“1917”. La Rivoluzione d’Ottobre di ErosAntEros

Il 23 e 24 gennaio all’Arena del Sole di Bologna

22 gennaio 2018

Le dirompenti e commoventi parole di “pensatori sconfitti” quali Aleksandr Blok, Velimir Chlebnikov, Sergej Esenin, Michail Geršenzon, Vladimir Majakovskij e Boris Pasternak, hanno la scena, il 23 e 24 gennaio all’Arena del Sole di Bologna, nel  concerto-spettacolo della compagnia ravennate ErosAntEros, formata da Davide Sacco e Agata Tomsic. Si tratta dell’atteso “1917”, commissionato da Ravenna Festival in occasione del centenario della Rivoluzione d’Ottobre. Lo spettacolo, attraverso una ricerca sonora-vocale, vuole ridare vita alle parole e alle musiche di alcuni poeti e compositori russi che quella rivoluzione l’hanno vissuta, sperimentando sia il grande slancio iniziale che le successive tragiche disillusioni del totalitarismo.

Le parole di poeti e pensatori sono state selezionate da Agata Tomsic con la consulenza di un profondo conoscitore della cultura russa come il professor Fausto Malcovati.

In scena accanto alla Tomsic ci sarà il Quartetto Noûs (i violinisti Tiziano Baviera e Alberto Franchin, Sara Dambruoso alla viola e Tommaso Tesini al violoncello), che si misurerà dal vivo con la musica del compositore russo Dmitrij Šostakovič, rielaborata da Davide Sacco (che cura anche la regia dello spettacolo). Sarà infatti proprio l’Ottavo quartetto di Šostakovič, con le sue sonorità tragiche dedicate alle vittime di tutti i totalitarismi, a contrapporsi alle parole dei poeti, a quella fiducia e ottimismo che accompagnavano la rivoluzione russa e che presto sarebbero stati traditi.

Il terzo linguaggio compositivo dello spettacolo è rappresentato dalle proiezioni video delle animazioni di Gianluca Sacco. Le immagini, la musica e la poesia dialogano tra loro per ricostruire le voci del passato, narrare quell’utopia che è sembrata poter ribaltare il mondo, e per riaccendere la speranza nel cambiamento e nella “giusta, pulita, allegra, bellissima vita” sognata dal poeta russo Blok.

“Un teatro impegnato quindi, – spiega Agata Tomsic – ma che non rinuncia al valore estetico della forma attraverso la sperimentazione di linguaggi disparati. L’obiettivo? Invitare il pubblico a ripensare il presente attraverso la riflessione sul passato, facendo dell’immaginazione un’arma per trasformare il reale”.