ErosAntEros: “Nell’epoca della crisi permanente interroghiamo Brecht”

Santa Giovanna dei Macelli all’Arena del Sole di Bologna dal 18 al 21 aprile

03 aprile 2024

Chicago 1929. Nel pieno della Grande crisi che sconvolge l’economia mondiale, il ricco industriale Pierpon Mauler prova a salvare sé stesso a danno degli operai, coinvolgendo nelle sue strategie di profitto Giovanna Dark, missionaria di un’organizzazione religiosa che cade nella trappola finendo per danneggiare quella stessa classe sociale che intendeva aiutare. La trama è quella di Santa Giovanna dei Macelli, uno dei massimi capolavori di Bertolt Brecht, un grande classico del Novecento. Ma come sempre nelle opere del drammaturgo e regista tedesco, dietro parabole individuali esemplari si agita prepotentemente lo sfondo storico e sociale. Il dramma fu scritto infatti in seguito al grande crollo della borsa di New York del 1929, che condusse, gli Stati Uniti prima e l’Europa poi, a dieci anni di crisi economica, fallimenti di industrie, abbandono delle terre, disoccupazione, miseria, fino alla Seconda Guerra Mondiale. Ci sono proprio quello sfondo e le riflessioni brechtiane sulla condizione della classe lavoratrice al centro di un nuovo allestimento dell’opera, firmato dalla compagnia ravennate ErosAntEros, che si vedrà in prima assoluta all’Arena del Sole di Bologna, dal 18 al 21 aprile, come atto conclusivo del Focus Lavoro di ERT / Teatro Nazionale (che ha coprodotto lo spettacolo).

Proprio come nel testo di Brecht, nello spettacolo ideato e diretto da Davide Sacco e Agata Tomšič (autori anche dello spazio), siamo a Chicago, capitale dell’industria della carne in scatola, durante la Grande depressione. Il magnate Mauler, interpretato da Danilo Nigrelli, ama atteggiarsi da filantropo, ma è mosso solo da ragioni personali di guadagno e cerca di salvarsi stritolando nelle sue speculazioni gli altri azionisti, le ditte concorrenti, i fabbricanti di carne, gli allevatori di bestiame, i piccoli risparmiatori. Contro di lui c’è la classe operaia, sulla quale ricade il peso maggiore della crisi. Giovanna Dark, Agata Tomšič, missionaria di un’organizzazione religiosa, i Black Hats, che va predicando l’umiltà e la preghiera per i quartieri poveri, tenta di convertire Mauler alla carità cristiana. Giovanna però finisce vittima dei suoi giochi demagogici e, involontariamente, cade in un trabocchetto dei padroni. Partendo da qui ErosAntEros riflette sul presente costruendo un montaggio in cui scioperi generali, conflitti internazionali, mancanza di diritti e precarietà entrano in dialogo con il testo di Brecht. Un dialogo che la compagnia crea attraverso il suo particolare linguaggio teatrale “documentato”, come gli stessi ErosAntEros definiscono, che fa interagire la propria estetica con fonti eterogenee e tracce di attualità, portate sul palcoscenico da un cast internazionale (composto dagli attori sloveni del Mladinsko gledališče, da attori del Théâtre National du Luxembourg, tra cui Marco Lorenzini, e dagli interpreti italiani Danilo Nigrelli e la stessa Agata Tomšič) con l’utilizzo di immagini e video di fatti effettivamente accaduti.

“Oggi viviamo nell’era della permacrisi – scrivono i registi – i centri di produzione si sono spostati, le grandi masse operaie non risiedono più nel privilegiato Occidente e i padroni sono più difficili da identificare, ma lo sfruttamento degli esseri viventi e delle risorse non si sono fermati, anzi, hanno generato altri mutamenti, come il surriscaldamento globale, le guerre, la pandemia e la crisi energetica, conseguenze dello stesso sistema economico malato. Tutto ciò, continua a rendere Santa Giovanna dei Macelli un testo attuale che affronta temi da noi non distanti”.

Lo spettacolo è peraltro l’occasione per ErosAntEros di confrontarsi con il collettivo musicale Laibach, a cui è affidata la composizione di undici brani originali con le parole di Brecht e l’interpretazione dell’Esercito della Salvezza dei Cappelli Neri, i Black Hats. “Ciò che vogliamo – continua la compagnia – è fare interagire il testo con i dispositivi finzionali e i diversi linguaggi artistici che sono propri del nostro fare teatrale, come l’utilizzo del video dal vivo e il gioco con i diversi livelli di rappresentazione. Senza connotare le figure brechtiane con un’epoca precisa, ma con un’estetica, portiamo in scena i ricchi proprietari (industriali della carne in scatola, allevatori, speculatori di borsa), trattati da Brecht alla stregua di una banda di delinquenti e da noi trasferiti nel mondo virtuale quando svolgono le proprie contrattazioni; dall’altro lato della barricata, gli operai, poveri, sfruttati, licenziati, in balia di una crisi manovrata dai “giganti”, pronti a vendere tutto, anche se stessi, per un piatto di minestra; e, nel mezzo, l’Esercito della Salvezza i Black Hats, una band che riscuote successo tra le fasce più deboli distribuendo musiche e preghiere, espressione del concetto marxista di ‘religione come oppio dei popoli’, ma anche metafora degli intellettuali che per lucrare mediano a favore del potere. Diamo, inoltre, maggiore spessore al personaggio del Giornalista (Marco Lorenzini), che nel testo originale si divide tra strilloni, giornalisti e giornalai, facendogli assumere, attraverso il filtro del media televisivo, il ruolo di intermediario delle informazioni tra i personaggi dello spettacolo e gli spettatori”.