Gender Bender Festival genera un Affetto Domino. Intervista a Daniele Del Pozzo
La diciannovesima edizione è a Bologna dal 2 al 19 settembre
Gender Bender, tra i festival di performing arts più innovativi e coraggiosi della scena internazionale, per il secondo anno di seguito cambia le sue coordinate spazio-temporali. Complice il periodo pandemico, la rassegna multidisciplinare prodotta dal Cassero LGBTI Center di Bologna anticipa la diciannovesima edizione a settembre, dal 2 al 19, e programma gli spettacoli, gli incontri e i film all’aperto nel Parco del Cavaticcio attrezzato con un palco coperto.
Titolo del festival internazionale co-diretto da Daniele Del Pozzo e Mauro Meneghelli è quest’anno Affetto Domino, un gioco di parole – spiegano i curatori – che vuole onorare la relazione con l’altro ma pure la rete di partner artistici che da anni collaborano generando affetto, cura e attenzione.
intervista a Daniele Del pozzo
Di reti e relazioni – anche con altri tre festival di danza (Danza Urbana, Zed e Scie) che si svolgono in questo periodo a Bologna – si nutre questa edizione in cui danza, linguaggio carissimo a Gender Bender che negli anni ha contribuito a diffonderne la cultura scovando talenti e dando spazio alle espressioni più estrose e geniali, e cinema costituiscono la gran parte di un programma in cui figurano anche incontri letterari, wokshop, mostre e un nuovo progetto triennale sostenuto dal programma Creative Europe.
Tornano a Gender Bender, dopo lo stop dello scorso anno, gli ospiti internazionali: la compagnia spagnola La Macana apre la sezione danza con Pink Unicorns – uno spettacolo pirotecnico in prima nazionale all’insegna del gioco tra un padre e un figlio che si interrogano sul concetto di mascolinità – e Joy Alpuerto Ritter, straordinaria coreografa e performer che presenta due spettacoli: Alter Egos, in prima nazionale e Babae.
Chiara Bersani, Silvia Gribaudi e Philippe Kratz sono invece gli attesi protagonisti della tappa bolognese del progetto Swans Never Die (11 e 12 settembre) che invita 10 giovani coreografi e coreografe a rileggere in chiave contemporanea e poco ortodossa il repertorio classico de La morte del cigno, coreografato in origine da Michel Fokine per Anna Pavlova nel 1905.
Altro appuntamento con Silvia Gribaudi il 14 e 15-settembre con Festa!, spettacolo creato per Gender Bender e incentrato sul concetto di dono e sulla relazione tra performer e pubblico, sottolineando la straordinaria bellezza dello scambio reciproco. In preparazione di Festa!, domenica 12, Gribaudi conduce un laboratorio performativo sull’espressione del corpo, i cui partecipanti prenderanno parte alla performance. Il laboratorio è aperto a tutte/i (dalle 10 alle 13- Teatro Laura Betti di Casalecchio di Reno).
Sempre per la sezione coreografica, Massimo Monticelli presenta il suo solo Cassandra o della Verità (13 settembre), mentre Simona Bertozzi è a Gender Bender con Quel che resta, uno studio pensato appositamente per il festival e frutto di un lavoro di composizione condiviso con la danzatrice e coreografa Marta Ciappina (9 e 10 settembre). Ritorna al festival l’energia prorompente del Collettivo MINE, composto da Francesco Saverio Cavaliere, Roberta Racis, Silvia Sisto, Siro Guglielmi e Fabio Novembrini, con Esercizi per un manifesto poetico, vincitore del bando DNAppunti coreografici 2019 (13 e 14 settembre).
Gender Bender 2021 ospita anche il primo appuntamento di Performing Gender – Dancing In Your Shoes, progetto di cooperazione internazionale Large Scale sostenuto da Creative Europe, di cui Il Cassero è capofila con Gender Bender. Il progetto è uno dei 20 selezionati in tutta Europa e impegna 16 coreografi e coreografe da Italia, Spagna, Slovenia, Francia, Ungheria, Gran Bretagna, Svezia, Paesi Bassi per tre anni di lavoro, con l’obiettivo di costruire delle comunità coese attraverso la pratica della danza e la produzione di spettacoli con protagoniste le persone che vivono nelle città partner del progetto (15 settembre).
Per la sezione cinema (qui il programma in dettaglio) segnaliamo il 5 settembre Cunningham, lungometraggio di produzione tedesca della regista Alla Kovgan, un emozionante documentario sulla vita e l’opera del danzatore e coreografo Merce Cunningham, legato a stretto filo all’opera del compagno di una vita, il compositore John Cage. L’evento è in collaborazione con i festival Danza Urbana, Zed e Scie. Il 16 settembre sarà invece presentata la produzione Gender Bender-Nos, La Discoteca, film d’artista di Jacopo Milani con Eva Robin’s che prefigura un futuro distopico in cui il ballo è vietato.
Tra gli incontri, la sera del 5 settembre è dedicata a Pier Vittorio Tondelli con la lettura di un suo inedito teatrale, riemerso dall’archivio Tondelli, a cura di Olga Capofredda.
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- Data di pubblicazione
- 27/08/2021
- Ultima modifica
- 27/08/2021