Stuporosa: il lutto come rito condiviso in danza

15 ottobre 2025

Il lutto come rito condiviso attraverso la danza. Il 16 ottobre alla Fonderia di Reggio Emilia arriva Stuporosa, spettacolo di Francesco Marilungo che agli ultimi Premi Ubu (nel 2024) è stato incoronato come miglior lavoro di danza dell’anno. La creazione parte da rituali popolari del Sud (lamenti, tarantismo, ballo di San Vito) e li ricompone in una partitura corale che mette al centro il lutto come pratica condivisa, guidando lo spettatore in un attraversamento fisico e sonoro essenziale, una danza ipnotica che trae il suo titolo dai testi di Ernesto de Martino (che parlava di “ebetudine stuporosa” in relazione al lutto).

A dare corpo e voce all’opera è un ensemble al femminile di grandi interpreti della danza contemporanea come Alice Raffaelli, Barbara Novati, Roberta Racis, Francesca Linnea Ugolini, Martina di Prato, assieme a Vera Di Lecce, autrice della musica che entra in connessione con le altre figure in scena. Un gruppo compatto che alterna verticalità e abbandono, resistenza e resa, con una cura del dettaglio che rende riconoscibili e contemporanee figure di pathos antiche. Sulla scena, il pianto delle interpreti si frange in sfumature: trattenuto, soffocato, poi canto, fino a diventare musica che richiama antiche nenie salentine. Le “figure di pathos” emergono e si dissolvono come immagini arcaiche che il corpo custodisce da sempre: un’alfabetizzazione emotiva che non indulge, ma stilizza il sentimento, lo de-isterizza, e lo affida alla comunità presente in sala. Marilungo orienta il rito con una partitura fisica e sonora che invita a riconoscere la necessità di un istituto condiviso del lutto, un tempo comune per attraversare la crisi. 

Per Francesco Marilungo – passato da studi di ingegneria alle scene europee, con e collaborazioni che vanno da Enzo Cosimi a Alessandro Sciarroni – Stuporosa è una tappa fondamentale di un percorso d’artista che fonde danza, arti visive e performance.  Nei suoi lavori ricorre infatti al corpo come portatore del duplice valore iconico/narrativo per indagare le figure archetipiche dell’inconscio collettivo con particolare attenzione al perturbante, a tutto ciò che è connesso al desiderio interdetto. Come avviene in Stuporosa e nel più recente Cani Lunari, una riflessione sulla magia intesa come sapere alternativo alla scienza positiva: un invito a recuperare alla nostra coscienza qualcosa del mondo delle streghe per provare a re-incantare il mondo.