“Don Giovanni” di Ferrara è un’amorale forza cosmica
Al Teatro Alighieri di Ravenna il 12 e il 14 gennaio
“Don Giovanni”, considerato uno dei massimi capolavori di tutto il repertorio operistico, è stato scritto da Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Lorenzo Da Ponte come dramma giocoso nel quale il tragico e il comico convivono. È andato in scena per la prima volta al Teatro nazionale di Praga nel 1787 e da allora la sua vita scenica non ha conosciuto interruzioni né cali di accoglienza calorosa da parte del pubblico.
Il Don Giovanni messo in scena da Giorgio Ferrara riprende e ricalca il conflitto tra l’apparente gioia di vivere e di amare e la tragica e sempre incombente minaccia della Morte, ispirandosi alle analisi che del personaggio fece il filosofo danese Sören Kierkegaard per il quale Don Giovanni si pone al di là del bene e del male perché il suo “demoniaco desiderio di vivere” non è né morale né immorale: è pura forza cosmica. L’intero allestimento di Ferrara ricalca la forma di un sogno, “forse fatto da Sören Kierkegaard che, riflettendo sulla musica di Mozart e sui caratteri tragici dei personaggi, fa uscire i protagonisti dalle tombe, dai monumenti funebri”.
Coprodotta da Teatro Alighieri di Ravenna, Fondazione Teatro Coccia di Novara e Festival di Spoleto 60, l’opera va in scena al Teatro Comunale Dante Alighieri di Ravenna venerdì 12 gennaio (alle 20.30) e domenica 14 gennaio (alle 15.30).
Il premio Oscar Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo firmano le scenografie, valorizzate da uno studiato disegno delle luci pensato dallo stesso Ferrara assieme a Fiammetta Baldiserri. I costumi sono di Maurizio Galante.
La direzione dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini è affidata a Matteo Beltrami, mentre Mauro Rolfi guida il Coro San Gregorio Magno. E vi è un dettaglio prezioso, sul versante musicale: l’accompagnamento del cembalo d’epoca, suonato da Daniela Pellegrino.
Il cast dei cantanti è composto da Dimitris Tiliakos (nel ruolo del protagonista Don Giovanni), Cristian Saitta (Il Commendatore), Lucia Cesaroni (Donna Anna), Giulio Pelligra (Don Ottavio), Francesca Sassu (Donna Elvira), Andrea Concetti (Leporello), Daniel Giulianini (Masetto) e Arianna Vendittelli (Zerlina).
Oltre la regia e il gioco delle luci Giorgio Ferrara firma anche la drammaturgia, assieme a René de Ceccatty, e punta sulle sfumature psicologiche dei personaggi e sull’amplificazione del ruolo demoniaco del protagonista, come viene precisato nelle note drammaturgiche. “Il Don Giovanni di Da Ponte e di Mozart – scrivono e i due – anche se ispirato a una celebre commedia spagnola di Tirso de Molina, che fu anche adattata da Molière in Francia, è un capolavoro di un’originalità stravolgente, per il conflitto tra musica e parole. Spesso rappresentato come una tragi-commedia, per via delle scene più leggere tra Masetto e Zerlina e della comicità del personaggio di Leporello, o dello scambio di vestiti e di personalità del secondo atto (tra il servitore e il padrone), si tratta in verità di una grande messa da requiem, di un dialogo tra un ateo e la morte. Appunto per questo Sören Kierkegaard ha proposto in Enten Eller delle analisi penetranti del Don Giovanni di Mozart…”.
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- Data di pubblicazione
- 09/01/2018
- Ultima modifica
- 09/01/2018