- Data di pubblicazione
- 27/03/2023
- Ultima modifica
- 27/03/2023
Addio a Ivano Marescotti
Lo piangono il mondo del cinema e quello del teatro, e lo piange la sua terra, l’Emilia-Romagna. Ivano Marescotti resterà nel cuore di molte persone per i suoi personaggi sopra le righe, il suo carisma d’attore e il suo antifascismo appassionato. L’attore si è spento il 26 marzo all’età di 77 anni, dopo una lunga malattia per la quale era ricoverato in ospedale a Ravenna, la sua città natale. Lascia la moglie, Erika, e una figlia, Iliade. Sono moltissimi gli spettatori che lo hanno amato e seguito nella sua carriera straordinaria che conta oltre centotrenta lavori tra cinema, teatro e televisione. Da circa un anno si era ritirato dalle scene (seguendo l’esempio di Jack Nicholson, aveva raccontato) per concentrarsi sulla pedagogia e sulla sua scuola di recitazione la Tam Teatro Accademia Marescotti.
Il suo viaggio sulle scene era partito per caso. Dopo il diploma era stato assunto al Comune come impiegato, ma a un certo punto, attorno ai trentacinque anni, un amico gli aveva chiesto di sostituirlo per uno spettacolo. “Ho debuttato senza aver mai fatto nemmeno una prova nella vita – aveva raccontato al “Corriere della Sera” – Poi però ho fatto una gavetta durissima. Prima che Albertazzi mi notasse e mi prendesse per una tournée di 5 mesi, ero quasi ridotto a fare il barbone. Mangiavo panini e dormivo in un sacco a pelo, senza una casa”. La svolta era arrivata infatti nel 1984 proprio quando Giorgio Albertazzi lo aveva scelto per recitare nella commedia “Il genio” scritta da Damiano Damiani e Raffaele La Capria.
Da lì a teatro era stata una strada in discesa con decine di incontri importanti (ha lavorato tra gli altri con Leo De Berardinis, Mario Martone, Carlo Cecchi, Giampiero Solari, Marco Martinelli). Dal 1993 aveva anche intrapreso un importante lavoro di recupero del suo dialetto romagnolo, tornando in teatro con i testi di Raffaello Baldini, per poi rileggere alla sua maniera Dante e Ariosto. L’esordio sul grande schermo risale invece al 1989 con una piccola parte ne “La cintura” di Giuliana Gamba. Ma l’approdo vero e proprio al cinema con un ruolo intenso da protagonista arriva nel 1990 con “L’aria serena dell’ovest”, film d’esordio alla regia di Silvio Soldini.
Nei suoi quarant’anni di carriera, durante i quali non sono mancati ruoli hollywoodiani come quelli ne “Il talento di Mr Ripley” di Anthony Minghella, “Hannibal” di Ridley Scott e “King Arthur” di Antoine Fuqua, ha ottenuto decine di riconoscimenti, tra cui il Premio Enriquez per il teatro. Miglior attore per “la Fondazione” di Raffaello Baldini nel 2014 e ben sei candidature al Nastro d’argento, che ha vinto nel 2004 per l’interpretazione nel cortometraggio Assicurazione sulla vita di Tommaso Cariboni e Augusto Modigliani.
Marescotti ha messo a disposizione il suo talento anche degli autori dell’Emilia-Romagna; diverse sono infatti le sue partecipazioni a progetti sostenuti dal Fondo Audiovisivo Regionale, come, ad esempio, Nobili Bugie di Antonio Pisu, Lovers di Matteo Vicino, La Fellinette di Francesca Fabbri Fellini e il recente corto ambientalista di Valerio Gnesini, Uno dopo l’altro.
Tra i film più recenti “A casa tutti bene” (2018) di Gabriele Muccino, “Restiamo amici” (2019) di Antonello Grimaldi e “Bar Giuseppe” (2019) di Giulio Base, fino all’ultima apparizione sul grande schermo in “Criminali si diventa” (2021) di Luca Trovellesi Cesana e Alessandro Tarabelli. Ma di Marescotti rimarranno indimenticabili soprattutto alcune figure da caratterista, come il dottor Randazzo in “Johnny Stecchino” di Roberto Benigni, o del leghista che odia i meridionali, padre della ragazza di cui s’innamora Checco Zalone in “Cado dalle nubi”, e il papà di Alex in “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” di Enza Negroni tratto dall’omonimo romanzo di Enrico Brizzi.