Ciao Mirella

Modena e tutto il mondo della lirica piangono la grande soprano

09 febbraio 2020

Si è spenta Mirella Freni, la grande soprano modenese che ha calcato tutti i più importanti palcoscenici della lirica mondiale, rimanendo sempre indissolubilmente legata alla sua città natale. Magnifica interprete – indimenticabile la sua vocalità ricca di armonici – si è sempre negata al divismo pur avendo collaborato con tutti i più importanti direttori e registi del 900: Karajan e Giulini, Visconti e Jean Louis Barrault, Kleiber e Abbado, Strehler e Ronconi, Prêtre e Gavazzeni, Jean Vilar e Zeffirelli; Levine, Solti, Sinopoli, Bartoletti, Muti, Ozawa. Impossibile citarli tutti.

Avrebbe compiuto ottantacinque anni il prossimo 27 febbraio, Mirella Freni che, diciannovenne, nel 1955, debutta al Teatro Comunale di Modena  in Carmen di Georges Bizet, nel ruolo di Micaela. A ventisei anni entra alla Scala interpretando Nannetta nel Falstaff. Nel tempio della lirica milanese Freni si esibirà in una serie di di titoli straordinari dal 1962 alle soglie del terzo millennio: Falstaff, Serse, Carmen, Elisir d’Amore, La Bohème – produzione firmata da Karajan e Zeffirelli che consacrerà Mirella Freni come la Mimì d’eccellenza, spesso al fianco dell’altrettanto celebrato Rodolfo di Luciano Pavarotti, suo concittadino, coetaneo e “fratello”. E poi, Faust, Turandot, Don Giovanni, Le nozze di Figaro, L’amico Fritz, La Traviata, Manon (di Massenet), La Figlia del Reggimento, Otello, Simon Boccanegra, Don Carlo, Ernani, Evgenij Onegin, Adriana Lecouvreur, La dama di picche, Fedora.

A questa fase della sua vita artistica succede un periodo che si apre al Festival di Salisburgo con la Desdemona dell’Otello verdiano (1970), diretto da Herbert von Karajan che segna il passaggio dai ruoli della prima maniera (in parte mantenuti nel repertorio) ai personaggi di altra dimensione vocale, nelle inflessioni espressive, nelle valenze drammatiche. Ed ecco allora Simon Boccanegra, Don Carlo, Ernani, Aida, Manon di Puccini, Adriana Lecouvreur, preannuncio della terza fase, quella delle opere russe (la trilogia di Ciaikovskij: Evgenij Onegin (1984), La dama di picche (1990), La pulzella d’Orléans (2002).

Nel 2005 Freni lascia le scene per dedicarsi completamente all’insegnamento con la creazione dell’Accademia del Belcanto di Modena (CUBEC), attività a cui si è dedicata con passione e successo, formando allievi che si esibiscono nei più importanti teatri. La sua presenza ha contribuito in maniera sostanziale a fare di Modena un punto di riferimento internazionale per l’opera e la sua tradizione.

Video

Mirella Freni, Sì mi chiamano Mimì