- Data di pubblicazione
- 23/10/2023
- Ultima modifica
- 02/11/2023
Gender Bender. Al via la XXI edizione del festival che riscrive i modelli
Dal 31 ottobre all’11 novembre a Bologna
Da oltre vent’anni promuove una cultura di convivenza delle differenze, disegnando mappe non convenzionali e sempre mutevoli del presente. È Gender Bender, il festival bolognese diretto da Daniele Del Pozzo e Mauro Meneghelli, e prodotto da Cassero LGBTI+ Center di Bologna, che esplora gli immaginari culturali e artistici legati al corpo e al genere. La ventunesima edizione della kermesse è in programma dal 31 ottobre all’11 novembre in spazi vari della città. Danza, arti visive, cinema, letteratura, riuniti in un programma a vocazione internazionale e interdisciplinare, tornano a offrire punti di vista inediti, stimolando il dialogo sulle tematiche dei generi e sulle rappresentazioni delle identità e degli orientamenti sessuali. “Questa edizione – spiegano i direttori – invita trasversalmente pubblico, artiste e operatori a riconoscere le impronte lasciate in noi dagli altri, intese come le memorie che archiviamo nei nostri corpi o come quei repertori condivisi di movimenti e gesti che costituiscono le nostre storie personali. Per giungere infine a rileggere e indagare i miti e gli archetipi fuori schema, o per riscriverne le storie”.
Grande protagonista del festival è come sempre la danza. Per questa sezione arriva in prima nazionale Ida don’t cry me love (2 novembre), lo spettacolo della coreografa belga Lara Barsacq, un manifesto femminile ispirato a IDA Rubinstein, musa di Sergej Djagilev e leggendaria danzatrice dei balletti russi; prima nazionale anche per Atlas da Boca (7 novembre), spettacolo selezionato per Aerowaves 2023 della coreografa brasiliana Gaya de Medeiros, che porta in scena due persone trans*, esplorandone i corpi attraverso l’elemento fisico e simbolico della bocca, spazio di intersezione tra la parola, l’identità e la voce. Fanno poi tappa a Gender Bender anche Hope Hunt and the ascension into Lazarus (11 novembre), acclamato lavoro della coreografa irlandese Oona Doherty, Leone d’Argento alla Biennale Danza di Venezia nel 2021 e Nulle part est un endroit (3 e 4 novembre), lo spettacolo di Nach, nome d’arte della coreografa francese di origine senegalese Anne-Marie Van, che volge lo sguardo alle proteste della comunità afroamericana di Los Angeles.
Guardano all’esoterismo e al mito altri due assoli che si incontrano nel cartellone di Gender Bender: il primo è I’ll do I’ll do I’ll do (4 e 5 novembre), spettacolo di Dewey Dell con Teodora Castellucci, un rito magico, un sabba dominato da una misteriosa dea-performer; l’altro è Cuma (10 e 11 novembre) di Michele Ifigenia/Tyche, un potente solo coreografico ispirato alla figura della sibilla cumana che viene evocata in chiave contemporanea attraverso il corpo nudo della danzatrice-profetessa. Torna poi a Gender Bender Aristide Rontini con Lampyris Noctiluca (5 e 6 novembre), spettacolo vincitore di Rifrazioni, bando ministeriale dedicato all’accessibilità dello spettacolo dal vivo in Italia, in cui mette in scena il suo corpo in dialogo con l’eredità di Pier Paolo Pasolini. Prima nazionale poi per Epic Everyday (8 e 9 novembre), lo spettacolo dell’inglese TC Howard prodotto assieme alla comunità del progetto europeo Performing Gender – Dancing In Your Shoes e sempre all’interno di Performing Gender anche Crowded Bodies (10 e 11 novembre) di Daniele Ninarello, lavoro frutto di un percorso laboratoriale di creazione condivisa tra il coreografo e la comunità bolognese del progetto europeo. Ninarello è presente anche con NOBODY NOBODY NOBODY It’s Ok Not To Be Ok (7 e 8 novembre), lavoro presentato nel 2020 in forma di studio proprio a Gender Bender e selezionato dalla NID_New Italian Dance Platform 2023. Vengono infine da DNAppunti Coreografici Irene (5 e 6 novembre), spettacolo di Alessandro Marzotto Levy, vincitore DNAppunti Coreografici 2022, e di Pas de deux (3 e 4 novembre), di Jari Boldrini e Giulio Petrucci, progetto selezionato dalla NID_New Italian Dance Platform 2023 e vincitore di DNAppunti Coreografici 2021. Tra i lavori selezionati dalla NID 2023, anche Studi per danze americane, lavoro di Fabrizio Favale & First Rose che si interroga sulle tecniche ideate e messe a punto in particolare da Merce Cunningham e José Limón e su alcune modalità della danza di Trisha Brown, in un’indagine e riscoperta dei loro contenuti dinamici, qualitativi, compositivi, posturali.
Moltissimi gli appuntamenti col cinema, e con opere che raccontano di metamorfosi, di sessualità, fluidità, amore, tra le quali segnaliamo almeno la prima europea di Acsexybility (Brasile 2023) di Daniel Gonçalves, il documentario che esplora la sessualità delle persone con disabilità e che attraverso un racconto in prima persona tenta di decostruire il pregiudizio che le vuole asessuate, angeliche e prive di desideri (8 novembre). La sezione arti visive ospita invece due esposizioni: Hunter filmed è l’opera di Oona Doherty e Luca Truffarelli che traduce lo spettacolo di Doherty, Hope Hunt & The Ascension Into Lazarus, in un’installazione audiovisiva onirica (dal 31 ottobre all’11 novembre, ingresso gratuito, DAS – Dispositivo Arti Sperimentali). A corpo libero. Esplorazioni sul desiderio è la mostra-installazione a cura di Gruppo Elettrogeno, Blubanana Studio e Coop. Accaparlante con gli scatti realizzati da Anna Pierobon nella primavera del 2023 in occasione di un percorso laboratoriale rivolto a educatori, educatrici, animatori e animatrici con disabilità del Progetto Calamaio della Cooperativa Accaparlante (dal 2 al 5 novembre, ingresso gratuito, PARSEC).
Completano il programma le tante occasioni d’incontro con autori e autrici. A inaugurare la sezione, alla presenza degli autori Huw Lemmey e Ben Miller in conversazione con Valentina Pinza, la presentazione di Bad gays. Crudeli e spietati: una storia omosessuale, libro pubblicato da Il Saggiatore che racconta alcune tra le figure omosessuali più controverse e crudeli della storia, da Alessandro Magno a Ernst Röhm, da Margaret Mead a Lawrence d’Arabia. Seguiranno poi tra gli ospiti e le ospiti Alessandra Sarchi, Chiara Bottici, Maria Chiara e Elena Paolini, Diana Anselmo e Davide Piacenza.
Gender Bender è realizzato con il contributo di: Regione Emilia-Romagna – Assessorato alla Cultura, Comune di Bologna, Ministero Italiano della Cultura, Fondazione Del Monte di Bologna e di Ravenna, Coop Alleanza 3.0, Fondazione Unipolis, Hera, Legacoop Bologna, Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, Fondazione Nuovi Mecenati, Idros, Busker.