- Data di pubblicazione
- 12/09/2025
- Ultima modifica
- 12/09/2025
Grandezze & Meraviglie: viaggio nella musica antica tra manoscritti estensi e prime moderne
Nel cuore della pianura estense, dove archivi e chiese custodiscono partiture dimenticate, da settembre a dicembre la XXVIII edizione di Grandezze & Meraviglie – la più longeva manifestazione di musica antica in Emilia-Romagna, unica nel suo genere per la dedizione alle collezioni estensi dal XII al XVIII secolo – riaccende un dialogo tra ricerca e ascolto. Ventiquattro concerti in quattro mesi, spesso “copiati” dai manoscritti della Biblioteca Estense e riconsegnati al pubblico con prassi storicamente informata, per mostrare come il passato sia materia viva e inquieta più che reliquia da museo. La rotta, disegnata dalla direzione artistica di Enrico Bellei, privilegia i capolavori rari e le riscoperte autoriali, e fa della provincia modenese un laboratorio d’interpretazione che si apre a Bologna, Sassuolo, Vignola e Semelano.
Si comincia a settembre con una piccola storia della polifonia e del barocco nascente: a Modena la “magnifica riproposta” della Missa Reveillez Vous di Guillaume Dufay inaugura il cartellone (14 settembre), seguita dalle Sinfonie di Concerto Grosso con pagine di Alessandro Scarlatti, Antonio Vivaldi e Giuseppe Maria Dall’Abaco, affidate a I Musicali Affetti diretti da Fabio Missaggia (16 settembre). Nel weekend del festivalfilosofia, il giovane Ensemble Crescere in Musica accende Padri, Figli e Maestri (20 settembre), attraversando la costellazione bachiana – Johann Sebastian Bach e i figli Carl Philipp Emanuel, Johann Christian, Wilhelm Friedemann – prima che, a Semelano, il viaggio riconosca alle compositrici del tardo Cinquecento un capitolo decisivo con Core di questo core, da Maddalena Casulana a Francesca e Settimia Caccini (21 settembre). Poi la tastiera torna regina: Stefano Innocenti rilegge Suites Francesi & Toccate di Bach (23 settembre), mentre l’Anno scarlattiano trova un baricentro drammatico nell’oratorio Il Martirio di Santa Teodosia legato alla tradizione estense (26 settembre).
Ottobre si apre a Sassuolo con Mozart Divino che accosta i divertimenti giovanili all’Adagio e Fuga K. 546 (2 ottobre); a Modena la mattina svela timbri e storie con L’Incanto dell’Arpa prima che l’Accademia d’Arcadia riporti in voce le “variazioni di scena” di Giovanni Bononcini in Le Vere Virtuose, con Rossana Bertini e Maria Chiara Gallo (5 ottobre). Ancora a Sassuolo, Celesti Voci intreccia lo Stabat Mater di Domenico Scarlatti e l’Audi caelum di Claudio Monteverdi (8 ottobre); alla Galleria Estense Orfeo Musicale riannoda Giuseppe Torelli a Arcangelo Corelli (12 ottobre), e alla Rocca di Vignola il percorso händeliano mette in scena l’Europa tra Italia e Inghilterra (14 ottobre). Cuore d’ottobre è l’esecuzione integrale del Sesto Libro dei Madrigali di Monteverdi firmata dall’Ensemble Rosso Porpora diretto da Walter Testolin (16 ottobre); a seguire la festa palestriniana della Missa Papae Marcelli (18 ottobre), l’incontro tra tromba naturale e organo storico in La Stella del Mattino (21 ottobre), il dittico Caleidoscopio Corelli – violinistiche pagine rielaborate per viola da gamba – (25–26 ottobre) e l’eleganza francese di Danza, Affetti e Stile Galante, tra Marin Marais e Jean-Marie Leclair (29 ottobre).
Ancora in autunno due appuntamenti speculari: l’intensità biblica dell’Historia di Jephte che avvicina Giacomo Carissimi a Marc-Antoine Charpentier (2 novembre) e il calore ispanico di Fandango!, con i rari quintetti per chitarra di Luigi Boccherini proposti dall’Ensemble Aurora (5 novembre); quindi, come atlante danzante del barocco europeo, Dancing Europe (8 novembre). Il congedo d’anno è un ritorno a Modena capitale dell’oratorio: resurrezione in prima moderna dell’Innocenza di Pietro Degli Antonii (4 dicembre), progetto che stringe festival e celebrazioni del Collegio San Carlo in un’unica vibrazione civile e musicale.
A firmare molte pagine sono interpreti di prima grandezza, dal trombettista Gabriele Cassone ai violinisti Enrico Gatti e Alessandro Ciccolini, dal soprano Monica Piccinini al liutista Michele Pasotti, chiamati non a “illustrar pezzi antichi”, ma a restituire gesto, respiro e rischio a una tradizione che il festival pensa come spazio di presente. Attorno al nucleo concertistico corrono, in forma discreta, i cicli di incontri interdisciplinari “I linguaggi delle arti”, i percorsi educativi con scuole e università e il progetto speciale FUS “Modena capitale dell’oratorio musicale”, che contestualizzano l’ascolto moltiplicando gli accessi per pubblici diversi.
Il Festival è sostenuto dal Ministero della Cultura, Dipartimento dello Spettacolo, dalla Regione Emilia-Romagna, dai Comuni di Modena, Vignola e Sassuolo, dalle Fondazioni di Modena e Vignola, dall’Università di Modena e Reggio Emilia, dal Museo Civico di Modena, dal mecenatismo privato tramite Art Bonus.