Gergiev e l’Orchestra del Mariinskij, due icone della classica

Al Pala De Andrè di Ravenna, l’8 giugno

05 giugno 2018

E’ un appuntamento con spirito più autentico dell’arte musicale russa quello in programma al Ravenna Festival, l’8 giugno al Pala De Andrè (ore 21) e che ospita, nella sezione classica, una delle formazioni sinfoniche più longeve al mondo: l’Orchestra del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo. La prestigiosa storia dell’orchestra risale al diciottesimo secolo, e da allora è stata diretta da musicisti di altissimo livello tra cui Čajkovskij, Rachmaninov, Wagner, Mahler, Berlioz. E il suo direttore di oggi, il carismatico e geniale Valery Gergiev, è un’altra icona della musica classica. Vincitore di numerosi concorsi internazionali di direzione d’orchestra, fondatore e direttore di numerosi festival, da trent’anni direttore artistico del Teatro Mariinskij (che sotto la sua guida, si è confermato uno dei sistemi teatrali più importanti del mondo) e dell’Orchestra, Gergiev è oggi è ai vertici assoluti della fama.

L’appuntamento si prevede di particolare suggestione grazie al cangiante caleidoscopio timbrico ed espressivo del concerto, plasmato dalle mani sapienti di Gergiev e dell’Orchestra del Teatro Mariinskij, con un programma che spazia dai compositori russi a quelli francesi, da Rachmaninov e Mussorgskij a Debussy e Ravel.

Si comincia, per il centenario della morte di Claude Debussy, con le atmosfere bucoliche e amorose del suo Prélude à l’après-midi d’un faune, uno tra i brani più conosciuti del compositore, poema sinfonico considerato prototipo dell’impressionismo musicale e ispirato al poema di Stéphane Mallarmé “Il pomeriggio di un fauno”.

La seconda parte del concerto è dedicata ai Quadri di un’esposizione di Modest Petrovič Mussorgskij, complessa composizione per pianoforte pubblicata postuma e diventata, oltre che un pezzo forte del repertorio di molti pianisti, l’oggetto di un gran numero di strumentazioni, specie per orchestra, da parte di altri compositori e musicisti. Qui è proposta nella versione celeberrima di Maurice Ravel, che aveva orchestrato lo scheletro pianistico dei Quadri nel 1922 sulla scia di quello spirito della grande Russia che la diaspora irradiava sull’intera Europa, in primis su Francia.

La serata si conclude con le Danze Sinfoniche op.45 di Sergej Rachmaninov, ultimo capolavoro sinfonico del grande compositore russo. L’intera composizione, nei suoi tre movimenti è intrisa di musica popolare russa e canti religiosi ortodossi, a testimonianza della profonda fede del suo autore. Vi si ritrova anche il ricordo e la malinconia per la patria lontana.