Come diventare ricchi e famosi da un momento all’altro. Il nuovo spettacolo di Emanuele Aldrovandi

Il 2 marzo al Dadà di Castelfranco Emilia e dal 5 al 10 marzo alle Passioni di Modena

21 febbraio 2024

Una bambina di sei anni e una madre disposta a tutto pur di portare sua figlia ai vertici del successo. Attorno a questa ossessione per la fama a tutti i costi ruota Come diventare ricchi e famosi da un momento all’altro, il nuovo spettacolo firmato da Emanuele Aldrovandi, drammaturgo e regista teatrale e cinematografico, vincitore di diversi riconoscimenti tra i quali i premi Tondelli, Hystrio e Pirandello, e recentemente anche autore de Il nostro grande niente, il suo primo romanzo appena pubblicato da Einaudi Stile Libero.

Sembra una classica stringa da ricerca su google, il titolo di questo spettacolo coprodotto da Associazione Teatrale Autori Vivi, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e ERT / Teatro Nazionale, che si vedrà in prima assoluta al Teatro Dadà di Castelfranco Emilia il 2 marzo e poi sul palco del  Nuovo Teatro delle Passioni di Modena dal 5 al 10 marzo.

“Come diventare ricchi e famosi da un momento all’altro” è una domanda che si pongono in molti, in una società nella quale benessere economico e fama sono ritenuti conquiste e valori imprescindibili per essere felici.
Ancora una volta Aldrovandi, dopo L’Estinzione della razza umana, spettacolo che racconta in chiave tragicomica la vita durante i due anni di pandemia, si concentra sugli effetti della nostra modernità, sulla disinformazione e sul sistema disfunzionale instaurato dai social, prima accusati di creare distanze tra le persone e in pochi anni considerati invece l’unico modo per avere contatti fra individui. Con il suo inconfondibile stile tagliente, in questo nuovo lavoro che vede in scena quattro attori/attrici, Giusto Cucchiarini, Serena De Siena, Tomas Leardini, Silvia Valsesia, l’autore affronta e analizza l’insano rapporto tra felicità e realizzazione, interrogandosi su che cosa sia la qualità artistica nell’epoca della post-verità.

Ma se le due figure al centro della storia, una figlia e una madre, sono decisamente realistiche come assai plausibile è la loro vicenda, “l’allestimento è invece onirico e surreale, perché quello che viene messo in scena è il ricordo di un uomo che continua a rivivere la giornata nella quale la vita di una bambina di sei anni è cambiata per sempre”. Il folle piano della madre che coinvolge con l’inganno Chiara, una famosa attrice, e Carlo, cognato appassionato di scacchi, “rivive attraverso lo sguardo di Ferdinando, talvolta distaccato, talvolta pieno di sensi di colpa: cosa avrebbe potuto fare di diverso? È possibile cambiare il corso degli eventi e incidere veramente sulla realtà e sul mondo?”. “Se il testo affronta il rapporto fra la felicità e la realizzazione personale – spiega Aldrovandi – la chiave registica con cui ho deciso di metterlo in scena pone l’accento sul vortice ossessivo di chi è condannato a pensare una cosa e poi, nell’attimo successivo, esattamente la cosa opposta. La realtà si deforma sotto lo sguardo di chi è convinto di non poterla mai conoscere, ma solo ipotizzare”.