Cirano deve morire. Manzan l’irriverente riscrive in rap i versi di Rostand

Il 22 marzo al Teatro Asioli di Correggio, il 23 marzo al Laura Betti di Casalecchio

19 marzo 2024

Basterebbe da solo il lungo titolo del suo più recente spettacolo, “Uno spettacolo di Leonardo Manzan. Leonardo Manzan dirige Leonardo Manzan in una delle produzioni più attese dell’anno: il nuovo spettacolo di Leonardo Manzan”, per dar conto della personalità di uno dei più interessanti ed esplosivi registi e attori italiani. Irriverente, beffardo e acuto, Manzan – classe 1992 – porta in scena scatenate invettive contro tutto e tutti, giocando con il linguaggio in un turbine di citazioni e riferimenti colti e pop. Si autorecensisce, anticipa la critica, se la prende coi colleghi teatranti che non sognano la fama crogiolandosi invece in una presunta marginalità del talento, e lo fa con un linguaggio che piace tantissimo ai più giovani. Il 22 e 23 marzo il pubblico dell’Emilia-Romagna potrà finalmente incontrare questo enfant terrible della scena contemporanea. Prima all’Asioli di Correggio e poi al Laura Betti di Casalecchio (entrambi teatri del circuito ATER Fondazione) va infatti in scena Cirano deve morire, il primo spettacolo dell’artista (a oggi ne contiamo tre), anticipato il 21 marzo, ore 18.30, da un incontro con i protagonisti a Palazzo Principi di Correggio. Il 9 aprile potremo invece vedere lo spettacolo al Teatro Due di Parma.

Il lavoro è stato prodotto dalla Biennale di Venezia diretta da Antonio Latella. Manzan ha infatti vinto la Biennale College nel 2018, ottenendo così una cospicua produzione per il suo lavoro arrivato al debutto nel 2019. Poi la pandemia ha bloccato tutto e lo spettacolo è tornato a girare con la riapertura dei teatri, arrivando su palcoscenici importanti come quello del Piccolo Teatro di Milano, che replica dopo replica si è affollato sempre di più di giovani spettatori. Complice anche l’uso del rap, una forma amatissima dalle giovani generazioni. Nel concerto-spettacolo che lo vede in scena assieme a Paola Giannini, Alessandro Bay Rossi e Giusto Cucchiarini, Manzan ha trasformato il classico di Edmond Rostand in qualcosa di estremamente attuale.

La storia d’amore di Cyrano e Cristiano per la stessa donna, uno dei più famosi “triangoli” del teatro moderno, è riscritta infatti per tre voci in uno spettacolo-concerto con testi e musiche originali di Franco Visioli e Alessandro Levrero, eseguite dal vivo da Filippo Lilli, che trasforma la poesia di fine ’800 in potenti versi rap, ruvidi, selvaggi, da strada, volgari. Rime taglienti e ritmo indiavolato – tra musical e dj set, costumi d’epoca e luci strobo – raccontano di inganni e di morte, di lealtà verso gli altri e di tradimento di se stessi, di parole che seducono e di silenzi che uccidono. E tra sarcasmo e provocazione “sparano” pensieri sull’arte e sul teatro di oggi. Cirano deve morire recupera la forza poetica del testo originale attraverso la poetica rap non solo per esprimere l’eroismo e la verve polemica del protagonista, ma anche per rendere contemporanea e autentica, quindi fedele a Rostand, la parola d’amore.