- Data di pubblicazione
- 11/07/2025
- Ultima modifica
- 11/07/2025
Il corpo come rituale tra estasi e resistenza. Placebo Dances di Flavia Zaganelli
Dal 10 al 12 luglio a Santarcangelo
In uno spazio ristretto che profuma di intimità e ascolto, un gruppo di corpi respira all’unisono. È il microcosmo di Placebo Dances, nuova creazione di Flavia Zaganelli, in scena dal 10 al 12 luglio al Palazzo della Poesia per Santarcangelo Festival 2025.
Non una danza nel senso tradizionale, ma un dispositivo vivo e sensoriale, che attraversa i concetti di piacere, cura e presenza. In un’epoca in cui il corpo è spesso ridotto a performance o consumo, Zaganelli lo riscatta e lo trasforma in materia relazionale, capace di accogliere, stimolare e destabilizzare. Placebo Dances è un invito a stare. A respirare insieme. A lasciarsi attraversare da ciò che non può essere detto con le parole. Partendo dall’attenzione iniziale sul respiro che, guidato e addomesticato, permette ai corpi di scomporsi tra stati di estasi e abbandono, due capi opposti di una stessa tensione fisica ed emotiva, le Placebo Dances cercano posture scosse dal desiderio, che scompongano dolcemente i corpi e li facciano vacillare.
Zaganelli, dance artist e performer, si è formata in modo indipendente tra l’Italia e l’Europa, collaborando con artisti e artiste internazionali e scegliendo un percorso lontano dai circuiti accademici tradizionali. La sua ricerca si muove tra linguaggi ibridi, pratiche somatiche e processi collaborativi, con uno sguardo aperto alla dimensione politica ed emotiva del corpo. Questo lavoro è il frutto di un percorso sostenuto dal programma Boarding Pass Plus Dance 2023, sviluppato attraverso residenze artistiche in Italia e all’estero. A Santarcangelo lo spettacolo trova una tappa centrale del suo sviluppo: qui, il pubblico non è semplice spettatore, ma parte attiva, immerso in un clima sensibile, in cui il piacere diventa atto politico e gesto di resistenza. “Cerchiamo posture scosse dal desiderio, che scompongano dolcemente il corpo e lo facciano vacillare, per trovare una vicinanza erotica del nostro stare al mondo. Il piacere è qui salvezza in tempi di catastrofe” spiega l’artista. Tra silenzi eloquenti e tocchi minimi, il corpo si fa così paesaggio emotivo, rituale collettivo, poesia incarnata.