Nuovo dittico di Aterballetto a firma Morganti e Shechter

Al Teatro Valli di Reggio Emilia, il 10 novembre

02 novembre 2017

Nell’ambito di Festival Aperto e dei suoi “Dispositivi meravigliosi”, venerdì 10 novembre, alle 20.30, al Teatro Municipale Romolo Valli di Reggio Emilia è in programma una serata di Aterballetto con due nuove produzioni della Fondazione Nazionale della Danza create appositamente per la Compagnia e firmate da Cristiana Morganti e da Hofesh Shechter.

La creazione di Cristiana Morganti, storica danzatrice del Tanztheater Wuppertal Pina Bausch e oggi coreografa apprezzata e richiesta in tutta Europa, porta il titolo “Non sapevano dove lasciarmi” e nasce e si sviluppa dal e nell’incontro con i danzatori dell’Aterballetto, incontro che le ha fatto abbandonare una diversa idea iniziale per creare “uno spettacolo per loro e con loro, un viaggio vertiginoso nella vita dei danzatori”. Come spiega ancora la coreografa, per rivelare al pubblico l’identità e l’unicità di questi danzatori, ciascuno con la propria storia, personalità e dimensione creativa, ciascuno artista completo a prescindere dalle capacità tecniche, pur straordinarie, la Morganti parte da elementi autobiografici e miscela danza e vita “in una dinamica che annulla continuamente il sottile confine tra il dentro e fuori scena, tra realtà e finzione”. La coreografia della Morganti è stata creata per 9 danzatori su musiche, curate da lei stessa, di Karen Dalton, Peaches, Uhuhboo Project, Joao Gilberto, The Bad Plus, Horace Silver e Big Business. Anche i costumi portano la sua firma, assieme a quelle di Francesca Messori e Debora Baudoni, mentre le luci sono di Carlo Cerri.

Lo spettacolo di Hofesh Shechter, uno dei coreografi contemporanei più intensi e viscerali, definito da The New York Times “una delle punte di diamante della scena della danza britannica”, è tratto da un suo vecchio pezzo rimontato per i 16 danzatori di Aterballetto da Sita Ostheimer e Richard Godin. Autore anche della colonna sonora (con l’aggiunta di qualche brano di Verdi, Bach, ATM e Dance Music by Ophir Ilzetzki), in questa coreografia Shechter mette in scena un’umanità dai tratti istintivi, selvaggi, quasi animalesca, come suggerisce anche il titolo: “Wolf” (“Lupo”).
Così il quadro che compongono i danzatori investe il pubblico con un’ondata di energia, lo trascina in un universo misterioso e coinvolgente. “La danza è come un sogno – dice Shechter, che firma anche le luci e i costumi dello spettacolo realizzati poi da Francesca Messori e Nuvia Valestri – quando ti risvegli non ti sai spiegare come certe idee e cose siano avvenute, e perché proprio in quel modo”.

Il prossimo 20 dicembre questo nuovo dittico dell’Aterballetto sarà ancora a Reggio Emilia, alla Fonderia39.
L’anno prossimo invece, la sua breve tournée lo porterà anche al Teatro Comunale di Ferrara (il 24 febbraio) e al Teatro Comunale di Modena (l’11 maggio).