- Data di pubblicazione
- 30/03/2022
- Ultima modifica
- 07/04/2022
Notte nella foresta, cercando l’Altro. A Rimini il solo di Annamaria Ajmone
Il 31 marzo al Teatro degli Atti nel cartellone E'Bal
L’ispirazione Annamaria Ajmone l’ha presa dal saggio Sulla pista animale, pubblicato da Nottetempo nel 2020, in cui il filosofo Baptiste Morizot parla della pratica del tracciamento filosofico, del mettersi sulle tracce altrui, dell’esercizio di seguire le piste attraversate dagli animali selvatici nel tentativo di prenderne in prestito lo sguardo e intuirne le possibilità d’azione: “una pratica su piccola scala che ci fa circolare tra i mondi, tra le ontologie. Come funziona questo gioco di prestigio? Che tipo di spostamento ha luogo quando sentiamo di vedere con gli occhi di un altro?”. Il risultato è un nuovo solo di Ajmone, coreografa e danzatrice dallo stile inconfondibile, tra le più originali e ricercate del panorama contemporaneo, artista associata alla Triennale di Milano (nel 2015 aveva peraltro vinto il premio Danza&Danza come “miglior interprete emergente contemporaneo”). Lo spettacolo s’intitola La notte è il mio giorno preferito ed è in programma giovedì 31 marzo alle ore 21 al Teatro degli Atti nell’ambito della seconda parte del cartellone di E’ Bal.
Il titolo è tratto da una lettera di Emily Dickinson e si riferisce al buio come “spazio della presenza assentata dell’animale, come luogo dell’intuizione e dell’incontro con l’Altro”. Attraverso la danza Ajmone si proietta in un’altra creatura, attraverso una meditazione sugli animali e gli ecosistemi. In una scena magnifica che ricostruisce in tridimensione il regno vegetale, si dispiega una riflessione sul rapporto con l’Altro nello spazio oscuro di una foresta notturna, che non è affatto idealizzata ma anzi, “tecnonaturale”, e include tutti i segni lasciati da chi la abita.
Animale e vegetale, organico e inorganico si fondono dunque dentro il tessuto sonoro organizzato da Flora Yin Wong, mentre set, styling, immagini sono dell’artista visiva Natália Trejbalová. Il progetto è infatti realizzato con la complicità di una serie di figure artistiche intervenute nella creazione, tra le quali anche la ricercatrice Stella Succi, che ha collaborato alla drammaturgia, la light designer Giulia Pastore e la costumista Jules Goldsmith. Con questo nuovo lavoro la coreografa continua così la sua ricerca su corpo inteso come materia plasmabile e mutevole capace di trasformare spazi in luoghi creando parallelismi e sovrapposizioni temporali.