Economia Arancione, l’industria culturale e creativa in Emilia-Romagna“ ha i numeri per contare”. I risultati della ricerca di Ervet

20 giugno 2018

L’industria culturale e creativa della Regione Emilia-Romagna dà segnali di buona salute: nel 2017, il comparto vale più di 7 miliardi e occupa 80mila addetti, persone mediamente più scolarizzate che in altri settori, con un’alta percentuale di giovani e donne. La spinta maggiore si è avuta dal 2015 al 2017, con un incremento percentuale dell’occupazione di più 5%. Un’espansione trainata anche dallo spettacolo e dalle produzioni audio-visive, sostenute in questi ultimi anni da innovative politiche settoriali e leggi regionali specifiche, come quella sul cinema. Sono i dati della ricerca “Economia arancione, un’analisi sull’impatto dell’industria creativa in Emilia-Romagna”, realizzata da Ervet sei anni dopo il primo report sullo stato della Cultura e presentati in un convegno in Regione.

Il settore dell’Economia arancione, che rappresenta in modo ormai riconosciuto il colore della creatività e le industrie legate alla cultura, non è solo “ampio” ma, secondo l’indagine, uno di quelli che è cresciuto di più anche nel periodo di crisi, e le previsioni per il 2018-2020, indicano un’ulteriore crescita del valore aggiunto con una media del +1,7% l’anno.

Dall’indagine parte anche la proposta di realizzare nel 2019 un Osservatorio delle industrie culturali e creative dell’Emilia-Romagna, che includerà l’attuale Osservatorio dello spettacolo e che si avvarrà, della collaborazione di Ater, Ervet e dell’Istituto per i Beni culturali della Regione. Uno strumento a supporto dell’amministrazione regionale e delle amministrazioni locali, in grado di monitorare con continuità e con approfondimenti e spunti di riflessione le industrie culturali e creative e il loro andamento a livello regionale, nazionale ed internazionale.

 

L’introduzione dell’assessore Massimo Mezzetti

“Il primo rapporto presentato nei primi mesi del 2012– ha sottolineato l’assessore regionale alla Cultura Massimo Mezzetti in apertura del convegno-, fece emergere dati importanti e dimostrò come cultura e creatività potessero essere inserite, a buon diritto, come uno dei tratti più pregnanti nella costruzione di un’identità e di un’economia regionale volta al futuro. Da questo lavoro è scaturito un radicale cambiamento di marcia, che ha posto fin dall’inizio della legislatura lo sviluppo della cultura al centro delle scelte di governo, condivise con il presidente della Giunta regionale, Stefano Bonaccini, e i diversi assessorati. In questi ultimi anni abbiamo lavorato proprio in questa direzione, per riconoscere e valorizzare il settore e farne apprezzare la rilevanza, e per far crescere la consapevolezza del fatto che dietro i termini “cultura” e “creatività”, ci sono posti di lavoro, impatto economico, immagine italiana nel mondo e molte altre cose. Da allora ad oggi questo tema è diventato patrimonio di tutta l’amministrazione regionale. In questo senso sono state pensate la legge regionale sul Cinema e audiovisivo e l’analoga legge sulla Musica. La prima coinvolge diversi settori della pubblica amministrazione: dalla Cultura alla Formazione, dalle Attività produttive al Turismo. La seconda è stata apripista in Italia nel suo genere e punta a rafforzare il sistema musicale regionale e dare un’impronta trasversale e innovativa al comparto, supportando le potenzialità di crescita e sviluppo della filiera musicale nel suo insieme.  Questa nuova indagine conferma la validità del percorso intrapreso, con un oggettivo risultato positivo in conseguenza ai ultimi provvedimenti e agli investimenti realizzati, per esempio nel settore cinema, dove gli addetti sono cresciuti del 18,2 %. A tutto questo si è aggiunto l’impegno, con la creazione di ‘Laboratori urbani’, a innestare innovazione e nuova creatività nelle nostre città”.

 

L’intervento del presidente della Regione, Stefano Bonaccini

 “Questa ricerca è un’altra conferma del fatto che la cultura in Emilia-Romagna dimostra ‘di avere i numeri’- ha affermato il presidente della Regione Stefano Bonaccini intervenendo al dibattito-, con, fra gli altri dati, quello di una crescita più alta di occupati rispetto ad altri settori”. “Del resto – ha aggiunto –  fin dall’ inizio di questa legislatura abbiamo puntato a triplicare i fondi assegnati alla cultura, e così sarà entro la fine del mandato, avendoli già aumentati di molto, indicandola come uno dei driver di innovazione e di sviluppo. Più in generale, siamo al quarto anno di crescita consecutivo dell’Emilia-Romagna, prima in Italia e tra le regioni più attrattive in Europa per investimenti, e anche la cultura, con le sue strutture rinnovate, dà un contributo fondamentale. Per i luoghi da visitare e le sue bellezze, certo, alcuni davvero unici: basta pensare a un autentico gioiello come il cinema Fulgor a Rimini, ristrutturato e bellissimo, tornato esattamente com’era negli anni di Fellini e che abbiamo inaugurato di recente, uno dei motivi alla base del riconoscimento arrivato dalla Lonely Planet, probabilmente la Guida turistica più importante al mondo, che nella classifica Best in Europe 2018 ha premiato l’Emilia-Romagna mettendola al primo posto, la “destinazione top” fra le dieci da visitare quest’anno nel Vecchio Continente. E poi per i festival (penso al Biografilm Festival di Bologna, tra i più importanti nel suo genere nel mondo), e i beni architettonici presenti. La cultura è perno di questa attrattività, ormai strutturale, come dimostrano i 56 milioni di presenze turistiche che hanno fatto del 2017 un altro anno record. La strada per giungere ad un incremento dell’occupazione, obiettivo primario della legislatura, è mettere insieme tutte le nostre eccellenze, investire in strutture a beneficio dei territori – come stiamo pensando per Parma capitale della cultura 2020, evento che coinvolgerà le adiacenti Reggio Emilia e Piacenza, e l’Emilia-Romagna intera -, realizzare buone leggi, come quella sul cinema e sulla musica, prima in Italia nel suo genere. E soprattutto investire in cultura e saperi, per creare una società aperta e che dialoghi con il mondo, contro le politiche del filo spinato e dei muri”.

