Interscenario 6. Apre la vetrina biennale del Premio Scenario

A Bologna, San Lazzaro di Savena e Valsamoggia, dal 17 febbraio al 26 aprile

17 febbraio 2018

Interscenario 6 è la ricca vetrina biennale sul Premio Scenario realizzata da Centro La Soffitta, Teatro dell’Argine, Teatri di Vita e Teatro delle Ariette, in collaborazione con Associazione Scenario e MET- Meticceria Extrartistica Trasversale. Il progetto, giunto alla sua sesta edizione, è curato da Cristina Valenti, Nicola Bonazzi, Stefano Casi e Stefano Pasquini.

Anche quest’anno Interscenario, con la cadenza biennale del Premio Scenario e dal 17 febbraio al 26 aprile, presenta “Le generazioni del nuovo”, come suggerisce il sottotitolo, ovvero gli spettacoli vincitori e menzionati dell’ultima edizione del concorso, assieme a quattro spettacoli di compagnie vincitrici di precedenti edizioni (dal 2003 al 2017) e a un laboratorio della compagnia The Baby Walk (premiata lo scorso anno) condotto dalla regista Liv Ferracchiati.

Si comincia sabato 17 febbraio (alle 21.00) all’ITC Teatro di San Lazzaro di Savena, con Pedigree di Babilonia Teatri, compagnia vincitrice del Premio Scenario 2007. Lo spettacolo racconta le difficoltà di una nuova generazione alle prese con problemi di identità e coscienza. Sul palco, a dare voce a questa “generazione in provetta alla ricerca di nuove radici”, Enrico Castellani e Luca Scotton.

Oltre a “Pedigree”, l‘ITC Teatro ospiterà anche Personale Politico Pentothal dei Fratelli Dalla Via (sabato 3 marzo), Ticina de Il Teatro nel Baule e I Teatrini (domenica 4 marzo) e Lingua di Cane di Giuseppe Cutino e Sabrina Petyx (sabato 10 marzo).

 Il Premio Scenario per Ustica 2017 è stato conferito a I Veryferici del gruppo bolognese Shebbab Met Project che si è formato meno di due anni fa nell’alveo della compagnia Cantieri Meticci. Lo spettacolo, definito dalla giuria “un affresco di momenti scenici, veicolati dall’elemento musicale, di forte impatto emotivo e di straripante energia”, va in scena venerdì 9, sabato 10 e domenica 11 marzo (alle 21.00) a MET- Meticceria Extrartistica Trasversale di Bologna, e poi di nuovo, domenica 15 aprile (alle 18.30) al Teatro delle Ariette di Valsamoggia. I nove attori/performer di questo composito ed eterogeneo gruppo – Natalia De Martin Deppo (anche coordinatrice della drammaturgia), Camillo Acanfora (che coordina la regia), Lamin Kijera, Moussa Molla Salih, Alexandra Florentina Florea, Youssef El Gahda, Matteo Miucci, Younes El Bouzari e Gianfilippo Di Bari provengono da Paesi e continenti diversi, materializzando così già in partenza un’idea di meticciato teatrale che tende ad amalgamare le differenze culturali. “I Veryferici” è incentrato sul tema antico ed attualissimo dell’immigrazione, mettendo alla berlina lo spauracchio culturale che la accompagna e la interpreta come una pericolosa colonizzazione identitaria. Attraverso la forma dello sketch breve, gli attori producono delle micro-narrazioni/ biografie scenicamente organizzate intrecciando le multietniche canzoni rap a una ridda di azioni performative.

Il Premio Scenario 2017 (ex aequo) se lo è aggiudicato una riflessione sull’integrazione tra testo e gesto, un’esplorazione delle connessioni invisibili tra corpo e mente: BAU#2, spettacolo tassello della “Coreografia del pensare” di Barbara Berti che va in scena sabato 24 marzo (alle 21.00) a Laboratori delle Arti di Bologna. Ideatrice, autrice del testo, coreografa e danzatrice, la Berti mette in scena un ricco vocabolario di concetti e di stati d’animo in una totale fusione di parola e di movimento corporeo che si riversano l’una nell’altro. Lo spettacolo è una specie di duplice “dialogo”: tra l’inconscio e la percezione cosciente della realtà e tra la danzatrice e lo spettatore. Infatti la Berti, con la complicità e utilizzo delle luci in sala, capta e rielabora gli stati d’animo degli spettatori, traducendoli immediatamente in nuovi inserti fisici e vocali che vanno ad alimentare la partitura preesistente; sicché ogni creazione prende forma e si modifica nell’incontro con il pubblico.

