- Data di pubblicazione
 - 03/11/2025
 - Ultima modifica
 - 03/11/2025
 
Dance Week alla Fonderia: Aterballetto apre casa alla città
Dal 6 all’11 novembre CCN/Aterballetto di Reggio Emilia apre la sua casa per mostrare cosa significa oggi essere un centro coreografico nazionale. Non solo spettacoli, ma prove condivise, laboratori, appuntamenti per le scuole, dialoghi con l’arte contemporanea e con la città faranno della Fonderia il cuore pulsante di una Dance Week. Mentre il resto dell’ensemble è in tournée in Sudafrica, otto danzatori della compagnia condivideranno infatti con il pubblico il loro lavoro.
Si parte con Il Combattimento di Tancredi e Clorinda (6 novembre, matinée per le scuole e replica serale). Il riferimento è duplice, a Torquato Tasso e a Claudio Monteverdi, ma lo sguardo è attuale. Fabio Cherstich e Philippe Kratz riprendono la storia d’amore travolta dalla guerra che nel 2025 compie 450 anni dalla prima stesura della Gerusalemme liberata e la mettono nei corpi di Alessia Giacomelli e Kiran Gezels, nella voce del tenore Raffaele Giordani e nel clavicembalo di Francesco Luigi Trivisano.
Il centro del programma sono le tre serate con Preludio / An Echo, A Wave / Solo Echo (7, 8 e 9 novembre), affidate agli otto danzatori rimasti a Reggio. In Preludio Diego Tortelli lavora sulle canzoni e sui testi di Nick Cave, trasformando temi come fede, perdita e ossessione in materia coreografica, senza limitarsi a seguirne il ritmo. In An Echo, A Wave Philippe Kratz debutta con un brano che pensa il movimento come onda, ritorno, meraviglia del mare. A chiudere c’è Solo Echo di Crystal Pite, ispirato a Brahms e alla poesia “Lines for Winter” di Mark Strand, riflessione sul tempo che passa e su ciò che resta. Ogni sera, in apertura, una nuova MicroDanza di Antonella Bertoni.
La settimana dialoga anche con l’arte visiva. Con Visioni del corpo: Maurizio Cattelan (9 e 10 novembre) il narratore Nicolas Ballario racconta tre opere dell’artista e, insieme a Lara Guidetti e ai danzatori Alessia Giacomelli e Kiran Gezels, le traduce in gesto. È un incontro fra la provocazione dell’arte contemporanea e la concretezza del corpo in scena, pensato per un pubblico curioso e non solo per gli addetti ai lavori.
L’ultima giornata guarda alle nuove generazioni. Stravaganze in sol minore (11 novembre, matinée scolastiche) di Francesca Lattuada accompagna bambine e bambini dentro il mondo di Toti Scialoja, tra rime nonsense e immagini che si aprono come giochi. Stesso luogo, stesso livello di cura, pubblico diverso: è l’idea che la danza pubblica debba essere accessibile senza abbassare la qualità.
In parallelo scorrono le lezioni con i danzatori, i workshop di contemporaneo e il laboratorio condotto da Cristina Kristal Rizzo e Diana Anselmo nell’ambito di Reggio Emilia Città senza Barriere, un percorso in cui la danza diventa linguaggio di inclusione e scoperta e uno spazio in cui corpi, differenze e immaginazione si incontrano per ridefinire i concetti di bellezza, forza e comunicazione. A fare da cassa di risonanza il Festival Aperto, che in quegli stessi giorni porta in città, tra gli altri, la prima assoluta Michel • The Animals I Am di Chiara Bersani (9 novembre) e Monumentum DA di Cristina Kristal Rizzo e Diana Anselmo (12 novembre).