I dati della ricerca sono stati illustrati dal direttore di Ervet, Roberto Righetti, e dall’economista della cultura, Michele Trimarchi, mentre le strategie politiche pubbliche, che mirano a riutilizzare gli spazi dismessi delle città a favore di progetti e di associazioni e industrie creative, sono state affidate agli interventi degli assessori Michele Guerra (Parma), Massimo Maisto (Ferrara) e Gian Paolo Manzella (assessore Regione Lazio).

Significativi gli interventi di Daniele Donati, docente di diritto amministrativo dell’Università di Bologna, che ha sottolineato, tra l’altro, quanto sia importante per realizzare politiche per la cultura, creare ‘il contesto’, e favorire un’offerta culturale diffusa in tutto il territorio, e di Roberta Paltrinieri, sociologa della Cultura dell’Università di Bologna, che ha evidenziato il concetto di ‘cittadinanza culturale’, dove pubblici diversi possano trovare  nella cultura un elemento di inclusione sociale.

La ricerca Economia Arancione

Le realtà creative interdisciplinari 

 Factory Grisù a Ferrara, uno spazio coworking situato nell’ ex caserma dei vigili del fuoco ristrutturata dall’omonima associazione, oggi sede di 9 imprese del settore dell’industria culturale creativa.

Kilowatt – Le Serre dei Giardini Margherita a Bologna; uno spazio pubblico abbandonato  restituito alla città con  coworking, il servizio educativo Kw Baby, la rassegna estiva Kw Summer, la community gARTen , che gestisce l’orto e lo spazio eventi all’interno della Gabbia del Leone.L’area di Kilowatt è dedicata a progetti di comunicazione, dalla strategia, al marketing, alla realizzazione di campagne.

Spazi indecisi a Forlì, si occupa di design, comunicazione, fruizione del patrimonio artistico, rigenerazione urbana e culturale degli spazi in abbandono. Spazi Indecisi sperimenta dal 2010 interventi di valorizzazione dei luoghi in abbandono, innescando processi di rigenerazione urbana leggera e temporanea. A Forlì la prima esperienza di rigenerazione urbana è stato il progetto “EXATR”, relativo all’ex Deposito delle Corriere ATR (ex SITA), per creare un hub culturale dove troveranno spazio, a conclusione dei lavori nel 2019, coworking, attività artigianali, un teatro, un cinema, servizi di pro-working e sale per meeting.

 La Rete Almagià di Ravenna svolge attività in molteplici discipline di ricerca e sperimentazione artistica. Nasce nel 2004, dall’unione di sette associazioni culturali di Ravenna, con sede nell’ex Magazzino dello Zolfo della Darsena, le Artificerie Almagià, un contenitore adatto a “trasformazioni” multi e interdisciplinari.Oggi l’attività prevede il Cartellone dello Zolfo – Alchimie Contemporanee, significativo spaccato della produzione culturale non convenzionale sul territorio, indirizzata ad un pubblico trasversale.

La Polveriera di Reggio Emilia, dove la creatività è applicata all’innovazione sociale, è formata dal Consorzio Cooperative sociali Oscar Romero. Uno spazio coworking   dove hanno preso casa associazioni che si occupano di disagio, che curano la gestione di eventi culturali/artistici con un grande coinvolgimento degli abitanti del quartiere.

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“Economia arancione, un’analisi sull’impatto dell’industria creativa in Emilia-Romagna”

Se l’Emilia-Romagna è, oggi, la “locomotiva d’Italia”, e registra tassi di crescita superiori a Lombardia e Veneto, il merito è anche dell’economia della cultura e delle scelte, coraggiose e in assoluta controtendenza rispetto al piano nazionale che, negli ultimi dieci anni, ha fatto per sostenere questo settore. Economia Arancione. Economia Arancione. È uno degli aspetti che sono emersi con forza lo scorso 20 giugno, quando è stata presentata in Regione la ricerca “Economia arancione, un’analisi sull’impatto dell’industria creativa in Emilia-Romagna” realizzata da Ervet per l’Assessorato regionale alla Cultura.

Cultura, crescono occupati e indicatori economici dell'industria creativa in E-R.