Al via la II edizione di Lucy Festival, tra teatro, tecnologia e robotica

Dal 24 novembre al 3 dicembre tra Bologna e Forlì

22 novembre 2023

È nato appena un anno fa ma pensa già grande, tentando una sintesi tra cultura umanistica e sapere scientifico, tra la presenza viva sul palcoscenico e la tecnologia che ne stravolge il paradigma. È Lucy Festival,  dedicato ai linguaggi della scena technologically oriented, ideata dalla Compagnia Sblocco 5 con la direzione artistica di Ivonne Capece e Micol Vighi. La seconda edizione del festival sarà in scena dal 24 novembre al 3 dicembre tra Bologna e Forlì proponendo al pubblico delle due città molte esperienze artistiche e di esplorazione di suono, tecnologia, robotica, multimedia, video e spettacoli non convenzionali, al confine tra le arti e i generi.

“Nell’edizione 0 dello scorso anno – spiegano le direttrici – sono emerse due linee di ricerca, a cui nell’edizione 2023 desideriamo dare uno spazio particolare: la dimensione immersiva del suono – colonna portante di questa edizione con l’introduzione di un’intera sezione dedicata al suono – che ci appare ritornata in auge come dimensione significante nell’ambito delle nuove forme di fiction e performance, e che strutturiamo attorno al progetto sugli audio-drammi di Ilaria Cecchinato. La seconda è quella del rapporto tra creatività e robotica, che si snoda attorno al progetto Gradi di Libertà del prof. Matteo Casari, docente del Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna. Accanto a loro, continuano ad essere presenti la dimensione multimediale del video, la ricerca di spettacoli con forme non tradizionali o ibride tra conferenza e performance, e i progetti di SBLOCCO5, quest’anno concentrati sul potere suggestivo del suono e sul rapporto performer/robot”.

La prima parte del Festival si snoda dal 24 al 26 novembre in due spazi di Bologna, all’Oratorio di San Filippo Neri, nell’ambito della programmazione del LabOratorio, che accoglie la maggior parte dei progetti su base sonora, e alla Casa delle Associazioni del Baraccano, dove vanno in scena spettacoli e video istallazioni. Novità di questa edizione la sezione Performance in Aftershow, che si realizzano nella seconda serata, presso le sale della Casa delle Associazioni, in partnership con Aics Bologna e l’importante azienda vinicola Medici Ermete. Oltre a diversi talk che approfondiscono i temi principali del festival, sono molti gli spettacoli da non perdere. Tra gli appuntamenti del 24 all’Oratorio c’è Pupilla, experience sonora dal vivo con Binaural Dummy Head in cuffie wireless su Casa di Bambola di Ibsen, nella scrittura tagliente di Federico Bellini, che ne cura la drammaturgia insieme agli allievi dell’Alta Formazione attori/autori CROSS, con Massimo di Michele, mentre alla Casa delle Associazioni si potrà vedere Demo, dispositivo teatrale con podcast sul tema della democrazia, per la regia di Massimiliano Briarava che unisce 34 discorsi democratici di 34 studenti Unibo Under25. Il 25 novembre all’Oratorio si vedranno invece Quel che si vede a occhi chiusi n.1 Il Passato e Quel che si vede a occhi chiusi n.2 Il Presente, un percorso di ascolto di uno spettacolo pensato per le sole orecchie a cura di Ilaria Cecchinato e Altre Velocità e poi Dodici Stanze per Elsa Morante, spettacolo installativo itinerante di Michele di Giacomo, nell’ambito della sezione Century, la sezione politically connected sugli ultimi 100 anni della nostra storia.
Il 26 novembre alla Casa delle Associazioni del Baraccano si ricorda poi Andrea Pazienza con PAZ 81’-83’, spettacolo e video-istallazione su e con fumetti di Andrea Pazienza, una performance a metà tra teatro e reading multimediale diretta e interpretato da Margherita Romeo, per parlare di una delle più grandi icone bolognesi degli anni ’80, sempre nella sezione Century, e poi va in scena Feminae, con musica elettronica dal vivo di Valentina Ghelfi e Selene Demaria, sull’accettazione della sessualità e del desiderio, della libertà e della lotta. All’Oratorio si vedrà invece Thinking Blind, performance in cuffie wireless, sul film Blue di Derek Jarman, sulle ultime fasi della sua malattia, l’HIV; la performance, finalista alla Biennale di Venezia College Performance Internazionale, è portata in scena dalla compagnia Sblocco5, con Ivonne Capece e Giulio Santolini.

Dal 1° al 3 dicembre LUCY Festival si trasferisce a Forlì, al Teatro Giovanni Testori, che il 1° dicembre ospita Twittering Machine, spettacolo vincitore premio PimOff del Collettivo ADA con video-istallazioni psichedeliche e musica elettronica dal vivo a cura di Lady Maru per riflettere sulla crudeltà quotidiana della società dei network e dei social, e Io non ci sono, rituale per immergersi nei luoghi che hanno segnato Forlì negli anni del fascismo, a cura di Sblocco5, vincitrice del Bando per la Memoria di Regione Emilia Romagna e in collaborazione con ATRIUM Architecture of Totalitarian Regimes in Europe’s di Forlì.
Il 2 dicembre si vedranno invece Inside me + Lucy, due performance parallele su uomo e natura, e uomo e tecnologia, regia di Ivonne Capece, con utilizzo di Robot KUKA dal vivo: tra alberi e macchine, un percorso simbolico, spirituale, quasi biblico sulle dinamiche del progresso umano. A seguire lo spettacolo-film Todos Los Males, film-spettacolo di Simone Derai (Anagoor), in prima regionale. La giornata conclusiva è invece dedicata alla robotica, con due appuntamenti: l’esperimenti artistico-scientifico Inside me + Lucy, e Gradi di Libertà, conferenza a cura di Matteo Casari su creatività e robotica, con i ricercatori del progetto Robotact, che sarà poi raccontato subito dopo in uno spettacolo/conferenza su co-creazione umani/robot dell’équipe interdisciplinare italo-francese di artisti/ricercatori del progetto “Scène et robotique” EUR ArTeC dell’ Università di Parigi 8 guidata da Giulia Filacanapa, con uso di robot umanoidi NAO e QTrobot in scena.

LUCY Festival è finanziato dall’Unione Europea – Next Generation EU nell’ambito del PNRR, con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, con il sostegno di Fondazione Cassa dei risparmi di Forlì, con il Patrocinio del Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna, e in partnership con molti altri soggetti.