Colpi di Scena del teatro contemporaneo a Forlì. Al via la seconda edizione

Dal 26 al 29 settembre a Forlì

19 settembre 2023

Una vetrina per scoprire il teatro contemporaneo, tra emergenti e artiste/i affermati, con tante anteprime e prime nazionali. Succede a Forlì con Colpi di Scena, la rassegna organizzata da Accademia Perduta/Romagna Teatri e ATER Fondazione, con la direzione artistica di Claudio Casadio e Ruggero Sintoni. La seconda edizione del festival, che si alterna con cadenza biennale allo storico Festival dedicato al Teatro Ragazzi, è dal 26 al 29 settembre. Diciannove le compagnie ospiti che presenteranno i propri spettacoli (a ingresso gratuito) al pubblico della città e a una ricca platea di addetti del settore.

I tanti temi di grande attualità che emergono dai lavori in programma compongono un mosaico che invita gli spettatori a riflettere sul presente e sulle sue complessità e contraddizioni. Come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la Russia di Teodoro Bonci Del Bene (prodotto da Accademia Perduta) affronta per esempio il tema della libertà di espressione di un artista, tra comicità, tragedia e grottesco, mentre la Compagnia Eco di Fondo, con Pigmalione si interroga sull’onestà intellettuale di un artista e su quanto sia disposto a “vendersi l’anima al diavolo” pur di realizzare un sogno. Elsinor Centro di Produzione Teatrale propone invece Frankenstein, in versione totally pink firmata da Ivonne Capece, con tre interpreti che raccontano un’epoca in cui le donne erano costrette a giustificare la grandezza delle loro ambizioni e creazioni artistiche.

La “società dei consumi” è il punto di partenza di Menoventi che presenta Odradek, una fiaba contemporanea in cui la protagonista vive rintanata nella sua comfort zone domestica, vittima di un 
conformismo volto a esaudire ogni desiderio. Ma anche il Gruppo della Creta, con Beati Voi che pensate al successo noi soli pensiamo alla morte e al sesso si prende gioco delle macerie della società consumista. Ampio spazio poi è riservato alle riletture dei miti classici. Paola Fresa, Christian Di Domenico e Emiliano Bronzino con P come Penelope presentano un primo studio per una riscrittura contemporanea del personaggio omerico in chiave ironica; Un’altra Iliade, di Mana Chuma Teatro, racconta invece la guerra dal punto di vista degli ultimi, mentre la Compagnia Berardi Casolari, con LidOdissea, presenta la vicenda di una famiglia in vacanza che trasforma il viaggio mitologico in una scoperta dei paradossi della società contemporanea.
Un altro tema centrale è quello dei “confini”. A declinarlo gli Instabili Vaganti con una nuova versione di The Glabal City – A Journey Beyond Borders, spettacolo ispirato a Le città invisibili, e riproposto nel centenario della nascita di Italo Calvino, mentre il Centro Teatrale MaMiMò, in 4000 miglia, di cui sarà presentato un estratto, racconta la solitudine di una nonna e un nipote che finiscono per superare i loro “confini” e prendersi cura l’uno dell’altro. Kepler-452, nello spettacolo Album, indaga invece rapporti familiari, mentre per due adolescenti, i protagonisti di Io che amo solo te di Bluestocking, i limiti sono infine quelli del pregiudizio, della paura, in una lotta interiore di sentimenti contrastanti in cui non trovano il coraggio di vivere la loro felicità.

Parlano poi di contraddizioni umane La Faglia della Compagnia Amendola Malorni e Negri senza memoria di Casavuota, secondo capitolo della trilogia Bugie Bianche di Alessandro Berti, ma anche Tu (non) sei il tuo lavoro di Sandro Mabellini e Rosella Postorino, un quadro sulla disarmante condizione umana contemporanea. Ricerca di senso e identità sono al centro invece di I cuori battono nelle uova di Les Moustaches, nuova co-produzione di Società per Attori e Accademia Perduta, in cui le pance di tre donne in attesa del loro primo figlio ricordano tre uova, tanto forti quanto fragili, e Il Grande vuoto, il nuovo spettacolo di Fabiana Iacozzilli di Cranpi, che riflette su ciò che rimane alla fine di noi e si domanda se si possa ancora trasformare il dolore in bellezza. Ancora la ricerca di senso è il tema centrale di Dieci modi per morire felici di Emanuele Aldrovandi dell’Associazione Teatrale Autori Vivi: un gioco-spettacolo che indaga le possibili attribuzioni di senso alla nostra vita, in cui lo spettatore ha la possibilità di vivere una nuova vita, con l’unico scopo di morire felice, mentre in Dov’è la Vittoria, di Collettivo BEstand, la protagonista è una cattiva da fumetto che tenta la scalata politica: un personaggio controverso, ironico, grottesco.

Tra gli appuntamenti collaterali e di approfondimento segnaliamo almeno il dialogo aperto I mestieri del teatro, oggi, a cura di Renata M. Molinari e due osservatori critici coordinati rispettivamente dai critici teatrali Massimo Marino e Michele Pascarella.

Il festival è sostenuto dal Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna e Comune di Forlì.