Consumati dal fuoco della vita. La danza catartica di Castello

Il 24 gennaio al Bonci di Cesena

22 gennaio 2024

In girum imus nocte et consumimur igni ovvero “andiamo in giro la notte e siamo consumati dal fuoco”. Recitava così un enigmatico palindromo latino dalle origini incerte, riferito forse alle falene, o forse alle torce che bruciavano appunto di notte. Lo scelse Guy Debord per un famoso film del 1978, un film che era una condanna del cinema, dei meccanismi della società dello spettacolo, dell’alienazione prodotta dal consumismo, e dell’oppressione dell’individuo nella società moderna. A partire dai misteriosi, magici versi antichi, Roberto Castello, maestro della danza contemporanea, tra i più straordinari e scomodi coreografi italiani, ha creato uno spettacolo che va al di là della metafora immediata della vita come infinito consumarsi in una trama inestricabile di desideri, per diventare un’esperienza catartica della sua grottesca fatica. Lo si vedrà al Teatro Bonci di  Cesena il 24 gennaio, ore 20:30, nell’ambito del focus Carne di ERT , a cura di Michela Lucenti. Ve ne parliamo diffusamente anche nel podcast Dance Land di gennaio (ascolta qui).

In scena Mariano Nieddu, Stefano Questorio, Giselda Ranieri e Ilenia Romano, in strette tuniche nere che li proietta in un passato senza tempo, si muovono come creature inumane, microbi, elementi chimici o cellulari, immersi in un loop elettronico e claustrofobico disseminato di impulsi, input luminosi, scatti, variazioni, accensioni, come in un campo magnetico di attrazioni e opposizioni. Un’analogia folgorante della condizione umana.

Musica ipnotica e scabro bianco e nero ospitano quindi le micro narrazioni di uno spettacolo che mescola cinema, danza e teatro, con la luce fredda di un video proiettore a scandire spazi, tempi e geometrie in cui si muove un’umanità totalmente allo sbando, anime in pena che si dibattono fino allo sfinimento, fino al limite della trance, di uno stato estatico-ipnotico in cui anche lo spettatore viene invitato a precipitare, spinto dal ritmo martellante della musica e del movimento degli interpreti. L’opera è concepita e coreografata da Castello, che cura anche luci, musica e costumi, in collaborazione con la sua compagnia Aldes, fondata nel 1993, vincitrice di recente di un Premio Ubu speciale “per il costante lavoro di ricerca coreografica unito alla ricerca di nuovi pubblici e per aver dato vita ad un vivaio di talenti nel campo della danza contemporanea che è divenuto riferimento a livello nazionale e ha saputo creare una cifra artistica riconoscibile, ma non ancorata alla singola poetica di un unico artista”