Don Chisciotte ad ardere. Al Ravenna Festival seconda anta dell'opera mondo delle Albe

Dal 26 al 30 giugno e dal 2 al 7 luglio

26 giugno 2024

A Ravenna Festival ancora una volta, la forza del mito e l’attualità dei classici riuniscono cittadini e cittadine attorno al teatro  che coinvolgono la città in lunghi e articolati percorsi di creazione condivisa. Dal  cantiere delle  Albe, ecco la seconda anta di  Don Chisciotte  con la regia di Marco Martinelli. Capostipite con Ermanna Montanari di un’intera comunità artistica – le Albe/Ravenna Teatro appunto – che in quasi quarant’anni di spettacoli, laboratori, libri e viaggi nel mondo ha macinato successi ed emozioni ha affinato sempre di più la  pratica di teatro politttttttico (con 7 t), un teatro capace di coniugare etica ed estetica, poesia e intervento nella polis. A Scampia, come a Pompei e a Ravenna, sono centinaia, migliaia di persone che creando  comunità  hanno saputo ‘rifarsi luogo’ attraverso un teatro che scende dal palcoscenico e entra nel corpo vivo della città.

Mettere in vita un classico e mettere in scena Ravenna: sono queste le coordinate della Chiamata pubblica – la prima nel 2016 – con cui ancora una volta Ermanna Montanari e Marco Martinelli hanno invitato cittadine e cittadini a prendere parte a una creazione corale, “segno che il teatro mantiene la sua forza dirompente quando, alla verticalità solitaria dell’arte, sa intrecciare l’orizzonte plurale dei corpi,” sottolineano. Dal 26 al 30 giugno e dal 2 al 7 luglio, l’appuntamento con Don Chisciotte ad ardere opera in fieri 2024 è alle 20 a Palazzo Malagola di Ravenna sulle tracce del cavaliere errante di Cervantes. La Chiamata permette al pubblico di Ravenna Festival di varcare la soglia di un’altra opera-mondo attraverso uno spettacolo composto dalla ripresa della prima “anta” del trittico donchisciottesco, andata in scena nel 2023, e l’inedita seconda anta che raggiungerà il Palazzo di Teodorico.

La seconda e nuova anta del Don Chisciotte segue a ruota l’episodio conclusivo della prima anta, che parte e si sviluppa negli spazi di Palazzo Malagola. Gli “erranti” fuggono il rogo dei libri: insieme a Don Chisciotte, Dulcinea e Sancho (rispettivamente Roberto Magnani, Laura Redaelli e Alessandro Argnani), i maghi Hermanita e Marcus – gli alias di Montanari e Martinelli, a cui si deve l’ideazione, la regia e la drammaturgia – raggiungono le rovine di un “palazzo”. Sul prato i maghi e le maschere preparano la storia centrale della seconda anta: è la “schiava di Algeri”, novella fondamentale nella polifonia del romanzo di Cervantes. Così l’hidalgo, simbolo irriducibile di sognatore che non si rassegna alle ingiustizie di un sistema fondato sull’ipocrisia e il sopruso, continua ad ardere, appunto, anche se tutti lo considerano folle, patetico e ridicolo. Ma più ci addentriamo nell’opera e più il cavaliere e i suoi folli e stonati compagni di viaggio ci appaiono più saggi e percettivi di quella maggioranza che, pretendendo di avere il monopolio della ragione e della verità, è loro nemica.

Per questa edizione del Ravenna Festival, abbiamo incontrato Martinelli alle prove  ravennati di Pluto e gli abbiamo chiesto se la pratica  del teatro di cittadinanza lo emozioni ancora e che portata ha oggi questa pratica teatrale. Ecco cosa ci ha risposto:

 

Per l’occasione, Ravenna Festival ha commissionato musiche originali al gruppo Leda, che le eseguirà live. Lo spettacolo è una coproduzione Albe/Ravenna Teatro, Ravenna Festival e Teatro Alighieri in collaborazione con i Musei nazionali di Ravenna e l’Opera di Religione della Diocesi di Ravenna. Al momento tutte le date sono sold-out, ma la sera stessa è possibile mettersi in lista d’attesa alla Biglietteria del Teatro Alighieri per i posti che potrebbero rendersi disponibili.