Giornata della Memoria. Lenz dedica una retrospettiva all’Olocausto

A Parma il 27 e il 28 gennaio

22 gennaio 2018

In occasione della Giornata della Memoria, per ricordare le vittime gettate nell’abisso della Shoah, come anche quelle del progetto eugenetico dei nazisti, Lenz Fondazione propone una summa degli spettacoli che negli ultimi dieci anni ha dedicato ai temi di questa immane tragedia europea. Questa prima retrospettiva su Olocausto, che avrà luogo a Lenz Teatro di Parma, sarà condensata in un’unica giornata, sabato 27 gennaio, e in parte riproposta il giorno seguente, domenica 28 gennaio. La densa giornata di sabato 27 si aprirà alle 18.00 con “Kinder” (Bambini), un potente e delicato spettacolo del 2016 sulla tragedia dei bambini ebrei di Parma vittime dello sterminio nazista. Il testo e l’imagoturgia sono di Francesco Pititto, le installazione e la regia di Maria Federica Maestri, la consulenza storica di Marco Minardi, le musiche di Andrea Azzali. In questa occasione, per la prima volta, lo spettacolo sarà presentato in una video-opera, curata da Stefano Cacciani. La storia raccontata nel “Kinder” ha inizio nel 1938, con l’emanazione delle leggi razziali, e termina nell’aprile del 1944, con la deportazione della comunità ebraica di Parma. La vicenda è focalizzata su un gruppo di sei bambini, protagonisti di quella tragedia, tutti morti ad Auschwitz. Il bellissimo testo di Pititto contiene, tra altro, poesie anonime di bambini ebrei dei campi, dialoghi immaginari tra i bambini di Parma e altri due bambini del campo di sterminio e una versione ritradotta di “Tenebrae” di Paul Celan; ma il nucleo drammaturgico consiste nel canto: sono i bambini del Coro di Voci Bianche “Ars Canto” – preparati vocalmente da Gabriella Corsaro e guidati da Valentina Barbarini – l’essenza performativa di questo spettacolo che “va alla ricerca di un’Eco, di quel che non si potrebbe più dire, più ascoltare, più scrivere…”.  Alle 19.00 verrà proposta una breve lettura scenica tratta da “Rosa Winkel. Triangolo rosa”, spettacolo sulla deportazione e sterminio degli omosessuali. Il triangolo di stoffa rosa, cucito sulla casacca degli internati nei campi di concentramento nazisti, era il simbolo della loro “inferiorità” di maschi omosessuali; il colore rosa era stato scelto per spregio nei loro confronti. Nella sua versione integrale, lo spettacolo debutterà il prossimo 24 aprile, in occasione delle celebrazioni per la Festa della Liberazione. Alle 20.00 è in programma “Aktion T4”, un altro potente lavoro ideato dai direttori artistici di Lenz Maria Federica Maestri e Francesco Pititto e realizzato nel 2017 in collaborazione con l’Istituto storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Parma. Il tema dello spettacolo è il progetto eugenetico nazista, ovvero l’eliminazione sistematica, in Germania e nei territori occupati, dei bambini con malformazioni genetiche o portatori di un qualche handicap, tutti stipati nella categoria di “vite indegne di essere vissute”. Anche “Aktion T4” verrà proposto in forma di video-opera, e anche in questo caso si tratta della prima presentazione assoluta. “T4” era il nome in codice dell’intera operazione nazista, deriva da Tiergartenstrasse 4, un indirizzo di Berlino diventato il quartier generale del progetto, sede di chi ebbe l’incarico di costruire una macchina organizzativa capace di individuazione, smistare e trasferire i disabili nei centri di soppressione, dove i bambini venivano mandati nelle camere a gas e poi cremati. Il rifiuto delle famiglie a consegnare i figli, le proteste delle chiese cattolica e protestante e la scoperta della Gestapo di un’elevatissima avversione della popolazione al programma, il “T4” fu infine sospeso (ma solo dopo essere arrivato a numeri impressionanti di vite spezzate). Alle 21.00 sarà la volta di “Exilium_La grande cicatrice”, una performance poetico-visuale tratta dai Tristia di Ovidio e dalla Todesfuge di Paul Celan su musica di Andrea Azzali. Realizzata nel 2009 e interpretata da Valentina Barbarini, la performance concluderà la Giornata della Memoria mescolando i versi del poeta latino scritti dalla terra d’esilio (Romania) con quelli del poeta ebreo rumeno che ha vissuto in Francia (dove però scriveva in tedesco, per lui lingua madre e per tutti lingua della Shoah). “Todesfuge”, in italiano “Fuga di morte”, è l’opera più nota di Celan ed è dedicata proprio all’orrore del genocidio nazista. Il giorno seguente, domenica 28 gennaio, il programma della retrospettiva ripropone la video-opera “Kinder” (alle 17.30), la performance “Exilium_La grande cicatrice” (alle 18.00) e la video-opera “Aktion T4” (alle 18.45).