- Data di pubblicazione
- 02/05/2019
- Ultima modifica
- 02/05/2019
Sei direttori artistici per Periferico Festival
A Modena dall’8 al 12 maggio l’undicesima edizione della rassegna
Trasformare spazi in disuso in palcoscenici inaspettati per coltivare concezioni artistiche sorprendenti, plurali, ibride. Non è solo il must dei grandi festival europei che trasformano vecchie fabbriche in hub culturali per opere musicali e coreografiche milionarie, ma soprattutto il campo prediletto dei festival più diroccati, più laterali, volutamente più piccoli, curati, a dimensione umana, di dialogo. Si chiama Periferico, non a caso, il festival che il Collettivo Amigdala organizza a Modena da undici anni, e già punto di riferimento nazionale di un modo d’intendere le arti performative come incontro, attraversamento, rigenerazione. Da quattro anni Amigdala opera nel Villaggio Artigiano di Modena Ovest, storico quartiere di case-officine, attive o dismesse. Tra officine, case private, imprese e spazi sociali del Villaggio dall’8 all’11 maggio va in scena anche l’undicesima edizione della rassegna, ma con una importante novità: non una, ma ben sei direzioni artistiche, che nelle cinque giornate si avvicenderanno nella programmazione degli appuntamenti, scegliendo di ospitare altri artisti, pensatori, interventi. Una curatela diffusa, insomma, che assicura diversità di sguardi ma anche di forme e di linguaggi: “cinque spiragli – spiegano gli organizzatori – da cui osservare la pratica artistica di “relazione con lo spazio” che ciascuno di loro porta.” “Ogni giornata del festival – proseguono – porterà il pubblico a sperimentare un modo di attraversamento, un punto di vista specifico sul modo in cui il corpo, il suono e la parola possono entrare in dialogo con lo spazio scelto, cercando di formulare un discorso essenziale ma netto e preciso come può esserlo un granello di sabbia che inceppa un meccanismo troppo ben oliato”.
La programmazione è inaugurata dallo stesso collettivo Amigdala nell’ambito di Trasparenze Festival, dove il 3 maggio, dalle 24 alle 6, andrà in scena Elementare, uno spettacolo-rito che fonda un’alleanza temporanea tra pubblico e artisti, invitati con un canto ininterrotto ad aspettare l’alba nello spazio La Torre. Periferico parte invece l’8 maggio con la firma dei Dewey Dell che a Modena, insieme ai loro spettacoli Deriva Traversa, spettacolo di danza che tenta di decifrare l’invisibile, e Cinquanta urlanti, quaranta ruggenti, sessanta stridenti, un unico corpo oscillante che ha il suono di un universo fatto di corde, assi di legno e di urla e voci dei marinai, portano in dote un dialogo con Roberta Ioli, studiosa del pensiero antico, e Jart, una performance di e con Ginevra Panzetti e Enrico Ticconi, in cui due figure vagano in un paesaggio immaginario costantemente trasformato dai loro gesti. Il 9 maggio Effetto Larsen organizza invece un dialogo con la psicologa sociale Alessandra Frigerio e l’urbanista Federico Zanfi, seguito da TRACCE – una questione di identità, installazione partecipativa che indaga il rapporto tra ambiente e identità, prendendo spunto proprio dalla trasformazione nel tempo del Villaggio Artigiano di Modena Ovest. La giornata del 10 maggio, a cura di Enrico Malatesta, prevede diversi appuntamenti sonori. Si parte con Ascolta, un workshop sull’ascolto diretto dall’artista con la partecipazione di Lucia Palladino e Clio Casadei, e poi una doppia sessione di ascolto/conferenza, la prima sulla voce nel paesaggio e il paesaggio nella voce del compositore e filmmaker Renato Rinaldi, la seconda sulle registrazioni monoaurali del compositore e studioso Attila Faravelli. E la sera si chiude con tre concerti: Rudimenti di Malatesta, Bias di Giovanni Lami e Composizione di retorica di Renato Grieco. Metamorfosi e attraversamenti sono invece le parole guida per l’11 maggio, giornata di festival a cura di Leonardo Delogu e Valerio Sirna di Dom, che propongono un body training mattutino sulla questione dello stato liminale come condizione fisica, un talk post-antropocentrico sull’arte al tempo delle narrazioni catastrofistiche, una camminata guidata nel quartiere, con una particolare attenzione alle forme della percezione, la proiezione del film L’uomo che cammina, creato da Studio Azzurro a partire da una performance allestita da Dom a Milano nel 2018, un atteso incontro, a metà tra grido e comizio, con Antonio Moresco, e per finire un DJ set “post-umano che celebra la metamorfosi e l’incontro con le alterità vegetali, animali, cyborg, mutanti, aliene, divine e con tutto ciò che ancora non possiamo immaginare”. Il 12 maggio la parola passa a Isabella Bordoni e ad un focus sull’architetto e designer modenese Cesare Leonardi che prevede una visita guidata all’allestimento realizzato alla Fondazione de Mitri a cura dell’Archivio Architetto Cesare Leonardi, un doppio workshop di reinterpretazione disegnata dell’opera fotografica Carpinus betulus di Leonardi e la presentazione della Scuola Archivio Leonardi con un talk con Andrea Cavani, architetto co-fondatore di Archivio Leonardi. Bordoni presenta invece una installazione e una performance intitolata CODE_syntax error_congedo dalla figura 22 [] (con il linguista Matteo Di Cristofaro, il compositore Christian Mastroianni, il sound designer Nicola Fumo Frattegiani, e il sound artist Alessandro Perini) che riassume tutto il materiale audio del progetto curato dall’artista per Periferico 2018 a Fonderia Ponzoni. A chiudere è Contronatura, performance/installazione di e con Giacomo Cossio, architetto e pittore, che compie un atto di verniciatura di un gruppo di piante con uno smalto sintetico, che vengono trasformate in una selva vegetale e monocroma. L’opera, una volta terminata, viene mantenuta e monitorata. “Col tempo – spiega l’artista – alcune piante, sotto l’azione degli smalti, muoiono, ma la maggioranza, invece, continua incredibilmente a vivere, fiorendo e germogliando, lasciando come residuo, le parti verniciate, quasi fossero pelle morta”. Tra le iniziative collaterali da segnalare un racconto quotidiano del festival online su perifericofestival.it a cura di Gianluca Poggi, critico teatrale di Altre Velocità, e le riunioni quotidiane della redazione di Fionda, rivista semestrale del Villaggio Artigiano di Modena Ovest, un laboratorio di pensiero e scrittura, aperto al pubblico, che troverà spazio sul prossimo numero della rivista.
Periferico Festival è realizzato in collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio di Modena nell’ambito di Andante, Comune di Modena e Consorzio Attività Produttive e con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna.