Do animals go to heaven? Il debutto di Olimpia Fortuni

Al Teatro Comunale di Ferrara il 4 dicembre

04 dicembre 2018

Dal senso profondo della bellezza a quello dell’orrore, dalla comunione selvaggia e luminosa con la natura alla devastazione scientifica di ciò che ci circonda. La parabola dell’uomo dalle origini all’oggi traccia un percorso verso la rovina, gettando il seme di un desiderio sempre più diffuso, quello di una ritrovata aderenza alle cose e alla natura, di uno sguardo che riattivi nell’umano la capacità di stare nel mondo senza bruciarlo con violenza cinica. Lo racconta la giovane autrice e danzatrice Olimpia Fortuni in Do animals go to heaven?, progetto finalista al Premio Prospettiva Danza 2018, prodotto dall’Associazione Sosta Palmizi di cui la coreografa è artista associata, in scena in prima assoluta il 4 dicembre al Teatro Comunale di Ferrara per la dodicesima edizione della piattaforma Fuoristrada collegata al progetto Anticorpi per la promozione dei giovani danzatori-autori.

Classe 1985, la Fortuni ha già lavorato, tra gli altri, con Valdoca, Samotracia, Giorgio Rossi, Raffaella Giordano, Casa Strasse, Zerogrammi e Company, e si misura ora, per la prima volta, con un lavoro corale, che traduce in coreografia il graduale passaggio compiuto dall’uomo da un opposto all’altro, dalla luce alla sua perdita. In scena cinque danzatori, Pieradolfo Ciulli, Masako Matsushita, Gabriele Montaruli, Raffaele Tori e lei stessa, compongono un omaggio alla natura ispirato all’esperienza personale dell’autrice di un viaggio in Namibia, nell’Africa meridionale, terra di deserto e savana, antilopi e gazzelle, giraffe ed elefanti. Di fronte alla bellezza, alla sacralità della natura che nasce dalla semplice osservazione degli animali nel loro habitat naturale, dove la mano dell’uomo non è intervenuta, diventa insopprimibile e non più procrastinabile la domanda sul nostro presente, sulla follia della nostra cultura, sulla relazione violenta che lega uomini e animali, sulla contaminazione aggressiva e sulla logica produttiva imperante ed esasperata che ci ha portato addirittura alla costruzione di lager per ‘ottimizzare’ la produzione e soddisfare la domanda del mercato. Da una gradinata posta direttamente sul palcoscenico il pubblico assiste da vicino a un intreccio di visioni e suggestioni che inseguono la possibilità di ritrovare l’equilibrio perduto tra gli opposti che abitano l’animo umano.

Il progetto è sostenuto da MiBAC e SIAE nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina Copia privata per i giovani, per la cultura” 2017, con il contributo di Fondo regionale a sostegno della danza d’autore 2017 dell’Emilia  Romagna / ResiDance XL 2018, luoghi e progetti residenza per creazioni coreografiche, azione della Rete Anticorpi XL – Network Giovane Danza D’autore, coordinata da L’Arboreto – Teatro Dimora di Mondaino.