- Data di pubblicazione
- 18/01/2018
- Ultima modifica
- 20/01/2018
“La Bohème” di Mariotti e Vick inaugura la Stagione lirica del Comunale di Bologna
Per l’inaugurazione della stagione lirica 2018, in programma venerdì 19 gennaio alle 20.00, il Teatro Comunale di Bologna mette in scena una delle opere più celebri di Giacomo Puccini, “La Bohème”, presentata in un nuovo allestimento prodotto dal Teatro Comunale di Bologna e firmato da Graham Vick, considerato uno dei registi più esperti e “rivelatori” degli ultimi decenni, e con Michele Mariotti sul podio. Con questa produzione, il regista inglese e il direttore musicale del teatro felsineo tornano a lavorare insieme dopo il successo del “Guillaume Tell” rossiniano del 2014.
Nella sua Bohème – con le scene liriche costruite in quattro quadri su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, tratto dal romanzo “Scènes de la vie de bohème” di Henry Murger – il compositore lucchese delinea una struttura drammaturgicamente e musicalmente molto libera, con una successione agevole tra arie e recitativi che gli permette di tratteggiare un affresco di profondo realismo. I protagonisti dell’opera sono quattro giovani, in lotta con la fuggevolezza del tempo, nella Parigi ottocentesca. A Puccini interessano soprattutto scorci di vita, quei momenti del quotidiano vissuto dai personaggi che procedono in modo discontinuo in base alle diverse situazioni e ai diversi punti di vista. È un trattamento moderno dell’intreccio drammatico-musicale, che apre le porte a una dimensione comunicativa propria del cinema o della televisione e che il regista inglese ha colto in pieno per l’allestimento inaugurale della stagione bolognese.
Parlando del senso di una storia così universale com’è quella dei quattro bohèmien parigini, possibili emblemi della condizione giovanile di ogni tempo e latitudine, Graham Vick ha chiamato l’opera “una commedia umile” fatta di personaggi semplici, non eroici. Il regista sintetizza così la vicenda: “C’era una volta la gioventù, e poi arriva la morte. Il dramma è lì. I primi due atti sono pieni di vita-vita, gli ultimi due sono sotto l’ombra della morte”.
Vick, che è solito cercare nei grandi capolavori i dettagli minori, le “piccole cose” che fanno la differenza, investe molto nelle doti attoriali dei cantanti e nei rapporti tra i personaggi. “La Bohème è un’opera per attori/cantanti, tutta basata com’è sulla parola”, dice il regista. “Non è assolutamente spettacolare, è una grande opera d’arte: per questo vale sempre la pena di tornare a interrogarla… Se all’inizio La bohème appare un po’ impermeabile a nuovi punti di vista, e sembra essere solo quello che è, a esaminarla nel dettaglio svela una costruzione mirabile. È tutto talmente preciso e minuzioso: parola, musica, drammaturgia, un meccanismo (non meccanico, però) perfetto. Fondamentale per La Bohème – prosegue Vick – è che la compagnia di canto sia giovane, fresca; e qui a Bologna lo è: sono tutti attori bravi che stanno lavorando insieme per la migliore riuscita dello spettacolo. E poi c’è Michele Mariotti: mi piace lavorare con lui, ama scavare nella parola e nella musica, crede che il teatro debba comunicare qualcosa d’importante, di vivo, di forte”.
Sul podio sale dunque, per la sua terza inaugurazione come direttore musicale, Michele Mariotti, impegnato per la prima volta in un titolo pucciniano. Anche lui s’interroga sul senso ultimo della Bohème e lo fa citando un brano di “Moby Dick” di Herman Melville “in cui viene chiesto al capitano Ahab se quando è stato assalito dalla balena abbia pensato alla morte; al contrario, risponde lui, quelli sono i momenti in cui si pensa di più alla vita. Lo stesso accade nella Bohème – dice il direttore d’orchestra – un’opera piena di morte perché piena di vita, di gioia, di giovinezza. Gli esseri viventi, siano essi vegetali o animali, condividono tutti lo stesso destino di morte, in quanto sin dalla nascita la sola certezza di ogni esistenza è quella di dover prima o poi finire. Per questo la morte è un tabù: lo è anche per Rodolfo, sconvolto all’idea della dipartita imminente di Mimì, gravemente ammalata. Un punto che con Graham Vick abbiamo cercato di porre in evidenza – conclude Mariotti – è il dialogo tra lui e Marcello nel III quadro, quando l’amico pittore sgretola le menzogne che il poeta si e gli racconta, per sfuggire le responsabilità che l’amore gl’impone”.
L’Orchestra, il Coro, il Coro di voci bianche e la Scuola dell’Opera sono del Teatro Comunale di Bologna. Il Coro e il Coro di voci bianche sono preparati rispettivamente da Andrea Faidutti e Alhambra Superchi.
Il cast della Bohème è formato da giovani interpreti pressoché coetanei dei protagonisti della vicenda: nel ruolo di Mimì è impegnata Mariangela Sicilia, in quello del poeta Rodolfo Francesco Demuro, Musetta è Hasmik Torosyan e il pittore Marcello è Nicola Alaimo. Con loro sul palco Andrea Vincenzo Bonsignore (Schaunard), Evgeny Stavinsky (Colline), Bruno Lazzaretti (Benoit / Alcindoro) e Guang Hi (Parpignol). Nelle recite del 20, 23, 25 e 28 gennaio i protagonisti sono Alessandra Marianelli, Matteo Lippi, Ruth Iniesta e Sergio Vitale.
Le scene e i costumi dell’opera portano la firma di Richard Hudson e le luci di Giuseppe Di Iorio.
Dopo la prima del 19 gennaio, l’opera resterà in scena al Teatro Comunale fino al 28 gennaio: sabato 20 e giovedì 25 alle 18.00; martedì 23, mercoledì 24 e sabato 27 alle 20.00; domenica 21 e domenica 28 alle 15.30.
La prima di venerdì 19 gennaio sarà trasmessa in diretta su Radio 3 Rai. In diretta, ripreso da Rai Cultura, mercoledì 24 gennaio (sempre alle 20.00) lo spettacolo sarà trasmesso anche nei cinema del circuito All’Opera di Rai Com e in differita su Rai 5 il giorno successivo, giovedì 25 gennaio (alle 21.15).
In occasione della Bohème, il pubblico potrà scegliere di seguire il libretto dell’opera, sincronizzato con lo spettacolo, sia tramite il sistema tradizionale di sopratitoli del teatro, sia direttamente sul proprio smartphone (Apple, Android e Windows Phone), scaricando gratuitamente l’applicazione “Lyri Live” da www.lyri.it. “Lyri” è stata pensata appositamente per i teatri e non interferisce con la visione dello spettacolo grazie allo sfondo nero e all’azzeramento automatico della luminosità con un limitatissimo consumo di batteria. Nelle serate di spettacolo, all’interno del Teatro sarà disponibile una rete Wi-Fi dedicata collegandosi alla quale, dopo aver aperto l’applicazione, sarà visualizzato il libretto dell’opera in lingua italiana.