Il Bello Mondo di Mariangela Gualtieri ai 300 Scalini

Il 24 agosto alle 20.30 a Bologna

22 agosto 2018

Quello di Mariangela Gualtieri è il primo nome che viene in mente quando si parla di teatro di poesia e di poesia a teatro. Non solo perché  Gualtieri è una delle più grandi poetesse viventi e insieme drammaturga, fondatrice, col regista Cesare Ronconi, del Teatro Valdoca di Cesena. Ma soprattutto perché negli anni la sua ricerca è andata sempre più a fondo nel solco della consegna orale della parola poetica e del sodalizio tra parola e musica dal vivo. I suoi reading pubblici, spesso in tournée come spettacoli teatrali a pieno titolo, diventano immancabilmente riti sonori in cui la poesia, carica dell’energia orale di chi la pronuncia dopo averla scritta, diventa chiave di compassione, condivisa col pubblico, verso un mondo che, invocato amorevolmente, si dischiude all’io in ascolto in tutta la sua meraviglia ritenuta ancora e ostinatamente percepibile.

Messe in fila, le sue raccolte, da Antenata (Crocetti 1992) a Fuoco Centrale (Einaudi 2003), da Senza polvere senza peso (Einaudi 2006) a Sermone ai cuccioli della mia specie (L’arboreto Editore, Mondaino 2006), fino a Bestia di gioia (Einaudi 2010), Le giovani parole (Einaudi, 2015) e Voci di tenebra azzurra (Stampa 2016) e a tutte le altre opere scritte per il palcoscenico e per la Valdoca, come Paesaggio con fratello rotto (Luca Sossella Editore 2007) e Caino (Einaudi 2011) disvelano un preciso percorso alla ricerca di una selvatichezza umana sempre più luminosa, che abbraccia la vita e si dischiude con faticosa e instancabile attenzione alla meraviglia di un fiore in cima a una salita, di un animale nel bosco o di un tramonto improvviso sul mare, a una bellezza che i versi orali e insieme aurali della poetessa riconoscono come patria, come provenienza a cui tornare.

È proprio questa meraviglia, che non sta nel nuovo, ma nel riconoscimento, “in quel respiro tipico e preciso, in quella inspirazione a bocca aperta, più grande delle altre, e che sospende per un attimo l’espirazione, come se ci tuffassimo in apnea, in un universo che improvviso si schiude, appare coi connotati di una patria ritrovata”, a dare corpo a Bello Mondo, rito sonoro con la guida di Cesare Ronconi, che Mariangela Gualtieri porta in scena il 24 agosto alle 20.30, a Bologna, nell’ambito della rassegna Ai 300 Scalini. Cucendo soprattutto versi tratti da “Le giovani parole” con poesie di raccolte precedenti, la poetessa traccia una partitura che dall’allegretto passa al grave, e dall’adagio plana sull’apertura finale con un grande ringraziamento al ‘Bello Mondo’, appunto, in cui la natura e la sua forza arcaica si fondono in un noi ora straziato e ora accorato, in un soggetto che si rivolge all’altro come oggetto di smisurato amore, lodando però anche la fatica del tenersi insieme; con una dedica speciale e intensa alla madre, nello stupore di chi assiste inerme al compiersi di uno dei più grandi misteri della vita: l’inspiegabile destino del disimparare progressivamente il mondo e vederlo lentamente scolorire. “Bello Mondo” è una produzione del Teatro Valdoca, realizzata con il contributo della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Cesena