«10 kg», la storia vera di Charlotte che a dodici anni aderisce al movimento salafita

Il 1° aprile al Teatro al Parco di Parma 

31 marzo 2023

Charlotte è una studentessa francese come tante, brava a scuola, con tanti amici e dedita allo sport. A dodici anni s’innamora di un ragazzo più grande di lei e per cercare di attirare la sua attenzione si avvicina alla sorella di lui, una giovane musulmana sua coetanea. Nel giro di poco tempo, complice anche un clima poco sereno in casa sua, Charlotte entra nella vita famigliare dei due fratelli, dove si sente accolta e compresa, e comincia addirittura a indossare il velo. La sua vita cambia completamente, i voti a scuola calano e la ragazza comincia a rifiutare tutto ciò che la sua famiglia rappresenta, aderendo al movimento salafita. Appena diciottenne sposa il ragazzo, integralista islamico, di cui diviene terza moglie. A raccontare questa storia è Lau Nova, manager e formatrice di professione, ma soprattutto madre di Charlotte. In un libro intitolato Ma chère fille salafiste (Premio ArtCena 2020) l’autrice ha ripercorso il processo di radicalizzazione di sua figlia, che oggi si chiama Amina e vive in Inghilterra col marito e una figlia. Da questo stesso volume è nato «10 kg», uno spettacolo diretto da Antonella Amirante che la compagnia francese AnteprimA porta in scena, prima rappresentazione in versione italiana, al Teatro al Parco di Parma, venerdì 31 marzo per le scuole e sabato 1°aprile alle 21, nell’ambito della stagione 2022/23 del Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti.

Lo spettacolo, rivolto ad adulti e ragazzi dai 14 anni, racconta la dolorosa esperienza di una madre che tenta di mantenere i rapporti con la figlia adolescente malgrado le scelte estreme a cui la conduce la sua ricerca d’identità. “Un’esperienza scioccante che ci invita ad andare oltre i nostri modelli, le nostre percezioni, e a condividere una parte di questa storia su un fondo di speranza e di benevolenza”, racconta Nova. “Con Lau Nova abbiamo visto crescere i nostri bambini nello stesso quartiere residenziale – spiega la regista Antonella Amirante – uno di quei quartieri in cui ci si sente protetti dalle minacce del mondo. Come tutti i genitori, ho dovuto accettare le scelte dei miei figli, spesso molto lontane dall’immagine che io mi ero costruita per loro”. In scena, una moltitudine di abiti, come pelli possibili da indossare per affrontare il mondo. Tessuti scuri a riempire lo spazio fino ad inglobarlo tutto e coprire il corpo, gli occhi, i pensieri. La scenografia e i costumi sono di Alex Costantino, l’universo sonoro di Nicolas Maisse, la creazione luci di Juliette Besançon.

“Questa testimonianza non è un attacco all’Islam – spiega sempre Amirante – ma il tentativo di una madre di comprendere il cammino di sua figlia Charlotte nata in Francia in un ambiente benestante e ateo, che oggi vive all’estero, tagliata fuori dalla sua famiglia e dalle sue origini, il suo corpo e il suo sguardo nascosti da un burqa, in compagnia di un marito poligamo e della loro figlia”. Assieme allo spettacolo è nato anche il progetto «Identité», sempre diretto da Amirante, che ha incontrato persone di diversa età ed etnia, che si sono raccontate attraverso la materia, con le loro parole, i loro gesti, il loro corpo, i loro sguardi dando vita a una raccolta di fotografie, 150 scatti di cui nel foyer del Teatro al Parco di Parma verrà presentata una selezione, dal 28 marzo al 1° aprile, in occasione della rappresentazione del lavoro teatrale.