“E fu sera e fu mattina”. Alla XXXV edizione del Ravenna Festival si celebra il miracolo del creare

Dall’11 maggio al 9 luglio

24 febbraio 2024

“E fu sera e fu mattina”. Dopo le parole di Dante, Pasolini e Calvino, questa volta a dare un titolo e fare da fil rouge all’imponente programma del prossimo Ravenna Festival sono parole ancora più “sacre”, tratte dal libro dei libri, ovvero il Genesi. La potenza della creazione e il valore della creatività sono motore di senso di una XXXV edizione che si svolgerà dall’11 maggio al 9 luglio coinvolgendo oltre mille artisti in più di cento appuntamenti. Un occhio di riguardo è rivolto alla questione più urgente del nostro tempo: la crisi climatica. Oltre a una grande attenzione alla sostenibilità degli eventi, una novità assoluta in questo senso è Romagna in fiore, una rassegna solidale, ecosostenibile, diffusa e a ingresso libero, che per quattro weekend fra maggio e giugno porterà grandi artisti ad esibirsi nei territori colpiti dall’alluvione del maggio scorso. Al leit motiv del clima e della meraviglia per il mondo – quello stesso mondo che purtroppo la specie umana sta portando sull’orlo del disastro – sono legati anche un appuntamento con Ottavio Dantone che guida Accademia Bizantina nella Creazione di Haydn, traboccante di meraviglia di fronte al Creato, la Trilogia Qatsi di Godfrey Reggio e Philip Glass, proposta con musiche originali eseguite dal vivo dal Philip Glass Ensemble, uno sguardo sul rapporto fra uomo e mondo (e una produzione Ravenna Festival che include una prima assoluta) e Lo sciamano di ghiaccio, nuovo lavoro di teatro musicale multimediale dedicato alla vita degli Inuit, per la regia di Fabio Cherstich.

Attesissimo lo speciale appuntamento con Anhoni che ha scelto Ravenna come sola tappa italiana del tour europeo con la sua band The Johnsons; quello al Festival sarà il secondo concerto della tournée, dopo Atene e prima di Madrid, Parigi, Londra, Gent, Berlino e Copenhagen. Sabato 15 giugno, alle 21 al Pala De André, Anhoni and the Johnsons proporranno brani dal nuovo album My Back Was a Bridge for you to Cross accanto a canzoni del repertorio, fedeli al proposito che l’artista si è prefissa nei suoi lavori più recenti: “è tempo di provare quanto sta veramente succedendo”. Dopo tutto, sin dalla creazione della band nel 1998, i temi animistici ed eco-femministi sono stati al centro della sua ricerca, temi che entrano a pieno titolo nel programma di questa edizione.

Il sipario si alza ufficialmente l’11 maggio con Riccardo Muti alla guida dei Wiener Philharmoniker per la Sinfonia “Haffner” di Mozart e “La grande” di Schubert. Il Maestro tornerà poi alla guida della sua Orchestra Cherubini per un concerto in omaggio a Ferruccio Busoni e per l’appuntamento Le vie dell’Amicizia con lo Stabat Mater di Giovanni Sollima e la Sinfonia “Tragica” di Schubert. Quest’anno in memoria di quanti hanno perso la vita nel tentativo di attraversare il Mediterraneo, il progetto dell’Amicizia si completa con Non dirmi che hai paura, nuovo spettacolo sull’atleta somala Samia Yusuf Omar, anche lei vittima della tragedia dei migranti. Tra gli altri ospiti musicali segnaliamo poi almeno i pianisti Filippo Gorini e David Fray, il duo di cantautori siciliani Colapesce Dimartino in versione “sinfonica” con l’Orchestra La Corelli e l’omaggio di Laura Morante a Puccini, ma anche Paolo Fresu e Omar Sosa. Per il ciclo di musica nelle basiliche troviamo invece tra gli altri la Cappella Marciana diretta da Marco Gemmani, il Marian Consort dal Regno Unito, l’Irini Ensemble dalla Francia, e l’Ensemble Dolce Concento guidato da Nicola Valentini. Vale la pena segnalare anche alcuni dei tanti progetti che celebrano il multiculturalismo, come She, Elle, Lei con Almar’a, l’orchestra delle donne del Mediterraneo, Ginevra Di Marco e l’Orchestra di Piazza Vittorio, l’alternative country dei Calexico e La grande notte del ballo popolare, Le musiche dell’anima dell’artista jazz albanese di Elina Duni e della franco-siriana Naïssam Jalal e A piedi nudi sulla terra, installazione – ideata da Elio Germano – con le parole di Folco Terzani, musica classica indiana e riti dell’asram.

Uno dei progetti più interessanti di questa edizione è poi certamente la già annunciata Chiamata alle arti, con cui Cristina Mazzavillani Muti invita giovani e giovanissimi a confrontarsi in una varietà di linguaggi, con la direzione artistica di Michele Marco Rossi e Anna Leonardi. Partecipazione è la parola d’ordine anche per il Pluto di Aristofane che Marco Martinelli rimette in vita con gli adolescenti del territorio partenopeo, per il Grande Teatro di Lido Adriano con le favole indiane di Panchatantra e per la seconda anta del Don Chisciotte ad ardere del Teatro delle Albe / Ravenna Teatro. Ma non è tutto, perché al teatro è dedicato davvero ampio spazio, con Nina di Fanny & Alexander, un omaggio di Virgilio Sieni a Ezio Bosso, con Mario Brunello al violoncello e poi ancora l’Histoire du soldat di Stravinskij, portato in scena dai Figli d’Arte Cuticchio, Mimmo Cuticchio e i solisti dell’Orchestra Cherubini. Per la danza si vedrà invece un omaggio a Merce Cunningham del Ballet de l’Opéra de Lyon, mentre il gala Les étoiles curato da Daniele Cipriani è impreziosito da Eleonora Abbagnato e il divo della danza spagnola Serge Bernal propone SeR in prima italiana. È in prima anche redrum del gruppo nanou, un omaggio a The Shining di Stephen King e al film di Stanley Kubrick. Il Progetto RIC.CI curato da Marinella Guatterini presenta invece Fragili film / Solo agli specchi di Marianna Troise, mentre gli spazi di Classis saranno abitati dalle MicroDanze ideate da Aterballetto.