- Data di pubblicazione
- 21/09/2019
- Ultima modifica
- 21/09/2019
Il coraggio di crescere. In scena Her-on di Spattini/Pallecchi
Il 22 settembre al festival Aperto di Reggio Emilia
Come si diventa adulti? La domanda è tanto enorme da sembrare ingenua. Eppure, l’immaginario qualche appiglio lo trova. In quello occidentale, i riti di iniziazione all’età adulta sono associati a epoche passate o a società tribali, e quindi a un ricco ventaglio (tra realtà e fantasia) di prove di coraggio e di sopportazione del dolore. Anche il nostro passato recente, tuttavia, come ha raccontato Marco Aime in un bel libro sulla “Fatica di diventare grandi”, aveva i suoi riti di passaggio: la leva militare, il matrimonio, l’esame di maturità. Con i suoi vertiginosi sconvolgimenti sociali, politici ed economici, il presente questi riti li ha cancellati o depotenziati quasi tutti, e così crescere è diventato un fatto intimo e individuale.
Di questa materia complicata e affascinante tratta Her-on, lo spettacolo di Giulia Spattini e Alessandro Pallecchi, (qui rispettivamente alla regia e a coreografia e suono), entrambi componenti della compagnia Balletto Civile, che ha vinto il Premio della Critica di Direction Under 30, concorso dedicato alla scena teatrale nazionale under 30, a cura del Teatro Sociale di Gualtieri con Fondazione I Teatri Reggio Emilia. Lo si vedrà il 22 settembre alle 18 al Teatro Cavallerizza, nel cartellone del Festival Aperto.
In scena Spattini, che nel lavoro è anche performer, dialoga con se stessa, in un confronto intimo che si consuma nello spazio di un corpo e di una stanza illuminata da un neon. “Il confronto più duro al quale siamo sottoposti – spiegano gli ideatori – è quello con noi stessi”. La proiezione video su una porta, realizzata da Francesco Mazzola, racconta infatti la vita di una bestia libera che spicca il volo, un airone (di qui anche il titolo Her-on che richiama il nome inglese dell’animale: Heron appunto). Un’immagine suggestiva che invita al coraggio, ma non garantisce alcun lieto fine, perché “l’airone indica la via, ma spetta a noi la decisione di percorrerla”.