- Data di pubblicazione
- 20/01/2021
- Ultima modifica
- 20/01/2021
Memoria e futuro. Le parole di Nori e Segre per la Giornata della Memoria su RadioEmiliaRomagna e in streaming
Il 23 gennaio in diretta dal Teatro Biagi D'Antona di Castel Maggiore
Nel 2009, in occasione del Giorno della Memoria, Paolo Nori ha tenuto un discorso sulla razza e sul male al cinema Kijov di Cracovia, poi pubblicato nel volume di Si sente? Tre discorsi su Auschwitz (Marcos y Marcos, 2014). Adesso quelle parole che lo scrittore parmense ha pronunciato in Polonia di fronte a centinaia di studenti delle superiori, potranno tornare in voce, in Italia, e raggiungere gli ascoltatori direttamente nelle loro case.
Anticipando le celebrazioni del 27 gennaio, la Stagione Agorà propone una doppia lettura per tenere viva la memoria sull’Olocausto. Si sente? Esattamente il contrario di e con Paolo Nori andrà in onda il 23 gennaio alle 21 in streaming dal Teatro Biagi d’Antona di Castel Maggiore, sui canali della nostra webradio, RadioEmiliaRomagna, sui profili youtube e fb del nostro portale EmiliaRomagnaCreativa (dove sarà scaricabile in podcast nei giorni successivi) e sulla pagina fb di Agorà. Lo precederà un altro momento emozionante: la lettura, da parte di Irma Nori, di Siate farfalle che volano sopra il filo spinato, il commovente discorso che la senatrice a vita Liliana Segre, superstite e testimone dell’Olocausto, ha pronunciato al Parlamento Europeo il 27 gennaio 2020.
Nato nell’ambito della manifestazione Un treno per Auschwitz organizzata dalla Fondazione Fossoli, il discorso di Nori muove dalle parole del grande scrittore e critico russo, Viktor Šklovskij. “Parlando di quando lui e i suoi amici avevano sedici o diciassette anni, Šklovskij ha scritto: «Volevamo afferrare la vita il più velocemente possibile, ma non conoscevamo le parole; pensavamo che si potesse prendere una donna per i manici, come una pentola». Ecco – ha spiegato Nori – a provare a scrivere di razza e di male assoluto, nel 2009, io mi sono accorto che, per me, quei due argomenti lì erano come una pentola: bollenti, e senza manici. Io non lo sapevo, quello che pensavo della razza e del male assoluto, quando mi han chiesto di scrivere questo discorso. Ma: a uno scrittore italiano, Luigi Malerba, una volta hanno chiesto «Perché scrivi?», gli han chiesto, e lui ha risposto «Per capire quello che penso». Ecco io, nel 2009, a scrivere questo discorso, ho capito quello che penso, della razza e del male assoluto, e adesso lo so”.