Un eschimese in Amazzonia, terzo capitolo di una trilogia dedicata dalla compagnia The Baby Walk all’identità di genere (giovedì 26 aprile) è l’altro spettacolo vincitore del Premio Scenario 2017 (ex aequo). in scena ai Laboratori delle Arti alle 21.00 di sabato 26 aprile. Metafora della fragilità umana in senso lato – giacché, come precisa Liv Ferracchiati, “trattare il tema dell’identità di genere significa interrogare la nostra natura di esseri umani, sollevando interrogativi universali e culturali” – lo spettacolo è una sorta di oratorio pop sull’affermazione dell’identità che sul palco contrappone l’eschimese del titolo, ovvero la regista medesima che porta in scena la propria storia, quindi la forza della propria autenticità, e un coro di quattro interpreti – Greta Cappelletti, Laura Dondi, Giacomo Marettelli Priorelli e Alice Raffaelli – dalle voci monotone e movenze meccaniche che recitano “ovvietà socialmente riconosciute”. E di fronte a questo coro delle “certezze”, paradossalmente, confessando il costante senso di inadeguatezza e definendosi “un’incertezza che cammina”, la transgender appare come un apolide consapevole di fronte ad una società sempre più smarrita.

Laboratori delle Arti ospiterà anche l’anteprima di Abu sotto il mare, lo spettacolo di e con Pietro Piva prodotto da Accademia Perduta/Romagna Teatri (venerdì 6 aprile) e Non prendiamoci sul serio, l’esito del laboratorio condotto da Liv Ferracchiati (sabato 21 aprile).

Il vincitore del Premio Scenario infanzia 2017 è uno spettacolo prodotto da Compagnia Abbondanza Bertoni/La Piccionaia e pensato per la fascia di età dai 6 ai 10 anni: Da dove guardi il mondo?, in scena al Teatro delle Ariette di Valsamoggia domenica 15 aprile (alle 17.00). Interpretato da Valentina Dal Mas, che firma anche il testo, la regia e la coreografia, con il supporto tecnico di Martina Ambrosini, lo spettacolo intreccia teatro di parola e partiture gestuali e attraverso la storia di una bambina che a nove anni non ha ancora imparato a scrivere riflette sul problema della dislessia e sul sistema dell’apprendimento ufficiale, sulla rigidità degli schemi educativi che richiedono comportamenti codificati. La piccola protagonista li aggira e per raggiungere il suo obiettivo (scrivere il proprio nome) definito “un punto di allegria”, sceglie un percorso personalissimo, ricorre alla fantasia, agli amici immaginari e quindi, in sostanza, al principio di piacere. Così, per dirla con la giuria del premio, “Valentina Dal Mas riesce a parlarci non solo della singola bambina quanto della condizione di “minorità” che accompagna ogni infanzia nel confronto con il mondo adulto delle regole e della norma, suggerendo ad ognuno che è sempre possibile cercare e trovare un punto di allegria”.

A Teatri di Vita andrà in scena un altro Premio Scenario Infanzia (del 2014), Mi chiamo Alex e sono un dinosauro, testo e regia Giuliano Scarpinato (domenica 18 marzo); poi Faustbuch, drammaturgia e regia di Enrico Casale (mercoledì 21 marzo) e Intimità di Amor Vacui per la regia di Lorenzo Maragoni (mercoledì 28 marzo) .

A impreziosire “Interscenario 6”, in occasione del trentennale del Premio, lunedì 16 aprile (alle 11.00) nel Salone Marescotti si terrà la lectio magistralis di un maestro del teatro contemporaneo, Marco Baliani, attore, regista, scrittore e ideatore (nel 1987) del Premio Scenario. Sotto il titolo “Ditemi prima i vostri nomi/Il teatro dei corpi narranti”, Baliani parlerà della sua esperienza di attore-autore in relazione alle trasformazioni del panorama teatrale.