- Data di pubblicazione
- 10/10/2022
- Ultima modifica
- 10/10/2022
Ecloga XI di Anagoor. Un omaggio “presuntuoso” a Zanzotto
Il 13 e 14 ottobre a Vignola per Vie Festival
Il sottotitolo, “un omaggio presuntuoso alla grande ombra di Andrea Zanzotto” richiama quell’ “omaggio presuntuoso alla grande ombra di Virgilio” di cui parlava Andrea Zanzotto provando a definire le sue IX Ecloghe, raccolta di versi pubblicata nel 1962. Non è un gioco di parole, ma la descrizione perfetta di una relazione complessa e vitale con una tradizione precedente, che stavolta Anagoor intavola con il poeta di Pieve di Soligo, per realizzare appunto Ecloga XI, nuovo spettacolo della compagnia che si vedrà al Teatro Fabbri di Vignola il 13 e 14 ottobre nell’ambito di Vie Festival.
Muovendosi tra tecnologia, video e teatro, Anagoor, prestigiosa e pluripremiata esperienza performativa italiana, vincitrice del Leone d’Argento per il Teatro alla Biennale Teatro 2018 e di numerosi altri premi in Italia e all’estero, si confronta da anni e con ostinata, ricercata inattualità, con grandi maestri del passato, da Giorgione a Virgilio, fino appunto al poeta Zanzotto. Un lavoro profondo che tra simboli e archetipi conduce a una memoria culturale collettiva.
Questo nuovo lavoro, con la regia di Simone Derai (che co-firma anche la drammaturgia con Lisa Gasparotto), musiche e sound design di Mauro Martinuz e l’interpretazione di Leda Kreider e Marco Menegoni, prosegue l’indagine scenica sulla parola poetica, intercettando stavolta quella di Andrea Zanzotto, con il quale condividono la sofferenza per la devastazione e la tenacia nel rinnovare la fiamma di arti solo apparentemente inascoltate. “Zanzotto – dicono gli artisti – capta e illumina l’inferno dentro il quale siamo calati eppure ostinatamente regge il fuoco di una speranza bambina. L’intera sua opera rivela una natura complessa e cangiante, inafferrabile ma non oscura: il poeta del paesaggio, attraverso la visione della devastazione del paesaggio e la crisi del paesaggio interiore, della psiche e della lingua, afferra e connette le cause e gli effetti di un dolore che rende muti, ergendosi presto come forza civile e storica e persino metafisica. È qui che si manifesta il raggiungimento del maestro: l’intera opera di Zanzotto come una nuova ecloga, oltre le dieci di Virgilio, parla la voce futura della profezia e rinnova la visione di un bambino che verrà e sorriderà ai genitori”.