Carmen, nata libera. L’opera di Bizet in scena al Regio di Parma

Il 12, 14, 15, 16, 21, 23 gennaio

12 gennaio 2022

 “In questa messa in scena c’è, in particolare per me, la rivelazione di come Carmen sia l’ennesima storia di una donna vista attraverso gli occhi degli uomini: compositore, librettisti, scrittore e soprattutto Don José”. A parlare è Silvia Paoli, regista di un nuovo allestimento del capolavoro di Georges Bizet, in scena per la Stagione Lirica del Teatro Regio di Parma il 12, 14, 15, 16, 21, 23 gennaio. L’opera, realizzata in coproduzione con I Teatri di Reggio Emilia, colloca infatti la vicenda negli anni Sessanta, un periodo in cui per le donne comincia a realizzarsi un processo di emancipazione e si mettono in discussione i pilastri del patriarcato. Jordi Bernacer salirà sul podio dell’Orchestra dell’Emilia-Romagna “Arturo Toscanini”, il Coro del Teatro Regio di Parma preparato da Martino Faggiani e il Coro di voci bianche del Teatro Regio di Parma preparato da Massimo Fiocchi Malaspina. Interpreti sono invece Martina Belli (Carmen), Arturo Chacon Cruz (Don José, per la prima volta al Teatro Regio), Marco Caria (Escamillo), Laura Giordano (Micaëla), Armando Gabba (Dancairo), Saverio Fiore (Remendado), Gianni Giuga (Morales), Massimiliano Catellani (Zuniga), Eleonora Bellocci (Frasquita), Chiara Tirotta (Mercedes). Nelle recite del 15 e del 21 gennaio Carmen sarà interpretata da Ramona Zaharia, Don José da Azer Zada, Escamillo da Alessandro Luongo, Micaëla da Veronica Marini (al debutto nel ruolo), questi ultimi tutti per la prima volta al Teatro Regio.

Tra le tre opere più eseguite al mondo, Carmen è un’opéra-comique in quattro atti di Henry Méilhac e Ludovic Halévy tratta dal romanzo omonimo di Prosper Mérimée, ed ebbe una gestazione tormentata. Come ricorda Giuseppe Martini “perplessa dalla scabrosità del soggetto, ritenuto poco opportuno per un teatro frequentato dalla borghesia parigina, la direzione teatrale continuava a rinviarne la messinscena […]. Alla fine, Carmen andò in scena il 3 marzo 1875: una delle creazioni destinate a maggior gloria di tutta la storia operistica incontrò un pessimo debutto […]. Ma a Vienna piacque a tutti: a Wagner, a Ciajkovskij, a Brahms. Bismarck, che Brahms stimava il miglior orecchio operistico di Germania, la vide ventisette volte. Da allora ha vissuto un cammino inarrestabile: nei primi due anni si contavano già novantatré rappresentazioni in Europa”. Colonna della storia della cultura, l’opera è davvero arcinota. Un aspetto, quest’ultimo, che condiziona ogni interpretazione nuova e ogni nuovo allestimento. La sfida, ricorda infatti il direttore Jordi Bernàcer, è proprio quella di “non limitarsi a rifarla in modi che si sono già sentiti, ma leggerla ogni volta come se fosse la prima volta, e coinvolgere il pubblico come se fosse il pubblico di quella prima volta del 1875”.

Assumendo il punto di vista di Carmen, Silvia Paoli, che dirige per la prima volta il titolo (con le scene di Andrea Belli, i costumi di Valeria Donata Bettella, le luci di Marcello Lumaca, i video di Francesco Corsi e le coreografie di Carlo Massari/C&C Company), concentra l’attenzione sul fatto che Carmen non esista se non attraverso le parole del suo assassino e che quindi il vero protagonista della vicenda sia Don José, colui che porta avanti l’azione. “Non sappiamo nulla di Carmen che non sia in relazione a lui – spiega la regista – Carmen non cambia, Don José si trasforma in nome di una passione (che mi guardo bene dal chiamare amore) vissuta in maniera ossessiva, malata, che lo porta a non tollerare l’idea di non poter più possedere quello che vuole; una storia che potremmo benissimo leggere anche oggi sulla cronaca di qualsiasi quotidiano. Ho pensato quindi a una prigione e all’intera vicenda non tanto come un flashback quanto piuttosto a un ricordo ossessivo di Don José che rivive dalla sua cella l’incontro con Carmen e l’epilogo tragico della sua storia, raccontandoselo e deformandolo attraverso l’immaginazione, il proprio punto di vista. […] Sono convinta che per parlare di femminicidio senza retorica sia necessario più che mai che Carmen muoia; chiamare chi l’ha uccisa non “amante tradito” o “fidanzato geloso” ma assassino e metterlo in prigione è un modo per rendere giustizia a Carmen e a tutte le donne che vogliono essere loro stesse, a prescindere dai desideri degli altri”.

Il ritorno dell’opera al Regio di Parma dopo diciannove anni segna anche l’occasione per il teatro di continuare a riflettere sul tema della libertà delle donne, che Carmen porta alle estreme conseguenze. Molte attività collaterali arricchiscono infatti il debutto, nel segno di un approfondimento non solo musicale. Lo scorso 25 novembre nella giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il Teatro Regio illuminato la sua facciata di rosso ed esposto scarpe rosse sui gradini dell’ingresso con la contemporanea diffusione del video Carmen libera è nata con la coreografia a cura delle scuole di danza di Parma. RegioInsieme ha poi promosso incontri di approfondimento sul tema della libertà, online e in presenza, per le scuole, l’Università e gli spettatori sensibili, e un approfondimento su Carmen è stato realizzato in collaborazione con Carla Moreni e gli allievi dell’Accademia Verdiana per gli ospiti delle RSA e i detenuti dell’Istituto Penitenziario di Parma. All’illustratrice Enrica Mannari il Teatro Regio ha inoltre commissionato una creazione originale intitolata Carmen libera è nata e libera…vivrà! il cui ricavato sarà devoluto a sostegno di un’associazione del territorio che tutela le donne vittime di violenza. Nell’ambito di RegioYoung il 19 gennaio andrà poi in scena un viaggio per le scuole nell’opera di Georges Bizet, interpretato da Bruno Stori, che ne cura testi e regia, con gli allievi del Conservatorio di musica “Arrigo Boito” di Parma, mentre in Carmen. Passo a due di un amore contemporaneo, in programma nell’ambito di ParmaDanza sabato 5 febbraio 2022 il coreografo Mauro Bigonzetti interpreta le vicende di Carmen e Don José in un pas-de-deux costruito sulla coppia di danzatori Camilla Colella e Octavio De La Roza.

A Note Spiegate. Guida all’ascolto a cura di Marco Pedrazzi e Diego Tripodi, podcast di RadioEmiliaRomagna, ha  dedicato una puntata a Carmen in occasione di questo debutto.