Il primo giorno possibile è arrivato. Al debutto il nuovo Lapsus Urbano dei Kepler-452

Dal 15 al 18 a Castel Maggiore e il 20 e 21 giugno a Bologna

10 giugno 2020

I Kepler-452 lo avevano promesso in pieno lockdown: appena potremo tornare a fare spettacolo all’aperto, noi saremo in scena con Lapsus Urbano. “Il primo giorno in cui sarà possibile farlo – avevano scritto – forse sarà il caso di ricominciare a guardarsi, conoscersi, riconoscersi e assistere insieme a qualcosa, di muoversi, di spostarsi liberamente, di scegliere”. Quel momento adesso è finalmente arrivato ed è il 15 giugno, giorno in cui da decreto potranno riaprire tutti i teatri italiani (nel rispetto della normativa anti Coronavirus). Lo spettacolo debutta alle 18 in Piazza della Pace nel Comune di Castel Maggiore dove resterà in scena fino al 19 giugno nell’ambito della Stagione Agorà e proseguirà poi le repliche in Piazza Maggiore a Bologna, il 20 e 21 giugno nell’ambito di Bologna Estate.

Lapsus Urbano // Il primo giorno possibile ha finito per intitolarsi il progetto della compagnia bolognese, che in origine avrebbe dovuto realizzare uno spettacolo audio-guidato sul tema della memoria per il 25 aprile da presentare appunto nella Stagione Agorà nell’ambito del progetto Costruire memoria sostenuto dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. Ma gli autori, Enrico Baraldi, Nicola Borghesi e Riccardo Tabilio non hanno neppure fatto in tempo a cominciare il lavoro. Lo scoppio della pandemia ha sconvolto totalmente i piani costringendo tutti a casa, davanti a tv, pc e tablet intenti a osservare un mondo che nel giro di poche settimane ha letteralmente mutato faccia. L’idea di lavorare sulla memoria del passato si è trasformata così nell’urgenza di affondare le mani nella memoria del presente. Scritto a distanza tra le mura della quarantena, lo spettacolo s’interroga su quello che è accaduto tra marzo e maggio del 2020 consegnando tramite la registrazione delle voci degli autori (con la supervisione musicale di Bebo Guidetti) una sorta di lettera dal passato per il giorno “zero” del futuro, che quaranta spettatori per volta potranno ascoltare in cuffia in un percorso itinerante e autoguidato in cui “saranno chiamati a reagire alle domande poste, a guardarsi in faccia, a contarsi, a prendere posizione o a emozionarsi di fronte all’evocazione del mondo utopico del dopo epidemia”.

Il format d’altronde è lo stesso che la compagnia sta sperimentando da qualche anno con successo a latere delle produzioni da palcoscenico, accompagnando il pubblico in viaggi di scoperta di luoghi e storie vicini ma in qualche modo nascosti, com’è accaduto nel 2018 per la zona universitaria di Bologna dove la voce in cuffia diventava cuna colonna sonora per ri-osservare il paesaggio urbano, a caccia dei significati invisibili o rimossi della città. Un modo per guardare e ascoltare meglio, insomma, per attivare attenzione e immaginazione e farsi nuove domande su ciò che ci sta attorno, com’è nello stile e nella poetica di un collettivo che negli ultimi anni ha conquistato anche il pubblico più giovane.

“A inizio 2020 – spiegano i Kepler – la nostra quotidianità è stata travolta dalla pandemia: nel momento più cupo delle restrizioni a mobilità, socialità e lavoro, quando il teatro si è trovato da un giorno all’altro polverizzato, ha preso forma in noi il desiderio di parlare di futuro: del domani. Andare oltre, uscire in qualche modo dalle nostre case – e fantasticare. Abbiamo immaginato un gruppo di spettatori ritrovatosi insieme in uno spazio aperto: una piazza. Come dei sopravvissuti. Cosa sta accadendo al mondo intorno a noi, e a noi in quanto esseri umani? Che significati acquisirà in futuro il verbo «incontrarsi»? Cosa vuol dire essere teatranti in tempi di distanziamento sociale? Che ruolo dovremo attribuire a questa esperienza per il futuro? È possibile, dalla manciata di metri quadri in cui sono costrette le nostre vite, immaginare la società futura?” Queste le riflessioni al centro dello spettacolo in cui sono fissati i pensieri accumulati in settimane e mesi che hanno cambiato per sempre un pezzo di storia.

L’ingresso è libero ma con prenotazione obbligatoria tramite mail a biglietteria.teatri@renogalliera.it oppure con un sms o un whatsapp al numero 333 8839450.