Antigone Nacht und Nebel

Al Cimitero Militare Germanico Futa Pass, dal 7 al 19 agosto, il debutto del nuovo lavoro di Archivio Zeta

06 luglio 2018

Nacht und Nebel, come il “Nuit et brouillard” del documentario sui lager di Alain Resnais, come la sigla N.N. sull’uniforme dei rastrellati che per decreto hitleriano dovevano scomparire ‘nella notte e nella nebbia’, appunto. Il sottotitolo dice molto dell’Antigone di Archivio Zeta, in programma al Cimitero Militare Germanico Futa Pass, dal 7 luglio al 19 agosto. A distanza di dodici anni da quel 2006 in cui l’allestirono per la prima volta, Gianluca Guidotti e Enrica Sangiovanni ritornano alla celeberrima tragedia, con una riscrittura del tutto nuova, nel pieno stile di una compagnia che sulla rilettura dei grandi miti alla luce della più cogente attualità ha fondato il proprio modo di intendere il teatro, tra memoria, militanza e filosofia.

Non solo Antigone, dunque, non soltanto la storia dell’eroina sofoclea più rappresentata di sempre, amata e abusata metafora della ribellione di una donna che si oppone al potere tirannico, ma Antigone e tutto ciò che viene dopo: come si è caduti, si cade e sempre si cadrà lottando contro il potere e i fascismi. Antigone, il coraggio, e le sue conseguenze. “Antigone come mare interiore le cui ondate si infrangono in questo mare nostro rosso sangue dove non ci potrà più essere sepoltura e la peste contamina la terra ferma”, spiegano i due registi e attori, in scena insieme a Antonia e Elio Guidotti, Francesco Fedele, Carolina Giudice, Alfredo Puccetti e Andrea Sangiovanni, con l’immancabile partitura sonora di Patrizio Barontini. 

Tutto è simbolo, metafora riferita al presente, nel loro teatro lirico ed epico insieme, che prova a riaprire le istanze archetipiche dei grandi classici, a partire dal luogo che ne è insolita fertile culla da quindici anni esatti: un cimitero militare tra i monti dell’Appennino tosco-romagnolo. È qui che attraverso il rito culturale condiviso del teatro, Archivio Zeta ha convocato nel silenzio della luce del tramonto il logos di Eschilo e Sofocle, ma anche di Pasolini, Kraus e Cortázar, tra le trentaduemila tombe di soldati tedeschi caduti sulla linea gotica. Tombe dei nemici, dunque, ma tutte bianche, perché i soldati morti erano ragazzini tra i sedici e i vent’anni. Così, il paesaggio lunare di un sacrario a forma di spirale, è diventato inedito avamposto per uno sguardo sul mondo che tenta di sottrarre l’eterna domanda sulla natura del male alla semplificazione e al populismo.

Sono ben ventiquattro le repliche dello spettacolo, prodotto con il contributo di Regione Emilia-Romagna e Città Metropolitana di Firenze: ogni sabato e domenica di luglio, e tutti i giorni dal 4 al 19 agosto, sempre alle ore 18.00, con l’eccezione di una recita all’alba a Ferragosto.

E di trincea in trincea, in occasione dell’anniversario, Antigone è approdata anche in città, al Chiostro di Santa Cristina, dal 2 luglio, sotto forma di incontri e letture che attraversano filosofia, politica, teatro, cinema, musica, arti visive e poesia. Il ciclo Antigonellacittà, a cura di Archivio Zeta con Simona Brighetti, pensato nell’ambito di Be Here – Bologna Estate, e in collaborazione con il Centro delle Donne Città di Bologna, la Biblioteca Italiana delle Donne, l’Associazione Orlando, la Libreria delle Donne e con il Dipartimento delle Arti Visive, la Fondazione Federico Zeri e l’Università di Bologna, ospita le riflessioni di Raffaella Lamberti, Paola MattioliFederica MuzzarelliAnna Maria FarabbiBruno Tognolini, Marco BalianiMaria MagliettaMassimo MarinoRinaldo CensiEva FabbrisGiovanna SilvaDaria DeflorianLorenzo Pavolini. Andrà avanti tutti i lunedì fino al 30 luglio, con incontri e letture su temi riconducibili alla figura dell’eroina sofoclea, lotte politiche e culturali del femminismo, disubbidienza, resistenza poetica e memoria. L’appuntamento è alle 19.15, rigorosamente alla luce del tramonto.