Tra Dioniso e Śiva: le Baccanti di archiviozeta a Villa Aldini

Dal 30 maggio all’11 giugno a Bologna

11 maggio 2023

Rileggere le Baccanti con occhi nuovi, tornando al cuore della tragedia per rivelarne gli aspetti universali, e dunque di straordinaria attualità. Dopo aver attraversato i capolavori di Eschilo e Sofocle, archiviozeta incontra per la prima volta una tragedia di Euripide, un testo capitale del teatro antico, portandolo in scena a Villa Aldini dal 30 maggio all’11 giugno (il debutto, inizialmente previsto per il 18 maggio è stato rimandato al 30 a causa dell’alluvione). Ancora una volta, dunque, a ospitare l’allestimento diretto dai due fondatori, attori e registi della compagnia, Enrica Sangiovanni e Gianluca Guidotti, sarà uno spazio fuori dall’ordinario.

Se per gli attraversamenti di Eschilo e Sofocle i due artisti avevano agito in luoghi straordinariamente ricchi di storia, su tutti il Cimitero militare germanico del passo della Futa, ma anche il Sasso di San Zanobi, il Sacrario di Sant’Anna di Stazzema, il Parco storico di Monte Sole, il Teatro di Segesta il Teatro romano di Fiesole, la nuova produzione s’inscrive nella geografia dell’ottocentesca villa bolognese, set indimenticabile di alcune scene di Salò o le 120 giornate di Sodoma di Pasolini, nell’ambito nell’ambito di inosservanza – progetto di residenza artistica e riqualificazione urbana nato in collaborazione con il Comune di Bologna.

Lo spettacolo, anticipano i creatori, sarà in effetti anche un viaggio nei diversi luoghi del parco: la Chiesa della Rotonda della Madonna del Monte è santuario di Dioniso e tomba di sua madre Semele, la Villa con il colonnato e il timpano neoclassico è Tebe e palazzo di Penteo, il parco e il bosco diventano il mitico monte Citerone dove si arriverà alla fine per ascoltare le descrizioni dei messaggeri che sfidano a parole la natura.

Assieme a un gruppo di giovani attrici e attori e con le musiche di Patrizio Barontini (in scena ci sono Diana Dardi, Gianluca Guidotti, Pouria Jashn Tirgan, Giuseppe Losacco, Andrea Maffetti, Enrica Sangiovanni, Giacomo Tamburini), archiviozeta guiderà il pubblico nella storia di Dioniso, un viaggio che si sovrappone e mischia con le leggende indiane di Śiva. “Potremmo dire – spiegano i registi – che il Dionisismo è stata una declinazione occidentale dello Shivaismo e ha rappresentato, in immagini e in versi, l’essere umano in comunione con il tutto, con la vita selvaggia, con gli animali della montagna e con la foresta”.

Per dare corpo e vita al loro Dioniso la compagnia si rifà proprio alla cultura indiana, anche esplorandone l’alfabeto fisico con l’aiuto di Giuditta de Concini, maestra di danza indiana Bharatanatyam. “Siamo immersi in un mondo ambiguo e misterioso che Euripide con estrema saggezza dissemina di tranelli, false piste, equivoci, pericoli. – Spiegano ancora Guidotti e Sangiovanni. – Il discorso su Dioniso è complesso perché per la prima volta si manifesta sulla scena, nel teatro a lui intitolato, un attore che dichiara di essere egli stesso Dioniso, il dio del teatro: è quindi prima di tutto una riflessione sul teatro e il suo doppio, sul vedere e sull’illusione di vedere”.