La Cantata d’autore di Cristicchi a Modena l'8 ottobre

In scena al Teatro Comunale Pavarotti-Freni alle 21  

06 ottobre 2021

Come un cartografo reduce da un viaggio nel mondo (soprattutto nelle sue zone d’ombra) con Cantata d’autore, in scena al Teatro Pavarotti-Freni l’8 ottobre alle 21, Simone Cristicchi apre la sua valigia di autore, attore e ricercatore, portando sul palco di Modena storie e canzoni raccolte in quindici anni di musica e teatro. Era il 2007 quando l’allora trentenne cantautore romano, già noto negli ambienti indie e reduce dal successo di tormentoni radiofonici la cui allegra leggerezza nascondeva eccezionali radiografie della società italiana, vinceva il festival di Sanremo con Ti regalerò una rosa. Il brano, nato da un viaggio negli ospedali psichiatrici italiani, conquistò il premio principale ma anche il Premio della Critica e il Premio Sala Stampa. Il successo sanremese è però solo il primo di una serie di trionfi per un artista sensibile, imprevedibile, eclettico ma soprattutto capace di condividere con il pubblico discorsi e immagini che ritraggono senza sconti le storture del presente.

 

In questo senso lo spettacolo in scena al Comunale è una sorta di summa. Con arrangiamenti e direzione del M° Valter Sivilotti, il viaggio musicale di Cristicchi restituisce la voce agli “ultimi”: matti, eremiti, anziani, minatori, reduci della guerra ed esuli dall’Istria. Alternate al repertorio di Cristicchi, brillano alcuni omaggi alla grande canzone d’autore italiana, da Fabrizio De André a Sergio Endrigo e trovano spazio anche poesie e monologhi tratti dai vari spettacoli di successo dell’artista: Magazzino 18, Mio nonno è morto in guerra, Manuale di volo per uomo, Orcolat 76.

 

“La curiosità è un super potere, che fa vedere la vita, la realtà. La curiosità salva, fa scoprire tesori nascosti” spiega Simone Cristicchi. “Dentro la valigia c’è anche l’esilio, cosa vuol dire essere sradicati, e poi l’emarginazione, la malattia mentale, la diversità, fino alle storie dei reduci della guerra mondiale, perché le loro storie e le loro memorie sono grandi insegnamenti”, continua Cristicchi. Lo spettacolo si conclude con un inno allo spirito, all’invisibile, e “una lettera che parla a Dio, all’Assoluto, con una canzone inedita, Dalle tenebre alla luce, che vuole “essere un augurio di speranza”. E sui teatri e la loro chiusura in lockdown, “il teatro è fatto di persone, è una cosa viva, che respira, che pulsa – conclude Cristicchi – ogni teatro chiuso dovrebbe essere un crimine, un lutto per tutti. Il teatro è per me un ventre materno, che dà speranza per il futuro, e dà luce alle nuove cose”.

 

Nel progetto di Cristicchi, per l’occasione, hanno collaborato l’Orchestra Città di Ferrara e l’Accademia Corale Vittore Veneziani. Lo spettacolo è una coproduzione Fondazione Teatro Comunale di Ferrara e Fondazione Teatro Comunale di Modena