la cantante Arooj Aftab con il suo più recente album Night Reign. Il tris di concerti al Pavaglione di Lugo si apre con la prima italiana di The Passion of Octavius Catto di Uri Caine, seguita dall’appuntamento con Enrico Rava e Stefano Bollani e quello con Malika Ayane, per la prima volta in “versione sinfonica” con l’Orchestra La Corelli. Palazzo San Giacomo a Russi è la scenografia di La notte dello Spiritual Jazz con Lakecia Benjamin, Hamid Drake e James Brandon Lewis e La lunga notte irlandese con i Dervish, Derek Hickey, Mick O’Brien e Ciara Ní Bhriain e i Birkin Tree.
Al centro della rassegna Cantare amantis est, curata da Anna Leonardi e Michele Marco Rossi (autori nel 2024 della Chiamata alle Arti), c’è invece il canto nella sua dimensione corale. Domenica 1 e lunedì 2 giugno cori di tutt’Italia prendono parte prove e lezioni su pagine verdiane con la guida di Riccardo Muti, mentre con Another Bach in the Wall saranno presentati i murales alla Mensa di Fraternità della Parrocchia di San Rocco realizzati da artisti della Chiamata alle arti, e la Basilica Metropolitana ospiterà un concerto per il Giubileo. Per gli appuntamenti nelle basiliche il Festival ha poi commissionato una nuova sacra rappresentazione: Rut, raccolti di speranza, composta da Marianna Acito su libretto di Francesca Masi. Le messe in scena a tema sacro contano anche Membra Jesu Nostri di Dietrich Buxtehude, affidato al Coro & Ensemble 1685 del Conservatorio Giuseppe Verdi di Ravenna, con il visual project dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna, mentre l’oratorio San Giovanni Battista composto da Alessandro Stradella per l’anno giubilare 1675 è eseguito dall’Ensemble Mare Nostrum. I 500 anni dalla nascita di Palestrina sono celebrati a San Vitale dai Tallis Scholars, insieme ai novant’anni di Arvo Pärt, e dall’ensemble vocale Odhecaton. Tallis, Odhecaton e Gruppo Vocale Heinrich-Schütz prenderanno parte anche a In templo Domini. Sono invece quattro i concerti Voci e musiche dalla Palestina, parte anche del Festival delle Culture, e nove gli appuntamenti pomeridiani della rassegna ecosostenibile e diffusa Romagna in fiore (10 maggio-2 giugno).
Per la danza torna il gala Les étoiles curato da Daniele Cipriani chiude il programma estivo il 13 luglio in una versione “pour homme”, ma da segnalare sono anche il tributo a Ennio Morricone con Notte Morricone del Centro Coreografico Nazionale/Aterballetto (che propone anche le MicroDanze al Museo Classis), e un doppio omaggio a Micha van Hoecke con il riallestimento La dernière danse? ad opera di Miki Matsuse con il Balletto di Roma e una mostra fotografica. In prima anche Fragolesangue di Monica Francia, Ida Malfatti e Zoe Francia Lamattina.
Uno spazio privilegiato è quello riservato al teatro. Oltre al progetto dedicato a Don Chisciotte si potrà assistere infatti alla Lisistrata “rimessa in vita” da Marco Martinelli con un gruppo di adolescenti partenopei, mentre il Grande Teatro di Lido Adriano si confronta con il Bhagavadgītā, riletto con il coinvolgimento di decine di giovani e adulti della località della riviera. Da non perdere poi Del coraggio silenzioso, uno spettacolo di e con Marco Baliani, la prima di Ghosts di Fanny & Alexander, basato su racconti di fantasmi di Edith Wharton, e Finale di partita di Beckett secondo Nerval Teatro.
Non mancherà la consueta Trilogia d’Autunno (12-16 novembre), interamente dedicata a Händel, con due nuovi allestimenti di Orlando e Alcina, a cui si aggiunge l’esecuzione del Messiah, con Ottavio Dantone alla guida dell’Orchestra Cherubini e il Coro della Cattedrale di Siena “Guido Chigi Saracini”.
Ravenna Festival 2025 è sostenuto dal Ministero della Cultura, dalla Regione Emilia-Romagna e dal Comune di Ravenna, con Eni partner principale altri sponsor al fianco della manifestazione.
Allegati
- Data di pubblicazione
- 10/03/2025
- Ultima modifica
- 10/03/2025