Don Carlo secondo Mariotti

Dal 6 giugno la nuova produzione del Teatro Comunale con la regia di Brockhaus

04 giugno 2018

Una dimensione onirica, atemporale, in cui si evidenziano i simboli piuttosto che la ricostruzione storica è quella che il regista Henning Brockhaus vuole restituire del Don Carlo, unica opera di Giuseppe Verdi a debuttare, nel 1867,  al Teatro Comunale di Bologna: un  grande affresco storico, umano e politico che ebbe una gestazione complessa, durata più di vent’anni e sfociata in più versioni.

Il nuovo allestimento, interamente a firma del Teatro Comunale di Bologna, porta in scena dal 6 al 14 giugno — con la scenografia di Nicola Rubertelli che si annuncia di grande impatto — la  versione italiana in quattro atti, rappresentata per la prima volta alla Scala nel gennaio del 1884, già radicalmente rivista da Verdi dopo quella composta originariamente per l’Opera di Parigi nel 1867 con il titolo “Don Carlos” e dopo la versione andata in scena a Bologna quello stesso anno. Il libretto è tratto dal dramma di Friedrich Schiller che Brockhaus ha già messo in scena per il teatro di prosa e che giudica un testo drammaturgicamente importante e ampiamente sottovalutato.

La nuova produzione del Comunale si avvale di un unico cast di grandi voci, capace di dare corpo a un’opera di rara esecuzione, “un’opera densa, complessa, concettuale e con una musica meravigliosa. Come un mare in cui si nuota dall’inizio alla fine. È un’opera che parla di solitudine e di dolore, in cui ogni personaggio è perdente, ed è basata sul conflitto. Un conflitto politico, sessuale e generazionale tra Filippo e Don Carlo” confida Michele Mariotti, al debutto nel titolo.
Roberto Aronica (Don Carlo), Maria Josè Siri (Elisabetta di Valois), Luca Salsi (Rodrigo), Veronica Simeoni (La Principessa Eboli) e Dmitry Beloselskiy (Filippo II) ne sono gli interpreti, “musicisti oltre che cantanti” dice di loro Mariotti, “artisti con cui parlo la stessa lingua e a cui chiesto grande attenzione alla pronuncia, ai colori, al suono vellutato e plumbeo”.
“Affrontare quest’opera —  afferma ancora Mariotti — è come scalare una montagna”, ma il Direttore principale della Fondazione lirica è accompagnato nell’impresa dall’Orchestra del Comunale (“con la quale ormai sono un tutt’uno”) e dal Coro del Teatro, diretto dal maestro Andrea Faidutti.

La vicenda è ambientata nella seconda metà del Cinquecento: Filippo II, re di Spagna, non riesce a opporsi al potere temporale della Chiesa e i destini di tutti sembrano sottostare alla figura del Grande Inquisitore. Don Carlo, Infante di Spagna e figlio di Filippo II, è innamorato di Elisabetta, figlia del Re di Francia, che invece rinuncia a lui per andare in sposa a Filippo II in modo da assicurare la pace tra Francia e Spagna. Da qui un’elaborata trama che consente uno scavo psicologico anche sui personaggi di contorno che incarnano  temi sempre cari a Verdi: la difficoltà nel distinguere tra bene e male, il peso del potere, i contrasti d’amore, i conflitti sentimentali vissuti violentemente.

“Don Carlo” sarà trasmesso in diretta su Radio3 Rai la sera della prima.