La città danza a DumBO: al via la ventiquattresima edizione del Festival Danza Urbana

Dal 2 al 6 settembre a Bologna

01 settembre 2020

Questa volta non invaderà piazze, portici, palazzi e cortili perché le norme anti Covid-19 impongono la necessità di regolare l’ingresso degli spettatori, ma Danza Urbana, il più antico e longevo festival italiano interamente dedicato alla danza pensata per lo spazio pubblico, non rinuncia alla sua vocazione a riflettere sul rapporto tra arte e città. La ventiquattresima edizione, in scena a Bologna dal 2 al 6 settembre (per poi lasciare spazio a Gender Bender e Ammutinamenti nell’ambito di un coordinamento tra le tre principali rassegne di danza del territorio) si terrà infatti quasi interamente a DumBO, l’ex-scalo ferroviario del Ravone, luogo simbolico della riprogettazione e rigenerazione urbana che ci interroga proprio su una nuova idea di città.

Al tempo anomalo della pandemia il festival risponde puntando tutto su artiste e artisti del ricco panorama italiano. Dopo l’apertura del 2 settembre affidata a 3puntozero, azioni coreografiche urbane frutto di un laboratorio condotto da Martina La Ragione e Gioia Morisco, che appariranno simultaneamente e sul web in differenti luoghi della città nel corso di tutto il Festival, i diversi spazi di DumBO si aprono a un programma di performance in cui spiccano le creazioni di maestri come Michele Di Stefano, coreografo di MK recentemente insignito di un Leone d’Argento a Venezia, che a Danza Urbana presenta (in versione site-specific) il suo pluripremiato Bermudas, opera ispirata alle teorie del caos in cui i diversi danzatori danno vita a un campo energetico intenso in cui l’incontro tra interpreti con le più disparate attitudini ed espressività diventa straordinario progetto di convivenza (il 2 e 3 settembre). Si segnala peraltro che sui temi dell’abitare e del performare lo spazio, il coreografo prenderà la parola anche in un dialogo con la studiosa e architetto/paesaggista Annalisa Metta, in programma in chiusura della prima serata di festival.

Sarà invece in replica in tutte le giornate della rassegna The Halley solo di Fabrizio Favale /Le Supplici, altro protagonista della scena internazionale che a DumBO presenta un solo in cui una danza astratta imita la traiettoria di un corpo celeste liberandosi di qualsiasi riferimento narrativo, di contenuti concettuali e addirittura di un set scenico di riferimento.

Data secca, il 4 settembre (ma con doppia replica) per The Angular Distance of a Celestial Body di Alessandro Carboni, artista visivo attivo tra le arti performative e la coreografia, che attraverso due performer avvolte in un travestimento che ne copre il volto e che interagiscono con dei fili di lana, ripensa il segno grafico-cartografico, ovvero la rappresentazione ridotta della superficie terrestre, in chiave tridimensionale e coreutica. Lo spettacolo è consigliato anche alle famiglie grazie alla collaborazione con Cinnica, che consiglia anche Manbusha della compagnia Ivona (in scena il 3 settembre), un duetto giocoso in cui i corpi assumono fattezze animali capaci di evocare paesi lontani.

Lavoro, quest’ultimo, selezionato per la Vetrina della giovane danza d’autore 2019 del Network Anticorpi XL. Come è ormai tradizione, infatti, il programma di Danza Urbana è ricco di reti e partnership dedicate alla scoperta, al sostegno e alla circuitazione di talenti nazionali. Evento di Jari Boldrini e Giulio Petrucci, indagine verticale sulle forme possibili di presenza scenica in programma il 4 settembre, è stato per esempio selezionato per la Vetrina della giovane danza d’autore 2020, mentre Stanza 1.5 site, ancora di Boldrini, e 1-0 del duo di Sara Sguotti e Simone Nicola Cisternino, autori di una performance dove la danza assume uno spiccato carattere attrattivo, sono opere (entrambe in scena il 5 settembre) selezionate dal bando Danza Urbana XL 2020, per la circuitazione e la promozione di creazioni per spazi non teatrali, coordinato dall’Ass. Cult. Danza Urbana all’interno del Network XL.

Sempre sabato 5 settembre Dumbo ospita poi A distance to the sun, un’indagine sullo spazio del rito di Francesca Penzo e Said Ait Elmoumen, mentre la performance che il 6 settembre concluderà il festival, ovvero Touch – The equality of differences, esito dell’incontro tra un gruppo di giovani danzatori e un gruppo di performer diversamente abili durante il quale hanno potuto sperimentare e condividere strategie creative sotto la guida della coreografa Anna Albertarelli (nell’ambito di un progetto finanziato dall’Unione Europea con il programma Corpo Europeo di Solidarietà) andrà in scena al Chiostro della Basilica di San Martino.

Danza Urbana fa parte di Bologna Estate 2020, ed è realizzato con il contributo del Comune di Bologna, della Regione Emilia-Romagna e del MIBACT, col sostegno di ATER.