Lo strano caso della Pietra Fosforica Bononiensis a Fienile Fluò

Si può ammirare a Fienile Fluò, dove è esposta su gentile concessione del Museo di Mineralogia Luigi Bombicci. Ha avuto molti nomi, Pietra di Luna, Pietra Luciferina, Spugna del Sole, perché la sua luminescenza, la sua capacità di trattenere luce e riemetterla, ha scatenato fantasie, curiosità e dispute di scienziati, alchimisti e viaggiatori di tutta Europa per oltre tre secoli, dai primi anni del ‘600 agli inizi del ‘900. Finì per occuparsene perfino Galileo Galilei, per confutare l’ipotesi del rivale Fortunio Liceti, che attribuiva le proprietà luminose della pietra al candore lunare. È la “Pietra fosforica bononiensis”, varietà tipica di Paderno, piccola località a 260 metri sul livello del mare, incastonata tra i colli bolognesi e meravigliosi calanchi scoscesi. La mineralogia ha classificato definitivamente la pietra come Barite, minerale decisamente terrestre, dunque, ma la sua fosforescenza non smette di alimentare immaginari fantastici.

Così, nel 2016, la drammaturga Sonia Antinori, Premio Ubu 2007, ne ha tratto un racconto teatrale intitolato La meraviglia. Lo strano caso della pietra fosforica bononiensis, prodotto da Crexida, con la regia e l’interpretazione di Angelica Zanardi, le video installazioni di Tommaso Ronda e le musiche di Roberto Passuti. Per festeggiare i suoi dieci anni di vita tra arte, cibo e natura, Fienile Fluò ripropone adesso il fortunato spettacolo. A partire da mercoledì 27 giugno 2018 alle 22.00, e per tutti i mercoledì di luglio e mercoledì 1 agosto, si rievocherà la storia della scoperta casuale della pietra da parte del calzolaio e alchimista dilettante Vincenzo Casciarolo, che diventa, grazie alla penna della Antinori, occasione per una meditazione, carica di meraviglia, sull’immortalità e sugli umani inganni e le speranze.

Scena Natura è sostenuta da Endas Emilia-Romagna in collaborazione con Regione Emilia-Romagna ed è parte del cartellone di Bologna Estate 2018.